Premio Racconti per Corti 2023 “La maledizione del paese senza memoria” di Roberto Pareschi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2023Un bar di paese. Vittorio è tornato nel luogo dove ha trascorso la sua giovinezza. Sta raccontando di non avere da tempo notizie di Angela, sua moglie. Assieme a lui ci sono Giada, la padrona del bar, e Nives, un tempo suo grande amico. Entrambi hanno una buona ragione per odiarlo. Vittorio, per fuggire con Angela , aveva abbandonato Giada, la sua prima fidanzata. Angela aveva invece abbandonato Nives, con cui aveva una relazione.
Vittorio decide di stabilirsi per qualche giorno in paese. Una sera, passeggiando per la campagna, si accorge di una donna misteriosa, intenta a pregare davanti a una piccola croce. Gli viene riferito che in paese tutti conoscono quella donna come “ la donna che prega “, perché solita trascorrere le sue notti in quel modo e in quel luogo.
Don Paolo è il vecchio parroco del paese. Racconta di una terribile malattia, diffusa tra gli abitanti, capace di provocare dapprima la perdita della memoria e poi la pazzia e infine la morte. Dice di avere incontrato Angela e di avere saputo da lei che era in attesa di un figlio. Svela che entro pochi giorni Nives e Giada si sarebbero sposati.
La “donna che prega” si presenta a Vittorio e gli chiede di seguirla al vecchio cimitero del paese.
Qui, tra le tombe abbandonate, narra di un segreto che affonda le sue radici nel secolo scorso, quando in paese vivevano pochissime famiglie e Tribiano era destinato a scomparire. Per scongiurare questa fine gli uomini del paese, ora tutti sepolti nel vecchio cimitero, si macchiarono di un peccato innominabile. Decisero di stringere tra loro un patto blasfemo per riuscire, con qualsiasi mezzo, sacrificando ogni tipo di moralità, a ripopolare il paese. Solo grazie a questa folle decisione, Tribiano può ancora esistere oggi.
E’ notte. Giada non si è presentata al matrimonio che Nives aveva progettato per vendicarsi di Vittorio. Si trova, proprio in compagnia di Vittorio, in un albergo di un paese vicino. Dorme profondamente.
Vittorio raggiunge la croce dove ha visto inginocchiata la “ donna che prega”. Sulla croce è scritto un nome. Luca. Il nome con cui, lui e Angela, avrebbero desiderato chiamare il loro primo figlio.
E’ mattina. Giada è tornata nella propria abitazione. La televisione, rimasta stranamente accesa, trasmette in sottofondo una intervista a un famoso scienziato che parla della “maledizione di Tribiano “, una malattia che sembra essere una diretta conseguenza dell’elevato grado di consanguineità riscontrato tra gli abitanti.
Vittorio ritorna il paese. Durante il tragitto incontra Angela che gli parla di Luca, il loro bambino, e della croce eretta nel luogo esatto in cui è stato sepolto. Poi Angela scompare nuovamente. Nel disperato tentativo di ritrovarla Vittorio capita nel cimitero abbandonato del paese, dove scopre casualmente due tombe che non avrebbero dovuto esistere : le tombe di Angela e di Nives.
Sconvolto da quella scoperta, Vittorio raggiunge la casa di Giada per parlare con lei. Dalle sue parole scopre che la “maledizione” aveva colpito Angela, ancor prima del parto. Poco dopo la nascita, Luca, senza una madre capace di accudirlo, era morto di stenti ed era stato sepolto in campagna. Da lontano la “donna che prega” aveva osservato quella sepoltura e aveva preso l’abitudine di raccogliersi in preghiera ogni notte in quel luogo.
Giada svela anche a Vittorio il segreto delle tombe di Angela e Nives.
Un segreto a conoscenza solamente di poche persone che, proprio grazie a misteriosi effetti della “maledizione”, sono in grado di richiamare in vita, se pure per brevi periodi, individui a cui sono stati legati da un forte richiamo affettivo. Proprio questa facoltà ha consentito a Giada di chiamare Vittorio accanto a se.
Anche Angela e Nives sono riapparsi in paese per lo stesso motivo.
Ascoltate queste parole, Vittorio ha finalmente compreso di non appartenere più al mondo dei vivi. Dopo un ultima visita al paese, tenta di fuggire da Tribiano ma, nel farlo, finisce invece per scomparire, questa volta per sempre, inghiottito all’interno di quel “grande nulla” da cui Giada lo aveva richiamato.
Roberto, la storia della “maledizione di Tribiano” merita un romanzo. Non ci hai mai pensato?