Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Racconti nella Rete 2023 “Allontanati” di Ornella Munetti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023


In fondo si celebra qualcosa, questo è un compleanno. “Allontanati, sei troppo sotto, non riesci a
vedere”.
Sentivo questa frase e mi svegliai, mi sarei allontanata, lo avrei fatto per cercare un’altra vita ma non
potevo, ora era tutto chiaro e se mi fossi allontanata ora… no, non potevo. Ma cosa dovevo fare? Presi
il mio zainetto il mio fedelissimo, ci tenevo il necessario e soprattutto quello che poteva servirmi se
passavo dal Central Park. Già il Central Park, proprio al semaforo che separa l’incrocio lì vicino avevo
visto quell’uomo vestito di nero. Alto bello con i capelli sale e pepe, ricordava Richard Gere. Mi
sembrava mi guardasse ma più probabilmente guardava oltre me, il suo sguardo superava la mia testa
subito dopo aver penetrato i miei occhi. Almeno mi sembrava così, di sicuro aveva attirato la mia
attenzione. Al punto che non ricordavo più dove volevo andare. Non avevo subito il suo fascino era
tempo che non mi sentivo più interessata a questo, però qualcosa in lui mi aveva colpita. Allontanati,
sei troppo sotto, non riesci a vedere. Di nuovo queste parole. Allora se mi allontanassi vedrei meglio.
Ma cosa e perché vedere meglio, cosa c’è di meglio da vedere se ci si allontana? Anche quell’uomo
sembrava allontanare lo sguardo oltre me. Per vedere meglio o per vedere qualcosa, ma cosa?
Allontanati.
Se mi allontano rivedo tutta la mia vita, ma allora devo guardare indietro, per forza, non sono più
troppo sotto quindi ora posso vedere. Anche il compleanno è passato, mi hanno regalato un
mazzolino di fiori secchi io li preferisco non li so lasciar vivere quelli freschi però questo mazzolino è
carino ma è una via di mezzo tra un bouquet per una sposa e i fiori per una tomba. Il compleanno
festeggia l’avvicinarsi di qualcosa e l’allontanarsi di qualcos’altro. Allontanati sei troppo sotto, non
riesci a vedere, che incubo questa frase nella mia testa. Eppure dovrei avere il cervello sgombro, ho le
idee chiare, le istruzioni, so cosa fare.
Mi vesto di nero, ho parecchio tempo, credo di avere tutto il tempo che mi serve. Allontanati, sei
troppo sotto. Basta. Non voglio più ascoltare. Il compleanno è passato per fortuna, non sopporto le
ipocrisie degli auguri. A nessuno interessa degli anni di qualcun’altro. Allontanati, non riesci a vedere.
Auguri, ti stai avvicinando, allontanati. Sei troppo sotto. Allontanati. Questa frase mi opprime, mi
soffoca, decido di pulire la mia stanza. Sto passando l’aspirapolvere quando squilla il telefono.
Qualcuno ancora per gli auguri? Non mi interessa, non rispondo. Allontanati. Forse ora suonano alla
porta ma non sento subito, il rumore dell’aspirapolvere è troppo forte. Suonano ancora. Ora sento
bene. Sei troppo sotto. Le istruzioni erano chiare. Apro lo zainetto e prendo la mia pistola. Apro la
porta. Davanti me quell’uomo vestito di nero. Anche lui ha una pistola. Sono troppo sotto ma ora
vedo bene.

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