Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Otto Bassotto and The Rock’s Band” (sezione racconti per bambini) di Decimo Lucio Todde

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

C’era una volta un tipo bassotto che si chiamava Otto.

Buh! Bauh! Buh! “ abbaiava senza voglia, mentre andava con passo stanco dietro quattro pecorelle. Otto aveva le zampe corte e grosse, un po’ sgraziate, un pelo corto color giallo sabbia e il muso schiacciato tutto nero nero che sembrava il pirata cattivo Barbanera.

Otto bassotto, però, era un cane buono.

Un occhio all’ingiù e l’altro all’insù, ecco… diciamo che non aveva un bell’aspetto, la testa sempre fra le nuvole ed un difetto: appena trovava un angolo soleggiato e luccicante di fiorellini si sdraiava come solo lui sapeva fare. Nascondeva i suoi occhioni languidi sotto le orecchie grandi grandi come due tappeti persiani e si abbandonava al suo svago preferito:

Ronfff!!! Ronfff!!! Ronfff!!!

Dormiva e dormiva mentre di lontano le pecorelle con belati armoniosi gli cantavano la ninna nanna.

Allora, solo allora, da una casettina tutta rossa e gialla si affacciava il vecchio pastore Giacomino e urlava: – Svegliati Ottooooooooooooooooooooooooooooo!!!

Il cane bassotto apriva un occhio e poi l’altro, si dava una scrollata e, con gran fatica, si tirava su. Tra uno sbuffo e uno sbadiglio, con il suo solito passo lento e stanco, s’incamminava per la collina, dove pascolava il gregge.

Che barba! Che noia! Sempre le solite colline e sempre le solite pecorelle che cantano la solita ninna nanna… Ci vuole più ritmo… Buh! Buh! Buh! ” sbuffava un giorno il cane bassotto, mentre si godeva il Sole della primavera, spaparanzato tra viole e ciclamini.

Ronfff!!! Ronfff!!! Ronfff!!!

Hello! I am Bill on the Rock. Dai, Otto, ci manchi solo tu. Su vieni con me! Ti porto in America. Vedrai che spasso! gli sussurrò all’orecchio un cane che aveva tutto l’aspetto di un musicista.

Rock Hotel

Las Vegas

Rock and Roll

MEMPHIS America

Be bop lula, she is my baby…Be bop lula… Cantava Otto Bassotto sul grande palcoscenico, assiepato da una folla di cani e cagnette che esultavano tutti per lui.

Otto Bassotto the number one!lo osannavano i cani di ogni specie e tipo, compresi tutti i cani bassotto di mezzo mondo.

Oltre a Bill on the Rocks che suonava la chitarra elettrica solista, si esibivano, alla chitarra basso e alla batteria, un barboncino “all black” e un volpino irlandese tutto rosso e lentigginoso, già noti artisti di fama internazionale.

Otto, con cappello ed occhiali da rockstar, cantava e ballava al ritmo forsennato del Rock and Roll. La vita noiosa di cane pastore era svanita di colpo in una canzone rock.

Otto! Otto! Ottoooooooooooooo!!! si entusiasmava il pubblico.

Questa sì che è vita! Che divertimento! pensava il cane bassotto.

Lo spettacolo ebbe un successo stratosferico. Tra mille, diecimila, centomila Buh! Bauh! Buh!, seguì una cenetta coi fiocchi, ricca di ogni leccornia: bistecche, fegatini, spezzatini, involtini e poi tiramisù, pasticcini, torte, tortine, biscotti, biscottini e chi più ne ha più ne metta. Nel bel mezzo della festa, però, apparve un tipo grasso grasso con un sigaro tra i denti e prese ad urlare: “ Sono il vostro manager! I am Mister Franck Bombetta. Caro Otto Bassotto and the Rock’s Band, da oggi in poi canterete soltanto quando lo vorrò io e, per tal motivo, dovete portare il collare e la museruola.

Noooooooooooo! gridò Otto Bassotto tutto spaventato “

Il collare no! La museruola… no! Non la sopporto Mister Bombetta! ”.

E invece sìììììììììììììììììììììììììììììì! tuonò l’omone.

Otto Bassotto fece un balzo che mai aveva fatto in vita sua e, facendosi strada in mezzo alla grande folla di cani e cagnette, raggiunse l’uscita e scappò via in preda alla disperazione più assoluta, mentre Mister Franck Bombetta urlava :

Fermati Ottooooooooooooooooooo!

Fine del sogno RocK !

Otto Bassotto si svegliò di soprassalto nel suo bel prato di viole e ciclamini.

    – Svegliati Ottoooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!! – urlava il vecchio pastore Giacomino.

Otto Bassotto si diede una mossa e, mentre s’incamminava con il solito passo stanco verso le sue quattro pecorelle, tirò un sospiro di sollievo e pensò : “ In fondo è stato solo un bruttissimo sogno! ”.

Si tuffò in mezzo al gregge e capì di essere il cane più felice del mondo.

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1 commento »

  1. Che bella storia…! Ho provato ad interpretarla più che a leggerla, proprio come farei in classe con i miei alunni: direi che si presta molto bene alla drammatizzazione, complimenti!
    E poi è proprio vero: il mondo della musica e dello spettacolo, oggi, sono davvero difficili da vivere…

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