Premio Racconti nella Rete 2023 “Mio adorato fratello” di Nicoletta Ferace
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023Mio adorato fratello,
è un po’ che non ti scrivo e tu sai perché.
Il giovanotto gira il mondo, ormai, i tour sono lunghi e pesanti, e cerco di raggiungerlo quando posso.
Non ti preoccupare, non sono diventata una vecchia madre asfissiante.
Lo faccio per me.
È così bello sentirlo suonare, ed è diventato talmente bravo che lo farei anche se fosse un estraneo, ecco!
Te lo ricordi che sono un’ ottima fan delle vite degli altri, vero?!
Figurati con lui.
Ma mi mantengo discreta e riservata.
Cretina e sfacciata, per fortuna, non lo sono diventata mai!
Quanto piaceva anche a te, questo ragazzo?
È diventato un uomo, ironico e libero.
Ti darebbe soddisfazione.
E tu? Nella tua eterna giovinezza?
Come si sta?
“Vorrei capire con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo”, scriveva Aldo Moro alla moglie.
Oggi è il 9 di Maggio e mi impossibile non pensare a lui.
Mi piacerebbe, sì, ritrovarti com’ eri, mio, bellissimo, con quei tuoi immensi occhi verdi e traboccanti di bontà, trasparenti da riuscire a toccarti l’ anima.
Ma so che quel corpo non ti rendeva orgoglioso.
Era forte, ma non ne amavi più l’ immagine e la dimensione. E allora ti libero anche dal desiderio di rivederti. Mi basterebbe sentirti ancora, come ti sento ogni giorno.
Te ne sei andato senza avvisare e con tutta la brutalità del tuo solito coraggio, inesorabile. Ma, che ti abbia lasciato andare da subito, non te l’ ho detto mai.
Non ti ho detto mai che sapevo che l’ avresti fatto, sapevo che avresti scelto la leggerezza alla mortificazione della malattia.
E ti ho appoggiato, tesoro mio.
Non ho pensato mai che fosse delirio.
Mi manchi da sempre e per sempre,
ma non ho preteso di averti accanto anche se infelice, non ho pensato né a colpe nè mancanze.
La vita ti ha tolto tanto e tu l’ hai fregata, sei stato più veloce e più impavido, ti sei arrogato il diritto di decidere cosa farne.
L’ avessi avuto io il tuo coraggio!
Quante cose sarebbero andate diversamente. Eppure, mi vedevi così forte, così sicura.
Certo, forza ne è servita, ma non ho avuto scelta.
La scelta è altro.
È decidere di piegare una semiretta e renderla cerchio, o, viceversa, aprirlo verso l’ ignoto.
E questo me l’ hai insegnato tu.
Quante cose mi hai insegnato.
Probabilmente, tutto quello che conta, e quel po’ di luccichio che passa e scappa tra i miei occhi stanchi, lo devo a te.
Eternamente grazie, fratello mio
Che bella lettera, intensa, intrisa di nostalgia e dolore ma mai melensa. Complimenti!
Un commento attento e prezioso. Grazie, Caterina.