Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Predatrice di compagni ( Mate Poaching)” di Cinzia Marchese

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

Milano <<< una mattina come tante >>>

Mi chiamo Eva, ho trentadue anni e, come ogni  mattina, sono a far colazione nel bar sito accanto al mio ufficio, in un palazzo alquanto antico ma, d’indubbio fascino, in questa grigia metropoli lombarda.

 Seduta sul girevole di acciaio,  a gambe accavallate sbocconcello un cornetto alla crema e sorseggio caffè, curiosando con lo sguardo tra i presenti. Questo è il momento che più prediligo della mia giornata, non c’è cosa migliore del gustare un fragrante cornetto caldo, ascoltando i pettegolezzi della gente…

C’è la radio in sottofondo, R101, che martella un motivetto in voga: si confonde al brusio di tazze e voci, mentre irrompe con suadente nonchalance lo speaker di turno Marco Balestri.

Ora mie care amiche, affronteremo un tema che vi lascerà riflettere per tutto il giorno: attenzione, a Londra già impazzano le < mate poaching >, predatrici di  uomini felicemente accoppiati, donne senza scrupoli che s’aggirano indisturbate e sorridenti nella vostra quotidianità, tra un passaggio in macchina e una cena a casa con gli  amici. Pare che, secondo un sondaggio, gli uomini gradiscano molto questa < nuova moda >, allora in guardia! Buona vita a tutte, ci sentiamo domani”.

La notizia risuonò curiosa alle orecchie di tre giovani donne sedute in circolo, sopra un variopinto divanetto: le loro facce, disgustate, ironizzavano sull’argomento.

Sfido io, se ciascuna di loro non avesse mai dubitato dell’amicizia dell’altra, di un interesse particolare ben oltre la  conoscenza dei rispettivi compagni. Io, ci sguazzavo ogni santo giorno in queste tresche clandestine: come la famosa agenzia di Miriam Ponzi, mi occupavo d’investigare nelle relazioni giunte oramai al capolinea.

Sarò sincera, negli ultimi tempi, c’era stata un escalation, dove erano molte più donne a chiedere dei miei servigi: certo < la carne fresca non manca > per dirla nuda e cruda alla maniera non , di un macellaio ma, di un impenitente dongiovanni, conoscente di vecchia data. La mia attività, ringraziando Iddio, non aveva ancora visto lo spettro della crisi economica ed io, potevo ben fantasticare sul progetto, in un prossimo futuro, di partire per andare a mettere radici, in un paese lontano…

Non lo nego, la notizia delle < mate poaching > mi faceva alquanto sorridere. Perchè? Vi chiederete…cosa ci sarà mai di divertente? Beh! Mi sento anch’io parte di loro.

Non ne vado fiera, ma è come una malattia, vi assicuro…

Forse i miei, affibbiandomi il nome di Eva, alla nascita già mi avevano predestinato  per un ruolo d’ipotetica tentatrice: ricordo, da piccina ero una bella bambina, dal caratterino deciso e i maschietti mi preferivano nei loro giochi, isolando le altre.

Quando fui poco più che adolescente, le cose non cambiarono: inventammo con le amiche  un gioco, si chiamava < la lista delle provocazioni >. C’era di tutto: scambiarsi maliziose carezze   negli autobus davanti alle vecchine, fingendosi lesbiche; sedersi ai primi banchi di scuola nelle ore dei docenti maschi, con gambe accavallate e minigonne inguinali; baciare sconosciuti con la lingua per poi gridare al maniaco.

Gli uomini…

Sembrava li attirassi come una calamita: ricordo un giorno che, con la lista alla mano, puntammo tre bellocci in un bar, più o meno sui trenta; sembravano innocui, per questo ci attrassero di più: avevo il cuore in gola, buttai giù un intruglio < vodka, pesca, lemon > e presi coraggio: toccava a me, mi avviai verso di loro studiando mentalmente ciò che avrei dovuto improvvisare.

” Ciao, mi chiamo Eva“.  I tre mi guardarono incuriositi e poco dopo, forse ancora dubbiosi sul mio recondito intento di rifilargli qualcosa, uno di loro, con occhi verdi da favola, mi sorrise dicendo: ” Ciao, io sono Alessandro, e loro Paolo e Luca”. ” Tanto piacere” . Poi replicai : “Sono venuta da voi , perchè avrei bisogno di un favore, magari potete aiutarmi…” Poco lontano le mie amiche se la ridacchiavano scrutando le facce inebetite dei malcapitati. Continuai “ Qui ho una lista con delle cose che devo fare assolutamente: e una di queste è baciare uno sconosciuto” . Agitai il dito indice roteandolo verso ognuno di loro, in attesa…

Scusa, ma è una caccia al tesoro? “

” Beh, non proprio! ” risposi.

Questo bacio sarebbe sulla bocca? “

” Eh…sì ! “

A stampo o con la  lingua? “

” Poi si decide al momento”.

