Premio Racconti nella Rete 2011 “Otto Bassotto and The Rock’s Band” (sezione racconti per bambini) di Decimo Lucio Todde
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011C’era una volta un tipo bassotto che si chiamava Otto.
“ Buh! Bauh! Buh! “ abbaiava senza voglia, mentre andava con passo stanco dietro quattro pecorelle. Otto aveva le zampe corte e grosse, un po’ sgraziate, un pelo corto color giallo sabbia e il muso schiacciato tutto nero nero che sembrava il pirata cattivo Barbanera.
Otto bassotto, però, era un cane buono.
Un occhio all’ingiù e l’altro all’insù, ecco… diciamo che non aveva un bell’aspetto, la testa sempre fra le nuvole ed un difetto: appena trovava un angolo soleggiato e luccicante di fiorellini si sdraiava come solo lui sapeva fare. Nascondeva i suoi occhioni languidi sotto le orecchie grandi grandi come due tappeti persiani e si abbandonava al suo svago preferito:
Ronfff!!! Ronfff!!! Ronfff!!!
Dormiva e dormiva mentre di lontano le pecorelle con belati armoniosi gli cantavano la ninna nanna.
Allora, solo allora, da una casettina tutta rossa e gialla si affacciava il vecchio pastore Giacomino e urlava: – Svegliati Ottooooooooooooooooooooooooooooo!!!
Il cane bassotto apriva un occhio e poi l’altro, si dava una scrollata e, con gran fatica, si tirava su. Tra uno sbuffo e uno sbadiglio, con il suo solito passo lento e stanco, s’incamminava per la collina, dove pascolava il gregge.
“Che barba! Che noia! Sempre le solite colline e sempre le solite pecorelle che cantano la solita ninna nanna… Ci vuole più ritmo… Buh! Buh! Buh! ” sbuffava un giorno il cane bassotto, mentre si godeva il Sole della primavera, spaparanzato tra viole e ciclamini.
Ronfff!!! Ronfff!!! Ronfff!!!
“ Hello! I am Bill on the Rock. Dai, Otto, ci manchi solo tu. Su vieni con me! Ti porto in America. Vedrai che spasso! ” gli sussurrò all’orecchio un cane che aveva tutto l’aspetto di un musicista.
Rock Hotel
Las Vegas
Rock and Roll
MEMPHIS America
“ Be bop lula, she is my baby…Be bop lula…” Cantava Otto Bassotto sul grande palcoscenico, assiepato da una folla di cani e cagnette che esultavano tutti per lui.
“Otto Bassotto the number one! ” lo osannavano i cani di ogni specie e tipo, compresi tutti i cani bassotto di mezzo mondo.
Oltre a Bill on the Rocks che suonava la chitarra elettrica solista, si esibivano, alla chitarra basso e alla batteria, un barboncino “all black” e un volpino irlandese tutto rosso e lentigginoso, già noti artisti di fama internazionale.
Otto, con cappello ed occhiali da rockstar, cantava e ballava al ritmo forsennato del Rock and Roll. La vita noiosa di cane pastore era svanita di colpo in una canzone rock.
“ Otto! Otto! Ottoooooooooooooo!!! ” si entusiasmava il pubblico.
“ Questa sì che è vita! Che divertimento! “ pensava il cane bassotto.
Lo spettacolo ebbe un successo stratosferico. Tra mille, diecimila, centomila Buh! Bauh! Buh!, seguì una cenetta coi fiocchi, ricca di ogni leccornia: bistecche, fegatini, spezzatini, involtini e poi tiramisù, pasticcini, torte, tortine, biscotti, biscottini e chi più ne ha più ne metta. Nel bel mezzo della festa, però, apparve un tipo grasso grasso con un sigaro tra i denti e prese ad urlare: “ Sono il vostro manager! I am Mister Franck Bombetta. Caro Otto Bassotto and the Rock’s Band, da oggi in poi canterete soltanto quando lo vorrò io e, per tal motivo, dovete portare il collare e la museruola.
“Noooooooooooo! “ gridò Otto Bassotto tutto spaventato “
Il collare no! La museruola… no! Non la sopporto Mister Bombetta! ”.
“ E invece sìììììììììììììììììììììììììììììì! ” tuonò l’omone.
Otto Bassotto fece un balzo che mai aveva fatto in vita sua e, facendosi strada in mezzo alla grande folla di cani e cagnette, raggiunse l’uscita e scappò via in preda alla disperazione più assoluta, mentre Mister Franck Bombetta urlava :
” Fermati Ottooooooooooooooooooo! ”
Fine del sogno RocK !
Otto Bassotto si svegliò di soprassalto nel suo bel prato di viole e ciclamini.
- – Svegliati Ottoooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!! – urlava il vecchio pastore Giacomino.
Otto Bassotto si diede una mossa e, mentre s’incamminava con il solito passo stanco verso le sue quattro pecorelle, tirò un sospiro di sollievo e pensò : “ In fondo è stato solo un bruttissimo sogno! ”.
Si tuffò in mezzo al gregge e capì di essere il cane più felice del mondo.
Che bella storia…! Ho provato ad interpretarla più che a leggerla, proprio come farei in classe con i miei alunni: direi che si presta molto bene alla drammatizzazione, complimenti!
E poi è proprio vero: il mondo della musica e dello spettacolo, oggi, sono davvero difficili da vivere…