Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2023 “Decisioni” di Raffaella Gremigni

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

«Buongiorno.» La dottoressa fa entrare la coppia nell’ambulatorio.

La donna, 35 anni e in lieve sovrappeso, si siede per prima. L’uomo si accomoda accanto alla compagna. Anche lui ha qualche chilo di troppo e forse la stessa età o poco più. Rispondono al saluto della dottoressa in modo identico, ma i loro occhi dicono cose diverse.

Lo sguardo di lei è un pugnale piegato dal dolore che si è inflitto. Sembra attraversare l’aria senza sapere dove posarsi non trovando pace, né sollievo.

Quello di lui è incolore, impotente, ma stretto da un filo invisibile di speranza che forse qualcosa possa ancora cambiare.

Gli occhi della dottoressa, che siede di fronte alla coppia, si spostano dall’una all’altro in un silenzio assoluto, quello che in genere si osserva per un lutto consumato e non solo annunciato. La dottoressa sa perché sono venuti da lei, quello che non sa – ancora – è tutto ciò che ha preceduto quella decisione, quella richiesta e le reali motivazioni, perché ognuno ha le sue, spesso tante, a volte poche, mai nessuna. Inizia a scrivere al computer, deve registrare la prestazione, in realtà sta solo prendendo tempo in cerca dell’approccio migliore, come se ce ne fosse uno valido per tutti ed efficace allo stesso modo. Non è così. Rivolge la prima domanda alla donna, è a lei che spettano le prime attenzioni, è da lei che vuole sentire cosa il cuore e la testa hanno da dire.

Si chiama Sofia, la sua voce è dolce, calda, accogliente come un focolare che ha bisogno di essere continuamente alimentato perché la sua natura lo porta a spegnersi da solo. Dice di non essere più sicura, di avere paura di non farcela. Ci sono dei problemi di coppia.

Il compagno, Oscar, si sposta sulla sedia e scuote la testa con lo sguardo rivolto al pavimento.

Gli occhi di Sofia sono lucidi, da quando ha iniziato a parlare, ma si contengono.

«Sono problemini, dottoressa.» Interviene il compagno.

«Ho parlato con la mia psicologa» riprende Sofia ignorando le parole di lui «e mi ha consigliato di venire qui. Ho già ridotto la dose dei farmaci che assumo. Ma non me la sento… ho preso la mia decisione.»

Il compagno sospira.

«Quali farmaci sono?» Le chiede la dottoressa.

Sofia pronuncia i nomi dei farmaci che ha sospeso e quelli che ha ridotto, da quando ha saputo. La dottoressa annuisce e spiega alla coppia che ci sono medicine che è opportuno continuare, non smettere o cambiare a seconda della situazione per non incorrere in malesseri ingestibili.

La donna fissa la dottoressa. Una luce diversa per un attimo sgocciola da quegli occhi pugnalati.

Oscar si rivolge alla compagna. «Vedi? Puoi continuare a prendere qualcosa.» Sposta lo sguardo verso la dottoressa. «Sa? Siamo andati a trovare i parenti in questi giorni e… è crollata… forse non è stata una buona idea.»

«Forse no.» La dottoressa riporta l’attenzione su Sofia, la vede pensierosa come se rimuginasse da sola su chissà quali sensazioni. «Sofia, questa è la decisione più dura che una donna sia costretta a prendere.» Per alcune non è contemplabile, per altre, fin troppo ovvia. C’è spazio per tutto anche quando sarebbe meglio non ci fosse. «Quello che posso fare ora è darti tutto il tempo per poter riflettere e decidere senza pensare ad altre preoccupazioni tempistiche e senza l’oppressione di non poter avere scelta, nè una via di scampo. Fino a che non deciderai, procederai o ti presenterai non c’è niente di irreversibile e su cui non valga la pena soffermarsi.»

Sofia annuisce. Ha capito.

«Un’altra cosa che possiamo fare, se volete,» continua la dottoressa, «è sentire la nostra psicologa se può ricevervi, anche oggi stesso, in modo che possiate avere un altro confronto.»

La coppia accetta subito, non si consulta nemmeno, non ne ha bisogno, quasi stesse aspettando quelle esatte parole senza saperlo.

