Premio Racconti per Corti 2023 “Lella Maresca Sbisa’” di Anna Rosa Perrone
Categoria: Premio Racconti per Corti 2023Lucca – Piazza San Michele, ore 8.00 di un mattino.
La città si risveglia.
Percorrendo la piazza, si sente il rumore delle serrande di alcuni negozi che salgono lungo i rulli mostrando progressivamente parti sempre più ampie delle vetrine.
I bar invece sono aperti da qualche ora e registrano una certa affluenza.
Dentro lo storico bar della piazza, Gino, dietro il bancone davanti alla macchina da caffè, è pronto a soddisfare con velocità le richieste dei clienti che a quell’ora hanno sempre fretta, ma mostra una affettuosa familiarità con quelli abituali.
-Buongiorno signor Luca, il solito?
Luca è un impiegato della Banca Toscana e lavora presso una filiale aperta di fronte a Piazza S. Michele.
Gino lo guarda solo un attimo, è vestito come sempre da bancario: abito scuro, camicia bianca, cravatta dai toni seri.
Gino è già pronto ad avviare la macchina per il solito caffè espresso ma non ricevendo risposta si volta nuovamente verso il cliente, riproponendo la stessa domanda.
-Il solito allora…
-No, una grappa, oggi una grappa! e con un tono decisamente alterato aggiunge, maledizione ma proprio a me doveva capitare?
Gino solo allora si rende conto che il volto di Luca ha una espressione turbata e quasi impaurita.
Ora lo guarda più attentamente: la sua giacca è sgualcita e impolverata, il colletto della camicia fuori posto, la cravatta tirata attorno al collo quasi da strozzarlo.
-È successo qualcosa?
-Sì Gino, camminavo lungo via del Poggio e….
Flashback
Luca avanza senza fretta lungo una via, a una certa distanza, una donna seminuda e scalza corre in senso contrario nella stessa strada ma lui non se ne accorge.
La donna nella corsa travolge con violenza proprio Luca che quasi cade a terra. La poveretta piange e si stringe a lui che cerca di divincolarsi per capire cosa sta succedendo.
-Aiutami, gli grida, mi chiamo Lella Maresca Sbisà, mi inseguono, vogliono uccidermi per farmi tacere!
Subito dopo la donna, voltandosi, guarda con terrore due uomini che si avvicinano minacciosamente e scappa.
-Luca guarda interdetto i due uomini che lo raggiungono e continuano la corsa all’inseguimento della donna, uno dei due, capendo il suo sconcerto, voltandosi gli grida:
– Tranquillo è una donna fuggita dal manicomio di Magliano, non è pericolosa, è solo pazza….
Bar storico del centro
Gino credimi, sono ancora scosso e ho nelle orecchie il pianto disperato di quella donna; prima di riprendere la fuga, mi ha puntato addosso gli occhi e quasi con rabbia mi ha detto: sei anche tu superbo? Una domanda senza senso che per il tono mi fa ancora raggelare…
Gino sembra riflettere sul racconto di Luca…
-Che strano… ma è proprio sicuro che l’uomo abbia detto “è una pazza di Magliano”?
ho sempre creduto che il manicomio fosse stato chiuso dalla legge Basaglia.
Lei è troppo giovane Luca per conoscere la legge 180, saranno passati più di 20 anni… Ora che ci penso ricordo anche i titoli sui giornali, sì, sono sicuro il manicomio è chiuso ormai da moltissimo tempo!
Appartamento arredato in modo anonimo ma moderno, lo sguardo si incunea fra le stanze percorrendo il corridoio sino ad entrare nella camera da letto.
Dentro il letto un uomo, coperto dalle lenzuola, ancora dorme…
Sul comodino, la radiosveglia segna le 7.00 e la sua suoneria inizia a vibrare sempre più insistentemente.
Le vibrazioni sono così forti da far scivolare il libro, appoggiato sul piano in modo precario, sul pavimento.
Il libro mostra in primo piano la sua copertina; raffigura il celebre quadro di Picasso intitolato “sulla spiaggia”, figure femminili aggraziate eppure mostruose sono immerse fra terra mare e cielo, e su di esse domina il titolo “Le libere donne di Magliano”.
Sul pavimento anche una bottiglia di grappa quasi vuota.
Flashback
La radiosveglia segna le 4.00
Nella stanza la luce della abat-jour è ancora accesa e nel letto un uomo, coperto dalle lenzuola sino al collo è immerso nella lettura.
Le pagine scorrono fra le mani dell’uomo.
Il leggero fruscio di carta, nella camera, si anima trasformandosi in un vociare che mescola pianto e riso. Le voci prima anonime poi sempre più decise parlano e si riconoscono.
Sono la Lella, la Maresca, la Sbisà, le matte del manicomio di Magliano ancora “vive” fra quelle pagine, pronte a raccontarsi a chiunque sia disposto a seguirle nel loro delirio.
Una voce maschile avverte “I matti sono ombre come le radici fuori dalla realtà ma hanno la nostra immagine”, non bisogna essere superbi!
Proprio come nei sogni pensò Luca prima di chiudere il libro, spegnere la luce e addormentarsi.
Che bello ritrovare qui la brava Anna Rosa Perrone! Un racconto che secondo me sarebbe un bellissimo corto e che fa venir voglia di approfondire la tematica, perché il nostro bancario sicuramente non a caso viene travolto dalle pazze di Magliano! E poi, la superbia: brutta cosa…
Buona l’alternanza flashback – presente. Mi piace! Complimenti e in bocca al lupo!
Grazie Silvia per il bel commento.
Avevo già letto il tuo racconto, Anna Rosa, proprio poche settimane dopo aver finito il romanzo di Tobino, ma non ne avevo ricavato nulla di buono da scrivere. Tu invece sei stata molto brava a legare in queste righe passato e presente, come in altre tue storie che rievocano situazioni e atmosfere passate. Bella l’idea di unificare le tre individualità delle diverse libere donne in una sola figura. Giusto ricordare e tenere vive storia e letteratura con un bell’omaggio a un autore legato al premio, riscritto originalmente con un bel taglio cinematografico. Complimenti per la scrittura e grazie per il passaggio e il fin troppo generoso commento sulla mia storia, irrimediabilmente poco seria!
Che bel racconto, complimenti!
Un grande grazie a Marco per il bel commento. Quando leggo altri autori sento le voci dei personaggi e ” vivo” quelle storie. Attraverso i commenti del concorso spero di avere prova che questo succeda anche con il mio “inchiostro”.
Grazie Romina
Bel racconto, complimenti!
Fra qualche giorno scadranno i termini del concorso, a tutti i partecipanti un grande augurio di non perdere mai la voglia di raccontare storie.
Grazie Anna Rosa, e speriamo davvero MAI! In bocca al lupo! ?
Immagini cinematografiche, intreccio avvincente, suggestioni emozionanti: ritrovo tutti gli ingredienti per un corto superbo.
Complimenti.
Complimenti Anna Rosa. Ho trovato un po’ “pazza” – detto in senso positivo, adeguato cioè al soggetto – non solo la coprotagonista, ma anche la struttura del racconto, coi suoi flashback e inserti onirici.
grazie dei bei commenti a Roberto e Riccardo. Quasi quasi vi vedo leggere il libro e imbattervi nella lella Maresca Sbisa’!
Bello… ma quando scrivi «non è pericolosa, è solo pazza», superbo!
Grazie del bel commento GianMarco