Mi squadrarono per bene, forse prendendomi per matta, e uno di loro, sbottò dicendo : ” Cavolo, ma siamo tutti e tre sposati ! “.  “Scusate ragazzi , ma io non lo sono poi così tanto”  sentenziò Alessandro, un concentrato di ormoni ben distribuiti per 1.84 d’altezza…

“Voglio dire, se si tratta di aiutarti…”

Accidenti, in quella frazione di secondo mi resi conto che saperlo sposato, dava un tocco più frizzante a quel gioco puerile ripetuto non so quante volte . Chiusi gli occhi avvicinandomi e poggiai le labbra sulle sue : morbide labbra turgide, dal sapore d’ambra e di muschio. Nell’angolo del locale le mie amiche tossicchiavano ricordandomi di lanciare il famoso grido ma, per la prima volta, non me la sentii di inscenare la commedia.

Baciare quell’uomo, perfettamente sconosciuto, perfettamente sposato e attraente mi aveva regalato brividi da paura, adrenalina ed endorfina a mille. M i staccai da lui, con un senso di profonda perdita, alla pari di un neonato dal cordone ombelicale, e lo lasciai ammutolito…

Corsi verso l’uscita prima che potesse replicare e, le mie tre complici, mi seguirono a ruota. Mi bombardarono di perchè, erano un tantino arrabbiate: avevo rovinato irrimediabilmente il nostro patto. Era scattata in me la consapevolezza che il gioco poteva essere piacevole, ma solo alle mie condizioni e così fu d’allora…

<E’ quello che succede alle femmine degli uccelli e dei pesci> spiegava uno psicologo, certo Anthony Little <che trovano più attraenti i maschi quando li vedono in compagnia delle loro femmine>.

Nel  corso degli anni confermai d’esser “mate poaching” con carte in regola: entravo nelle grazie di compagne di studi e di lavoro, di conseguenza dei loro rispettivi compagni, soggiogandoli con arti seduttive degne della mia antenata. “Altro che mela del peccato!”. Sapevo bene cosa cercava un’uomo: idolatrato a letto, andava poi accudito e coccolato senza tanti vincoli. Vedo il mio consequenziale, irrefrenabile comportamento come a un irrealizzato sogno d’amore: scoprire la felicità altrui mi rendeva audace e gazza ladra, in completa libertà. Oggi, sono una single, di 32 anni e penso sia giunta l’ora di cambiare aria: ho da parte abbastanza da poter partire, andare all’estero e…ricominciare.

Forse Ibiza? Ne dicono un gran bene, nativi ospitali, sole e caldo a volontà. Milano oramai, terra bruciata! Rimasta completamente sola, le vecchie amiche mi additano ovunque io le veda, non hanno tutti i torti…Ricordate il famoso film Sex and City? <Carrie> il mio personaggio preferito, lo interpretava l’attrice americana Sarah Jessica Parker. L’avrò visto mille volte…La Parker intervistata dichiarò “L’importante che queste donne non abbiano perso il gusto della vita. Sex and City ha fatto scoprire che non solo gli uomini sono bravi a rimorchiare. Che sono oggetti di desiderio per le donne non meno di quanto esse siano per loro. Anche la donna può essere predatrice. E non è costretta a scusarsi di esserlo”. Ben detto Carrie ” Sarah Jessica Parker” ed io non sarò la prima a farlo!

Almeno fino a quando non mi innamorerò davvero…

                                                          

                                                                                                                                                              

Loading

11 commenti »

  1. Ho letto il tuo racconto, e devo dirti che come stile, snello, conseguenziale, asciutto,ed immediato, mi è piaciuto. Hai facilità di penna, sintesi e capacità descrittiva spiccate. Brava! Peccato che l’esito non sia stato quello che ti aspettavi, ma ci vuole pazienza. Forse era anche il tuo primo racconto, non so.
    L’argomento, invece, l’ho trovato permeato da un gioco molto giovanile, quasi da recupero femminile su certi comportamenti concepiti, fino a qualche tempo fa, solo per l’uomo. Così però, il pericolo che dal gioco si passi alla realtà è raddoppiato! Esisteva prima solo per l’uomo, adesso, secondo questa moda, si verifica anche per la donna. Forse anche un rischio cercato e calcolato, chissà, messo anche in preventivo. Bisogna vedere l’uomo come la prende, se vincolato da certi pregiudizi su una donna “cacciatrice”, o se ancorato ad un modello più tradizionale. Il gioco potrebbe essere anche interessante per le donne, ma … chi scherza col fuoco, come ben sai, Cinzia, … con quel che segue!
    Cesare
    _________
    P. S.
    Che la commissione che ha esaminato il tuo racconto sia appartenuta a quegli uomini, od anche donne, di stampo “antico”?…

  2. Errata corrige sul testo precedente:
    al posto della frase, verso la fine: “se vincolato da certi pregiudizi su una donna “cacciatrice”, o se ancorato ad un modello più tradizionale”, leggere ” se vincolato da certi pregiudizi su una donna “cacciatrice”, o se aperto a nuovi orizzonti”. Chiedo scusa a tutti.
    Cesare

  3. komplimenti x il rakkonto ma sopratutto x il tema molto femminile e oserei dire anke molto “MASCKILISTA”anke se al giorno d’oggi nn esistono piu masckilisti e femministe cmq complimenti ankora ciao e kontinua a scrivere in questo sito ciao ciao

  4. Ciao Cinzia!
    Mi è piaciuto molto il tuo racconto, moderno, direi attuale.
    Scorrevole e piacevole.
    Abbiamo già detto di avere qualcosa in comune e leggendo qui ne ho la conferma, ma spero che tu mi capisca, chi nasce tondo non può morire quadrato.

