Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2023 “Un sentimento dannatamente complesso” di Giulia Frediani

Categoria: Premio Racconti per Corti 2023

Cipressi. Tombe impolverate. Fiori appassiti. Gente in nero è riunita attorno a una lapide immacolata.

Ginevra (22) guarda pallida la discesa della bara dentro il buco. Fissa una coppia davanti a lei. Stringe la mascella per reprimere il pianto. Il ragazzo conforta la compagna con una carezza. Lo stesso gesto che lei fece in circostanze completamente diverse: mesi fa, a casa sua; la sua EX (22) la sta lasciando. Fredda e a disagio di fronte alla sua disperazione.

Ginevra crolla in singhiozzi. Guarda la foto della defunta senza riconoscerla. Non ha idea di chi sia. Una signora si avvicina triste ma intenerita. Le sussurra le parole magiche: “Mi dispiace per la tua perdita”. È una sconosciuta, eppure il masso che aveva sul cuore si dissolve.

La luce gialla-opaca del pomeriggio inonda il cimitero. Un tavolo di plastica sporca con una pizza XL sopra. Ginevra siede con FRANCO (56), il becchino. Spalle quadrate, alto, con gli occhi infossati. La fissa divertito mentre lei divora il suo trancio. Le ricorda per l’ennesima volta che la terapia tradizionale forse è meglio dei funerali. Ginevra alza gli occhi al cielo, sorridendo. Gli risponde con sarcasmo, mascherando la gioia per la sua preoccupazione. Poi un rumore di passi.

La ghiaia si muove sotto i tacchi di ALEX (21). Castana, occhi azzurri, gli stessi di Franco, timida con guance piene e rosee. Il suo abito floreale contrasta con la stagione fredda. Quattro chiamate perse sul Motorola del padre. Alex lo sgrida senza arrabbiarsi sul serio… poi vede Ginevra. C’è tensione tra le due. Si salutano, in imbarazzo. Alex sprona il padre a seguirla in macchina. Franco lascia l’ultimo pezzo di pizza a Ginevra, che li guarda andare via. Abbandonata e invidiosa. Alex si volta con sguardo nostalgico. Ginevra non la nota.

Nella strada verso casa Ginevra attraversa il centro. Vecchi vicoli, insegne sbiadite, angoli nascosti. Immagini di lei e la sua ex le attraversano la mente. Svolta strada – Lì si sono baciate la prima volta. Passa davanti al ristorante in una piazzetta – Le loro pause pranzo. Poi lungo una sfilza di portoni di legno – Dove l’ex le ha detto che non l’amava più. Un dolore al petto la assale. Sguardo basso e guance bagnate, prosegue spedita lontana da quello strazio.

A casa, Ginevra e sua MADRE (54), una donna giovanile ma con occhiaie profonde, sono sedute a tavola per cena. Persa, fissa un punto impreciso davanti a sé. La madre la chiama. Il suo nome le arriva distante, un’eco.  Finalmente Ginevra trasale. Di nuovo presente. La mamma la osserva preoccupata. I loro sguardi si incrociano, entrambe consapevoli. Poi come un tacito accordo, si rimettono a mangiare. La madre le lancia qualche occhiata esitante. Tentenna. La gamba saltella nervosamente sotto il tavolo. Propone alla figlia diverse attività da fare assieme in centro – il solo pensiero la rende di nuovo pallida, nauseabonda. All’ennesima insistenza Ginevra sbotta. Un “no” disperato, sull’orlo del panico. La madre si paralizza.

Primo mattino. Circondata dai cipressi e dal borbottio di una massa nera. Il funerale è appena iniziato. Gli occhi di Ginevra sono vitrei, la sua figura immobile. Le condoglianze non le danno più sollievo. Il defunto è un signore di mezza età dall’aria simpatica. “Come si chiamava?” Non finge più. La signora accanto è sbigottita dalla domanda.  Sta per rispondere quando

Ginevra sente il suo nome. Si volta. Alex ha un bouquet in mano. Dato lo sguardo confuso di Ginevra, Alex le ricorda che è l’anniversario della morte di sua madre. La faccia di Ginevra si contrae. Un misto di senso di colpa e dolore. Non le è stata vicino quando aveva bisogno di lei. Troppo occupata nel suo lutto.

Guarda in basso. Finalmente Ginevra confessa che è stata mollata. Che non sa come fare a uscirne. Sta di merda.  Alex le stringe la mano: “Sto di merda anche io. Però se vuoi ora possiamo affrontarla insieme.”

E da ora in poi non sono più sole.

Il fruscio dei cipressi. L’unico muretto ancora intatto del cimitero. Alex e Ginevra assistono al funerale insieme. Alex tira sul col naso. “Avevi ragione. È davvero catartico.” Ginevra ridacchia.

È sabato sera, hanno appuntamento con i loro genitori per cena. Intanto però guardano la tomba scomparire sotto terra mangiando orsetti gommosi, una accanto all’altra.

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1 commento »

  1. Un’idea originale per mettere un po’ da parte la tristezza e ripartire!

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