Premio Racconti nella Rete 2023 “Furry Race” di Manuela Oliveri
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023Oggi è il 23 febbraio. Giorno dispari, piede sinistro.
Ok, non sulle linee: sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra, destra. Aspetta! Ho chiuso a chiave la porta ieri? Devo controllare… è chiusa. Controllo meglio… è chiusa.
Oggi sento che è il giorno giusto. Sento che ce la farò.
Ieri no, ieri è andata male ma non è colpa mia. La sfiga mi perseguita. Ecco, il joystick sta lì. L’altro giorno ho vinto tre corse ed era lì che lo avevo lasciato, inclinato di quarantacinque gradi a destra. Sicuramente mi porterà bene. Uhm… il bip della console mi è sembrato diverso dal solito. O forse era come sempre? Oggi ha fatto “BIP”, di solito è “BI-IP”… e se questa cosa mi portasse sfortuna? No aspetta, riavvio tutto. Ah, ecco il mio solito “BI-IP”.
Per il torneo di oggi voglio il gatto rosso sulla spider nera… come si chiamava? Ah, Kodo. Sono quasi arrivato ai quarti finale con lui. Penso già all’ammirazione con cui mi guarderanno i miei avversari quando avrò quell’avatar… dovranno tutti riconoscere la mia superiorità. Già lo vedo il mio meritatissimo trionfo… “Painstorm – Vincitore torneo modalità folle”. E da lì finalmente l’accesso al club dei VIP. È quello il mio posto.
Vai! La prima è andata! Yaong, brutto coreano… insultami pure! Quanto ci hai creduto mentre tentavi quel sorpasso? Scusa tanto per essere capitato sulla tua strada, se butti via la console è comprensibile.
Comunque lo sapevo, oggi non ho sbagliato nulla! Coraggio, sotto a chi tocca brutte merde…
Ma vaffanculo! Perché doveva chiamarmi proprio adesso? A dirmi che le ho rovinato la vita, che dovrei trovarmi un lavoro, che non mi darà più i soldi… sempre lo stesso discorso. Crede di farmi sentire in colpa ma si sbaglia. Se solo sapesse quanto è difficile vincere a questo gioco! Pagano lei per pulire i cessi, come se ci volesse una grande abilità! Che mondo di merda, dovrebbero pagare me per la fatica e il talento. Per tutte le ore di duro allenamento che mi hanno permesso di diventare il campione che sono. Finalmente posso ottenere un riconoscimento, posso dire di essere bravo in qualcosa…
Ecco, ho perso! Io, il numero uno, perseguitato dalla sfiga. Era il giorno giusto, lo sentivo. Ma poi è arrivata quella telefonata. Colpa sua, è colpa sua. Devo spegnere il telefono.
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Oggi è il 24 febbraio. Giorno pari, piede destro.
Destra, sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra. Sento un buco allo stomaco, credo di avere fame. Ora che ci penso, ieri non ho mangiato nulla, mi sono allenato duramente e poi sono crollato. Sono rimasti due dei biscotti che ha portato mamma… forse sono stato troppo duro con lei, magari la chiamo. In fin dei conti non ha avuto una vita facile… quello stronzo l’ha messa incinta e poi si è dato alla macchia – gli auguro una morte atroce. Ha dovuto fare tutto da sola. Però non posso chiamarla oggi, non posso riaccendere il telefono, devo vincere. Domani, dopo che avrò vinto, la richiamo. Aspetta, ho chiuso a chiave la porta ieri? Devo controllare… è chiusa. Controllo meglio… è chiusa. Adesso mi sento al sicuro. Nessuno può entrare, nessuno può distogliermi dal mio intento.
“BI-IP”, bene. Questo è il suono della vittoria, sento che mi diventa duro. Oggi prendo Kuma.
Ah ah, cosa abbiamo qui? Chaton, complimenti per la fantasia. Certo che i francesi non brillano di originalità, hanno sempre questi nickname stupidi. Painstorm vs Chaton… è già vinta in partenza! Beccati il mio gas di scarico, brutto mangiabaguettes! Ah ah, muori!
Sono ai quarti di finale! Sento i capelli appiccicati alla faccia, il sudore che mi cola giù per la schiena. Devo prendere bene quella curva, cazzo! E poi boost! No! Non ci posso credere, è successo di nuovo! Quei bastardi maledetti hanno una fortuna esagerata, ma se quell’imbecille del vicino di casa non avesse chiuso la porta così violentemente io non avrei mai perso. Lo fa sempre, mattina e sera. Mi chiedo cosa campi a fare quell’uomo. Per rovinarmi l’esistenza. Puoi pure accostarla quella dannata porta! Invece no, la sbatte per farmelo sentire. Per darmi fastidio e deconcentrarmi. Come se non sapessi che tutte le volte che si porta a casa una delle sue troie si assicura che io lo senta. Mica lo fa perché ha voglia di scopare, lo fa solo per farmi un dispetto.