Sofia si reca in bagno prima di effettuare la visita e l’ecografia. La dottoressa e Oscar scambiano solo poche parole in sua assenza, giusto per riempire il vuoto. Forse lui vorrebbe dire molte cose, chiederne altrettante, sicuramente non essere lì. Ma l’unica cosa che pronuncia prima che la compagna rientri è che si trova lì per lei.

Sofia si stende sul lettino. La dottoressa percepisce un cambiamento, non nello sguardo, ma nei modi, nei suoi movimenti. Sono più sciolti, naturali. Prima erano rigidi e in genere lo sono in quei momenti, velano un rifiuto che non può essere proferito in altro modo, per paura o senso di colpa.

Il monitor dell’ecografo è rivolto verso la dottoressa, spesso le donne non vogliono vedere, forse perché lo farebbe sembrare più reale. Il punto è che è reale. Sofia invece si sporge dal lettino, cerca di sbirciare lo schermo. La dottoressa ha visto, l’immagine sull’ecografo e la reazione di Sofia, ruota piano il monitor verso di lei e il volto di Sofia si accende ad ogni grado conquistato. Gli occhi le brillano, sono di nuovo lucidi e ancora si contengono. La dottoressa punta il dito su un punto che appare e scompare, ne spiega il significato a Sofia e lei emette un leggero tremito e poi un sospiro che ha tutta l’aria di essere carico di sollievo. Di solito non è così, perchè il sollievo deriverebbe semmai dal contrario e il dolore nel vederlo sembra quasi paragonabile a quando nessun punto appare e scompare in chi invece lo vorrebbe.

Al di là della tenda divisoria Oscar è rimasto in silenzio, seduto sulla sua sedia come un cane in attesa che il padrone gli dia il permesso di muoversi. La dottoressa chiede sottovoce a Sofia se vuole far venire il compagno a vedere l’ecografia e lei annuisce. La reazione è immediata, non è una concessione, non ha esitato a emettere quel cenno di assenso, ma non è lei a invitare il compagno, è la dottoressa a farlo.

Quando viene chiamato Oscar urta contro la sedia, inciampa, si avvicina pronunciando “grazie” come un mantra, si colloca a fianco di Sofia, le cinge con il braccio la testa e rimane in attesa. La dottoressa preme un pulsante sulla tastiera e il punto che appare e scompare inizia a emettere un suono ritmico, accelerato, la dolce danza della vita. Oscar abbraccia più forte Sofia. La dottoressa fissa lo schermo, in silenzio, non vuole invadere quello spazio a tre: Sofia, Oscar e il loro punto vitale che appare e scompare.

La visita si conclude, la coppia siede di nuovo di fronte alla dottoressa e le pratiche vengono portate a termine come la richiesta iniziale prevedeva. C’è ancora molto su cui la coppia deve riflettere e c’è un confine che nessuno può mai varcare, né immaginare dove porterà.

Si congedano, la coppia ringrazia e la dottoressa torna alla sua scrivania.

Sulla porta si affaccia una ragazza. È da sola. La dottoressa la fa entrare, poi si sofferma sul secondo nome della lista dei suoi appuntamenti e controlla la data di nascita. Ha 19 anni.

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6 commenti »

  1. Molto belle le immagini, le metafore e i pochi dialoghi che danno il senso del ‘tutto’. Mi piacerebbe sapere che fine fa la coppia. Complimenti, brava!

  2. Ti ringrazio Manuela, mi fa piacere che ti sia arrivato quel senso del “tutto” in così poche battute. E’ proprio quello che speravo ed è molto gratificante ricevere un tale riscontro da chi non ti conosce e non ha mai letto niente di tuo. Grazie. il senso della fine, invece, è rimasto volutamente aperto perchè non era sull’epilogo che volevo soffermarmi, ma non è detto che non possa esserci in futuro. Spero di non aver lasciato un senso di incompiutezza.
    Approfitto per ricambiare i complimenti per il tuo “Sangue freddo”, ben scritto, profondo, mi è piaciuto davvero molto.

  3. Un senso di sospensione che vorremmo definire.
    Per me sarà maschio ed lo chiamerei Libero!

  4. Grazie del commento Sergio.
    “Libero” mi fa venire in mente il nonno di “Un medico in famiglia”…

  5. Un pezzo profondo, toccante, caratterizzato da emozioni contrastanti. Davvero molto bello, complimenti!

  6. Grazie Aurora per averlo letto e per il tuo bel commento.

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