  5. Bello il tuo racconto Cinzia, mi è piaciuto molto. E’ fresco, spontaneo e giocoso, pare scritto da un’adelescente e, come donna, non posso non riconoscere l’intento
    ludico e “sperimentale” che ha mosso, e muove ancora le fantasie di tante ragazzine come lo sono stata anche io, un tempo. Ovvio che poi, crescendo, ci si pone obiettivi più reali, più concreti. Però il diritto al gioco fine a se stesso, lo abbiamo sognato proprio tutte. Complimenti!!

  6. Ho letto il tuo racconto con molta facilità, dato lo stile giovane, fresco, leggero. Certo, tutto il racconto è permeato da quella scarica di adrenalina che è tipica dei ragazzini alla ricerca della sperimentazione e della conquista del proibito…Credo valga la pena di scoprire che la vita può offrire davvero molto, molto di più…E gioie e soddisfazioni più grandi, più importanti, più vere.Buona fortuna!

  7. Irriverente, a tratti triste, di una tristezza che la protagonista cerca di non far trapelare. Lo trovo piacevole nella sua complessa semplicità di lettura, la storia ti prende sin dalle prime righe, e continui piacevolmente una lettura apparentemente allegra, ma che nasconde uno stao d’animo diverso dal suo apparire.

  8. Grazie a tutti, avete espresso in pieno quello che era mia intenzione raggiungere in questo racconto: una scioltezza di linguaggio per una lettura fresca e disimpegnata, pur partendo da un argomento attuale che ho voluto rivisitare in chiave ironica, per poterlo rendere finalizzato ad una spasmodica ricerca di un sentimento vero, che mettesse a freno un gioco in verità ,non più consono ad una donna adulta. Il racconto è nato così anche per prendere visione d’un aspetto femminile che ,: va ben oltre la mercificazione e la bassezza dei rapporti uomo-donna : cosa che con i fatti di cronaca relativi a Berlusconi stiamo assistendo passivamente.

  9. La protagonista sembrerebbe in un primo momento “sorpassare a sinistra”, con i suoi comportamenti sessuali, quelli delle femministe che tanto hanno dato al processo di liberalizzazione della donna. Mano, mano che proseguivo nella lettura ho iniziato a domandarmi se tali comportamenti fossero una positiva conquista, la ripresa di un ritrovato vigore nel percorso di autodeterminazione della donna, per molti aspetti in stand by, soppiantati al momento dalla imperante liturgia del bunga bunga, oppure se essi non fossero solo un’altra moda come dice lo speaker radiofonico?” Cioè: un passo avanti o due passi indietro? L’autrice scioglie il dubbio con la frase di chiusura: “almeno fino a quando non mi innamorerò davvero…”. La storia è ben costruita, ironica nella giusta misura e supportata da uno stile immediato e scorrevole.

  10. Stile brillante ed ironico. L’ironia è ovviamente smorzata dal finale che fa intuire una possibile svolta nella pochezza di sentimenti vissuti dalla protagonista. Un modello di donna che si va via via sempre più affermando, non solo tra le giovani, ma anche tra le “single di ritorno”. In alcuni casi la bellezza e la disinvoltura sono strumenti di lavoro dalla remunerazione piuttosto interessante, ma vale per poche belle giovani con contatti buoni presso benestanti signori di età avanzata. In generale è un modello di donna che presume, con tale comporamento, di dimostrare emancipazione ed autodeterminazione, inciampando poi in un vuoto di sentimenti che, la sua natura femminile, difficilmente condivide. Tra i primi a beneficiare di questa strenua ricerca del piacere e dell’emozione facile, sono i chirurghi estetici, che realizzano seni e labbra commercialmente adatti allo scopo. E i risultati sono devastanti.
    Mi sono dilungata troppo, dimenticando di dire la cosa più importante: il racconto mi è piaciuto!

  11. Grazie Franco e grazie anche a Silvia, sono contenta che vi sia piaciuto. Ho cercato un tema attuale proprio per rivalutare un po la figura femminile che, come hai precisato tu Silvia, risente di un vuoto di valori che essa stessa rifugge poi alla fine. L’ironia era mirata per rendere la storia scivolosa e ritmata per una lettura immediata e d’impatto. Sembra che ci sia riuscita. Grazie mille ancora.Cinzia

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.