Premio Racconti nella Rete 2023 “Qual è il valore di un uomo?” di Cristina Pongiluppi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023È bella la mia città. Colori forti, contrasti netti, risvolti cupi. Seduta su questi gradini osservo e mangio popcorn. Le luci del crepuscolo invernale si riflettono e scivolano sull’acqua della fontana. Tutto intorno edifici storici, di un bianco sorprendentemente giovane, geometricamente rassicuranti, creano la giusta ordinata cornice ad un movimento di cromatica vitalità. Gli odori della città sono invadenti, inaspettati, prepotenti.
Mi piace perdermi nel fluire della gente, sola nel caos.
Un barbone spinge avanti la vita in un carrello, catturato qua e là da dettagli, che io non colgo, arresta la sua avanzata. Lo strato di sopravvivenza incrosta la sua età anagrafica.
Qual è la cifra, il valore di un essere umano? Cosa ci dà la dimensione del suo peso? La posizione sociale, la cultura, l’impegno, il ruolo familiare, l’altruismo, la capacità di essere socialmente “d’ incontro “?
Cosa fa di un essere umano il suo valore? I pensieri, i sentimenti, i gesti, le parole?
Davvero non so rispondere. I miei pensieri, i miei gesti e le mie parole non si somigliano. Il mio ruolo sociale non mi identifica. La mia capacità relazionale muta con l’umore, il tempo, gli eventi che mi circondano e attraversano.
Io non sono mai uguale a me stessa, significa che il mio valore varia con i miei cambiamenti? Oppure esiste un dato oggettivo, insindacabile, per cui ogni essere umano vale 1 e nulla di più, come ogni altro? È il peso della vita che assume un valore assoluto, non lo spessore, la fragilità, le debolezze, la sensibilità, l’onore, l’orrore, il lato oscuro del singolo?
Non ho la risposta. A volte sento che il mio valore è dato dal sorriso di chi amo, ma significa forse che nelle lacrime di chi amo il mio valore annega?
Una mamma si abbassa sul passeggino, stanca, spettinata. Allunga il pupazzo caduto a due occhi azzurri grandi come biglie. Il bimbo sorride e la madre, illuminata, dimentica la stanchezza.
Il valore di un figlio! Qual è il valore di un figlio? Un figlio vale tutto: la luna, le stelle, l’infinito, la brina, il tepore, il crepitio del fuoco, il suono di una risata, un battito d’ali di farfalla? Tutto e oltre.
Quanto vale un genitore? Eh… Tutto quello che non si può comprare, tutto quello che non si può comprendere, tutta l’esperienza? Vale una partita a carte con la sorte, una lacrima che si ferma su una carezza, abbracci caldi di notti addormentate su divani scomodi, occhi annacquati che hanno visto troppo?
Due ragazzi attraversano la strada correndo. Il Semaforo rosso non li ha fermati, mano nella mano sono arrivati dall’altra parte. Ridendo, lei si piega in avanti, le mani sulle ginocchia a riprendere fiato. I capelli neri scendono in avanti sul cappotto rosso e le coprono il viso. Lui ride, la osserva. In quel momento possiede l’universo.
Quanto vale un amore? Un sospiro, un disegno, un sogno ad occhi aperti, un giro tra le nuvole, una ferita che lacera, una speranza che germoglia?
Cosa vale un amico? Amico. Un silenzio che non teme imbarazzo, una confessione che non riceve giudizi, una follia che non ha memoria, una bussola nella tempesta, il ricordo di chi siamo nell’oscurità?
Quanto vale un uomo?
Fa freddo stasera, il tempo sta cambiando. Le persone si diradano, fuggono a casa. Solo il barbone continua il suo giro senza meta apparente.
Le nuvole bianche poggiano su una pennellata di rosso accesso. Definite, si stagliano in un cielo terso di un azzurro spento. Sento la voce dell’eterno fare capolino. Se un paradiso esiste deve avere questa scenografia.
Mangio l’ultimo popcorn, sfrego le dita nella carta per eliminare sale e unto. Appallottolo il sacchetto. Mi alzo. Allungo la carta nel cestino alla mia destra. Sollevo la zip della giacca e, con le mani in tasca, mi incammino verso la metropolitana. Fa davvero freddo stasera.