Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2023 “Non sono ipocondriaco” di Valter Antonuccio

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

Non sono ipocondriaco. Mi sottopongo a continue visite mediche alla ricerca di una scrupolosa diagnosi perché ho di continuo sintomi fisici preoccupanti e vorrei prevenire il peggio.

“Paolo”- dice mia madre – “sei un venticinquenne nel pieno delle forze, conduci una vita regolare e pratichi con frequenza sport. Perché dovresti essere preoccupato per la tua salute? Non ci sono reali motivi per esserlo”.

Mia madre mi vuole molto bene. So che lei stessa cerca di convincersi che suo figlio, il suo unico figlio sia in salute.

Come potrebbe accettare una grave diagnosi e gestire poi la mia perdita? Non reggerebbe al dolore! Ecco perché cerca di sminuire ogni mia patologia e di persuadermi che la mia interpretazione di segni e sintomi fisici sia erronea. Come quando, di fronte alla mia paura di essere affetto da neurite ottica, mi ha consigliato di pulire gli occhiali! Ci pensate? “Pulire gli occhiali!”.

Non che il suggerimento sia stato completamente inutile! Dopo aver lucidato le lenti, in effetti, le chiazze scure che vedevo contornare gli oggetti erano diventate quasi impercettibili (“impercettibili”. Non ho detto sparite!).

Il problema agli occhi, seppur in forma più lieve, persisteva. La mia ansia di un tumore che avrebbe causato danni al nervo ottico è stata smentita da successive e numerose visite oculistiche (eh sì! In casi gravi come il mio è preferibile e più prudente affidarsi al parere di diversi specialisti e non di uno solo. Non tutti possiedono gli stessi strumenti e non tutti gli strumenti sono sensibili e di precisione).

Con i giorni il disturbo si è miracolosamente affievolito…ma senza ombra di dubbio si ripresenterà presto e in una forma ancora più minacciosa.

Di recente, dopo un’urgente visita al Pronto Soccorso perché avevo lucidamente e prontamente identificato i sintomi di un infarto in atto (devo ammettere che consultare internet con una certa frequenza ha i suoi vantaggi!), i medici mi rimandano a casa con la diagnosi di tachicardia da ansia.

La mia frequenza cardiaca si manteneva entro i 140 battiti al minuto. Ho letto (grazie, internet!) che già dai 150 battiti si può parlare di patologia cardiologica. Di sicuro è il preludio del deterioramento del mio cuore. I dottori mi dimettono senza alcuna prescrizione farmacologica…io, nel dubbio, un’aspirina al giorno l’assumo! Leggendo il bugiardino, vengo a conoscenza degli effetti nocivi che l’aspirina potrebbe causare allo stomaco; tra questi un’ulcera gastrica o duodenale.

I miei frequenti dolori addominali, però, non possono essere ascritti all’assunzione di questo farmaco né, tantomeno, alla mia “continua palpazione e le conseguenti irritazioni dei tessuti e traumatismi” -come sostengono i medici. Credono, forse, che io sia uno sprovveduto o uno stupido? Vi pare una diagnosi accurata e credibile?

Va bene. Ammettiamo per un momento che la loro valutazione sia attendibile. Chi mi garantisce che gli strumenti che hanno utilizzato siano abbastanza accurati? E se avessi una malattia che nemmeno le indagini più sofisticate riescono ad individuare?

A discolpa dei medici, però, c’è da dire che potrei non aver descritto meticolosamente i miei sintomi trascurando particolari rilevanti (…e poi mi danno dell’ipocondriaco!) e di conseguenza i dottori hanno sottovalutato la situazione.

Se solo mia madre otto anni fa mi avesse dato retta e non ci fossimo fermati alla prima gastroscopia, di sicuro avrei potuto scongiurare l’imminente catastrofe.

“Paolo”- cerca di consolarmi- se otto anni fa avessero rilevato un grave male, non saremmo qui insieme a parlarne!

Quanta tenerezza e semplicità nelle sue parole! Mia madre, purtroppo o per fortuna, non ha grandi studi alle spalle ed è anche riluttante nei confronti del web…come fa a non sapere che più il male è grave, più è subdolo? Può restare dormiente per tanto tempo (“non 8 anni” – dice lei- ma questi sono dettagli!) e poi di colpo svegliarsi ed esplodere.

Pensateci bene, se non fossi sicuro di avere qualcosa di grave, mi sottoporrei continuamente ad esami invasivi e dolorosi?

Spero solo che mia madre impari, piano piano, a comprendere la gravità della situazione ed inizi ad elaborare il pensiero che suo figlio potrebbe essere ospedalizzato, ricoverato in terapia intensiva e che presto resterà da sola. Lei, invece, ingenuamente, passa le giornate a pulire i miei occhiali!

Loading

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.