Premio Racconti per Corti 2023 “Corto circuito” di Marco Floridia
Categoria: Premio Racconti per Corti 2023Le porte dell’ascensore stavano per chiudersi quando entrò la ragazza. La donna anziana appoggiata alla parete di fondo la guardò: precisina nel suo tailleur grigio, neanche un capello fuori posto, la borsetta con il portatile. Lei invece vestiva come sempre: colorato, comodo, un tocco di etnico con la borsa di stoffa e la collana con la conchiglia appesa al collo.
La ragazza prese subito l’iniziativa.
– A che piano va? Io al sesto.
– Settimo, ho già premuto.
La ragazza premette il pulsante, poi restò al centro dell’ascensore, senza appoggiarsi alla parete. Sembrava che non riuscisse a sopportare il silenzio.
– Non ci siamo mai visti, mi presento. Sono Lavinia, sono qui da poche settimane, sto seguendo un master all’Università.
– Quella privata, immagino.
La ragazza si irrigidì. – Sì, Economia, Business administration.
– Francesca, piacere.
Erano tutte e due in silenzio quando l’ascensore si bloccò, la luce andò via per alcuni secondi, poi si accese la lampada di emergenza.
– Si è fermato! Siamo senza corrente! – Esclamò la giovane, agitata.
– Sono i topi – fece l’altra tranquilla. – Rosicchiano i cavi elettrici e ci restano stecchiti. Poi quando si staccano, perché sono ormai cotti, l’ascensore riparte.
– Ma che orrore! Ma intanto qui non si respira. E quanto ci vorrà?
– Poco. Vuole una caramella?
La ragazza guardò l’involucro, era di quelle gommose e colorate.
– No grazie, non mangio zuccheri semplici e alimenti colorati e ultraprocessati.
– Aha. Peccato, sono buone.
– Le fanno male, lo sa? Le accorciano la vita.
– Ho settantatre’ anni, la mia vita si è già accorciata.
La ragazza restò in silenzio per un po’, poi iniziò a respirare con il naso emettendo un suono leggero ad ogni inspirazione ed espirazione.
L’anziana si girò a guardarla.
– Controllo del respiro, per l’ansia. – Spiegò la ragazza interrompendo per un attimo la respirazione.
L’altra annuì. – Ujjayi.
La ragazza non se lo aspettava. Si girò sorpresa a guardarla, sollevò un sopracciglio, poi riprese la respirazione.
La donna più anziana aprì la borsa di stoffa che portava sulla spalla.
– In effetti, finita la caramella, bisogna pensare a una buona respirazione.
Mentre la ragazza la guardava di sguincio, la donna tirò fuori dalla borsa una cartina artigianale già pronta che conteneva materiale vegetale piuttosto sospetto. La respirazione della ragazza aumentò di frequenza.
– Non sarà quello che penso? – disse quasi terrorizzata. – Qui già c’è poco ossigeno!
– Ognuno si rilassa a modo suo – Fece l’anziana.
– Dovevo immaginarlo dalla conchiglia al collo – replicò la ragazza, chiaramente stizzita.
La donna più anziana accese e fece un tiro, soffiando verso l’alto il fumo soddisfatta.
La ragazza, indispettita, guardò ostentatamente altrove. L’altra, dopo una lunga pausa, poggiò due dita sulla conchiglia.
– Questa che vedi è un vecchio ricordo, estate 1970, isola di Wight.
– Donovan. – fece la ragazza in un soffio, guardando nel vuoto. – Jim Morrison, Jimi Hendrix, Richie Havens, Chicago, Emerson, Lake and Palmer, Who, Jethro Tull, Moody Blues, Procol Harum. – Snocciolò la lista lentamente, come recitando un rosario in trance, poi si girò di scatto. – Lei era LI’? li ha SENTITI?
Si guardarono negli occhi. Ora fu l’anziana a sorprendersi per un attimo, poi scoppiò in una risata.
– Oh sì, ed anche Leonard Cohen, Miles Davis, Joan Baez, se è per questo. Altra atmosfera, altra musica. Non come adesso.
La ragazza si appoggiò con la schiena alla parete, accanto all’altra, abbandonando l’ujjayi.
– Non come adesso. – Annuì assorta, come sgonfiandosi di tutta la sua formalità.
Entrambe guardarono lontano, oltre le porte chiuse.
La ragazza lasciò cadere a terra la borsa e sempre guardando avanti allungò senza parlare un braccio verso la sua vicina.
L’anziana le passò il fumo. La ragazza fece un bel tiro. Passò un momento di silenzio.
– E Joni Mitchell, anche.
– Anche.
Spesso è così, quando l’imprevisto che cade nella nostra vita come un accidente diviene l’opportunità di uscire dai tempi stringati che la società ci impone assieme a sterili convenevoli. In questo caso è fonte di incontro con chi nella sua gioventù ha scelto di essere presente a eventi diventati mito e la testimonianza di chi può dire “io c’ero” è tutta un’altra cosa.Come in tanti altri tuoi racconti riesci a farci entrare nella tua storia e credimi vorremmo che durasse molte, molte battute in più. Bravo come sempre.
Mi piace il personaggio della nonna fricchettona, molto divertente. Il fumo era quello che penso io?
Grazie Riccardo, da quanto sappiamo ci sono indizi ma non prove, la nonna e la conchiglia risultano tuttora a piede libero!
Molto bello il racconto! Scritto bene, dialoghi super, entri in ascensore, e nel finale ti ritrovi ad annuire anche tu, allungando il braccio. Complimenti.
Grazie Romina per il passaggio ed il commento. Contento se è piaciuto e se ha fatto sorridere, l’intenzione era quella!
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