Premio Racconti nella Rete 2023 “Un passo di troppo” di Maria Elisabetta Castelvecchi (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023C’era una volta in un regno lontano lontano una bambina dai capelli dorati e dagli occhi verdi come l’erba, la piccola si chiamava Rosaline e amava molto giocare nella foresta dai mille colori che circondava casa sua. La bambina amava molto sua nonna con quell’aria gentile e spesso intenta a cucire e ricamare i vestiti per Rosaline; non era mai triste e indossava sempre un grembiulino con sopra disegnati fiori di ogni genere.
Un giorno Rosaline si spinse molto in là inoltrandosi nel bosco ed arrivò ad un fiume che divideva la foresta da una grande distesa d’erba, si poteva arrivare dall’altra parte grazie ad un ponte di legno che sembrava appena costruito. La bambina decise di non attraversare il ponte ma di andare a raccontare della sua scoperta alla nonna e alla mamma. Cosi entrò in casa “Mamma! Nonna! Ho scoperto una cosa inimmaginabile!” “Cosa bambina mia?” chiese la mamma distrattamente poichè stava cucinando “Ho trovato un fiume e un ponte! “rispose Rosaline. La nonna sobbalzò “Un fiume e un ponte? Non è possibile, dove li hai trovati?” “Mi sono spinta troppo lontana nella foresta, dall’altra parte del ponte c’è un grande prato che dà sull’orizzonte” “Ascoltami bene, tu mai e poi mai dovrai attraversare quel ponte” ordinò la nonna diventando seria “Ma perchè?” replicò la bambina “Dà retta a me, dall’altra parte c’è solo il male” concluse la nonna e a Rosaline non restò altro che dire “va bene”.
Passarono gli anni, la bambina divenne una splendida ragazza e purtroppo nel frattempo la nonna morì. Dal giorno in cui Rosaline aveva scoperto quel fiume continuò a recarvisi ogni giorno, si sedeva sulla sponda scalza e sentiva l’acqua toccarle i piedi che, col tempo, potè immergere completamente. Amava giocare nel bosco con gli animaletti, inseguire le farfalle, cercare i coniglietti, guardare dentro i tronchi degli alberi per trovare scoiattoli e dare loro delle ghiande raccolte in giro, amava anche arrampicarsi sugli alberi per vedere gli uccellini da vicino. Lei adorava gli animali e gli animali adoravano lei, l’affetto che provava per quelle bestioline era pari a quello che provava per sua madre.
“Mamma io esco” gridò una mattina di primavera la ragazza sulla porta di casa, dopodichè si precipitò verso il bosco, voleva fare un mazzolino di fiori ma ne trovò ben pochi motivo per cui si addentrò nella foresta fino ad arrivare al solito fiume. “Non è la mia giornata fortunata” stava pensando mentre comparve una farfalla: era particolare, aveva fantasie e colori diversi rispetto a tutte le altre, sembrava che qualcuno avesse rovesciato diversi tipi di vernice sulle sue ali. Roseline iniziò ad inseguirla ridendo ma si trovò presto sul ponte e poi un passo dopo l’altro arrivò dall’altra parte. Se ne rese conto quando era troppo tardi, si voltò: niente, non c’era assolutamente nulla se non erba, tanta erba. Realizzò ciò che aveva fatto e credette che non avrebbe più potuto far ritorno a casa. Allora pianse e nel mentre iniziò a camminare davanti a sè finchè non vide una foresta con un sentiero che attraversò in fretta, dato che non aveva altra scelta se non andare avanti sperando di arrivare da qualche parte.
Arrivò in un villaggio, c’era una fontana al centro della piazza e tanti negozietti intorno, c’erano tante persone in giro ma a quanto pareva nessuno si accorse di lei, o almeno, se l’avevano vista, l’avevano ignorata; guardò l’orizzonte e vide un castello meraviglioso. ” Sarebbe di certo bello abitare lì” disse fra sè e sè. Si sedette su una panchina per pensare a cosa fare e come tornare a casa, guardava in basso e si teneva la testa tra le mani disperata. Non si accorse nemmeno del ragazzo che era in piedi davanti a lei e la guardava. Quando le chiese “Tutto bene?” Rosaline sobbalzò e lo guardò dall’alto in basso. Era vestito con un mantello e un completo molto elegante, portava stivali neri appena lustrati e sembrava non avere nemmeno un capello fuori posto. La ragazza fissò la medaglietta che il ragazzo portava sulla giacca. “Principe Robin” si presentò e Rosaline sgranò gli occhi; era davanti ad un principe e si era comportata come se fosse stata una persona qualunque. “Questa medaglietta che guardate tanto è lo stemma reale. Da dove venite? Non vi ho mai vista in giro o semplicemente a dei balli” le disse Robin. “Non ditemi che sembro il tipo di ragazza che prende parte a balli reali”. Il principe chiese “Siete una principessa forse? Avete un aspetto regale.” Rosaline non sapeva che dire “Non lo sono e vengo da lontano, l’unico problema è che mi sono smarrita e non sò come tornare a casa.” “Posso aiutarvi allora o meglio, può aiutarvi mia madre; può riportarvi a casa in un battito di ciglia”. “E come?” “Mia madre pratica la magia da molti anni e ciò le consente di fare cose fuori da ogni immaginario”. “Vi prego di portarmi da lei” dopo questo breve dialogo il principe la condusse verso la carrozza reale fatta d’oro e d’argento, Rosaline salì e si sedette, si mise a guardare fuori il paesaggio che la circondava mentre era sempre più vicina al castello.
La carrozza si fermò e la ragazza scese aiutata da Robin che disse “Siamo arrivati”. Rosaline alzò lo sguardo verso l’imponente castello. E chiese: “Quante stanze ha?” “Più di quante sia mai riuscito a contarne” rispose il principe. Entrarono dentro, era tutto così perfetto: sui muri c’erano quadri di re e regine, c’era un lungo tappeto rosso e due scalinate che portavano a piani superiori. Robin portò Rosaline fino alla sala del trono dove la regina stava guardando il vuoto pensando al ritorno del figlio. “Madre” la donna alzò la testa, lo guardò e gli disse “Sei già di ritorno? Pensavo ti trattenessi di più al villaggio”, ” lo avrei fatto ma ho visto questa ragazza sola e spaurita su una panchina” “Finalmente un ospite che arriva da lontano! Sono un po’ stufa di vedere sempre le stesse persone. Vieni cara e racconta, cosa è successo?”. Rosaline era ancora a disagio, si trovava a corte ed era vestita esattamente come si vestiva per andare a cogliere fiori nella foresta, aveva delle scarpette consumate e i capelli sistemati in una coda, non era il modo migliore di presentarsi ad una regina. Rosaline raccontò alla regina la sua storia e la donna ascoltò pazientemente. Alla fine le disse: “Dimmi intanto come ti chiami e come si chiamano tua mamma e tua nonna”. “Mi chiamo Rosaline, mia madre si chiama Maira e mia nonna si chiamava Melanie” rispose Rosaline. “Veramente? Si chiamano davvero così?” la regina aveva gli occhi lucidi “Si certamente, perchè?” “Ruberò due minuti del tuo tempo per raccontarti la mia storia” “E’ attinente a tutto questo vero?” “Certamente e sono felice che tu sia qui”. La gioia le si leggeva negli occhi e in quel momento Rosaline notò quanto la regina dai capelli scuri e dagli occhi blu assomigliasse a sua madre. “Vedi bambina mia, sono nata qui e avevo una madre e una sorella, mio padre è morto un anno dopo la nascita di mia sorella che ho cresciuto aiutando mia madre per anni. Un giorno uscimmo tutte e tre insieme per fare spese, tutte le persone del villaggio conoscevano la mia famiglia; d’altronde lì ci conoscevamo tutti. Avevo 10 anni e mia sorella 5, quel giorno sembrava essere stata attirata da qualcosa nel bosco e scappò, mia madre le andò dietro dicendomi che sarebbe tornata poco dopo. Passarono i minuti, le ore e arrivò sera, la mamma non tornava ed io ero sola e impaurita, non sapevo come tornare a casa visto che uscivamo poco. Rimasi in strada una notte intera e il giorno dopo provai a chiedere a delle persone se avessero visto mia madre o se potevano ospitarmi. Tutti risposero che non avevano visto mia madre e che nessuno voleva tenermi con sè. D’altronde erano tempi di crisi, mantenere un’altra bambina in casa sarebbe costato molto. Pensai quindi di andare al castello reale e chiedere aiuto ma, arrivata al cospetto della regina e del re, dopo avermi ascoltata mi cacciarono via, fuori al freddo e al gelo, io una povera bambina senza famiglia e casa ero perduta. Appena uscita dal castello svoltai l’angolo e mi apparve davanti un uomo alto, magro, con una pelle chiarissima e una folta barba, aveva un cappellino da agricoltore e vestiti trasandati ma aveva gli occhi gentili. “Ho sentito qual’è il tuo problema cara, io posso aiutarvi, sono un potente mago e vi darò vitto e alloggio per imparare a praticare la magia. Sarai la mia apprendista” lo disse con una tale convinzione che decisi di andare con lui, non avevo di meglio da fare. Studiai con lui fino a quando non compii 16 anni e la motivazione che il maestro mi diede fu la seguente: se ti vorrai ripresentare a corte e mostrare cosa sai fare voglio che tu sia in età da marito così ti potrai sposare, restare lì e riavere la tua famiglia. Vivendo col mago ero fuori dal mondo e non sapevo che il regno stava cercando di riprendersi da una guerra scoppiata poco tempo dopo la mia sparizione dal villaggio, l’uomo non mi disse mai niente per non farmi perdere di vista il mio unico obiettivo, cioè praticare la magia bene quasi quanto lui, e così fu. Mi presentai nuovamente a corte proponendo il mio aiuto per risolvere la crisi in cambio di un posto a palazzo. La regina mi mise alla prova e riuscii a far tornare il regno come un tempo dopodichè decise che preferiva dare in moglie al figlio una maga che realmente poteva aiutare il popolo.
“E vostra madre e vostra sorella? Dove sono?” “E’ qui che subentri tu: tua madre e tua nonna si chiamano come mia sorella e mia mamma e vorrei che mi portassi nel punto in cui hai visto svanire tutto”.”Va bene”. Rosaline portò la regina esattamente dove prima c’era la fine del ponte, ne era sicura perchè vi aveva piantato un rametto. La regina guardò davanti a sè “C’è solo erba qui” “Magari è protetto da un incantesimo”. La donna prese il rametto e in qualche modo lo incantò poi lo buttò il più lontano possibile e in quel momento apparvero il fiume e il ponte. “Siamo arrivati”. “Andiamo a vedere se conosco la tua mamma”.
Percorsero il bosco di corsa e arrivarono alla casetta, Rosaline bussò e la madre arrivò di corsa ad aprire “Tesoro sei qui, dov’eri finita”? La abbracciò e poi guardò la regina “Mi chiamo Maira, lei ha un’aria familiare!” “Non ti ricordi di me? Eri troppo piccola?” “Aspetta un secondo, Ellis?” Maira guardando la sorella negli occhi riconobbe quelli della madre “Sei davvero tu”. Le due si abbracciarono, poi la regina disse una cosa che a Rosaline fece illuminare gli occhi: “Voglio che veniate via da qui e viviate con me a corte, avete vissuto troppo tempo senza contatti col resto del mondo” “Io di solito vado a far spese in un villaggio qui vicino ma non ho mai avuto nessuno da poter considerare amico” “Al nostro villaggio invece avevi così tanti amici che per anni si sono chiesti dove fossi finita. Prendete le vostre cose e venite con me”. Rosaline e la madre, felici dell’invito la seguirono, andarono a vivere a palazzo e furono accolte meravigliosamente dal popolo, che subito riconobbe la sorella della regina. Il mago aveva ragione: grazie alla magia la famiglia si era finalmente riunita. Rosaline poco dopo sposò il principe Robin e vissero tutti felici e contenti.