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Oggi è il 2 marzo. Giorno pari, piede destro.
Destra, sinistra, destra, sinistra, destra, sinistra. Non ricordo più da quanto tempo non faccio una doccia. Per fortuna ho messo via tutti gli specchi qui dentro. Non mi piace guardarmi. Devo essere uguale a quel bastardo dato che non somiglio per niente a mia madre. Sarà per questo che lei mi odia.
“BI-IP”. Kodo, non deludermi. Sento che ormai manca pochissimo. Suonano alla porta, non posso alzarmi.
A proposito, l’avrò chiusa? Poi controllo. Ma adesso fingo di non essere in casa. È mamma, non l’ho più chiamata. Ora che ci penso, non ho più acceso il telefono. Se ne farà una ragione. Mi dispiace per lei, la sento piangere, ma non può capire. Lei mi vorrebbe come Dimitri, lo so. Il bambino perfetto. Lo studente modello. Uomo in carriera e padre impeccabile. Sempre a sbattermi in faccia i suoi successi. Credo di odiarlo. Se solo mamma vedesse quanto sono bravo, se solo capisse.
Non ci posso credere! Ho perso di nuovo. Io! Proprio io, che sono in grado di prendere le curve a gomito in derapata con le gomme lisce! Nessuno ha la mia classe! Voglio distruggere tutto! Sono io il numero uno! Hanno una fortuna esagerata! No, no, no! Il joystick si è rotto, ho pure spaccato il muro. Ok, mi calmo. Per fortuna ne ho un altro.
Deve esserci un modo, non posso continuare così. Succede sempre qualcosa che mi porta un flusso di energia negativa… cosa posso fare?
Lampo di genio: il fuoco! Serve quello. Il fuoco purifica, il fuoco porta bene. È un richiamo ancestrale. Lo diceva sempre il nonno. Come ho fatto a non pensarci prima?
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Oggi è il 7 marzo. Giorno dispari, piede sinistro.
Aveva ragione mia madre. Avrei dovuto studiare di più, ho già finito i libri da bruciare. Ho frugato per casa ma non trovo più nulla. Ho bruciato anche la chitarra, tanto non mi serviva più. Mi tocca fare a pezzi la sedia su cui gioco. Pazienza, starò col culo per terra. Fatto sta che ieri sono arrivato in semifinale per la terza volta di fila, la strategia è giusta. Devo solo fare un fuoco più grande.
Ho sentito quel demente del vicino sul pianerottolo lamentarsi della puzza di bruciato ieri. Ancora a portarmi sfiga quel cane maledetto… quanto vorrei entrare a casa sua e dare fuoco a tutti i suoi mobili inutili! Anzi no, mi porterebbero sfortuna, sono impregnati dell’essenza di quell’uomo di merda. Terrò la finestra chiusa, per adesso.
“BI-IP”.
Oggi è il grande giorno, oggi cambio gatto. Mello.
Sono sempre stato affascinato da quanto facilmente prenda fuoco l’alcol. E oggi sacrifico il mio trono per la vittoria. Sto sudando, mi lacrimano un po’ gli occhi ma sono in semifinale. Aggiungo la gamba della sedia al rogo.
Il bello è che dicono che sono matto. Ma questa è la dimostrazione lampante del fatto che ho sempre avuto ragione.
La finale, con un americano. Circuito insidioso. Sono forti gli americani, ma oggi tocca a me. Sono zuppo, sento il cuore che va all’impazzata. Butto nel fuoco lo schienale imbevuto di alcol. Vai, brucia e fammi vincere.
Non riesco più a tenere gli occhi aperti, tossisco a ogni respiro, ma corro. Mancano gli ultimi istanti, gli ultimi tre tornanti. Devo continuare a correre. Ecco il traguardo! Ho vinto! Ho vinto.
Ma brucio. Fa male. È nero.
Qualcuno sta prendendo a pugni la porta: l’avrò chiusa?
Ah….che desolazione la vita virtuale!!!
Gran bel racconto, davvero! Ti tiene inchiodato alla sedia (sperando che non bruci!) e il finale è un pugno nello stomaco, anche se uno se lo aspetta. Incredibile, infatti, che tu riesca ad avere un effetto sorpresa nonostante ci si aspetti il drammatico epilogo: merito delle parole, che tu usi con una maestria da professionista – la domanda “l’avrò chiusa”, ultima riga, è un tocco di classe. Bravissima!
Mamma mia che ritmo, bellissimo! Ti tiene inchiodata questo racconto, e senti la sua stessa ansia, entri nella sua follia, complimenti!
Bel racconto, ritmo veloce e folle, tocchi la sua pazzia a mani piene.
Grazie per i vostri commenti! Sono molto lusingata.
Mi è piaciuto, tanto! Credibile fino alla fine, coinvolgente. Brava!
Un’adrenalinica corsa ad ostacoli, dove la follia sembra diventare normalità. Complimenti!
L’incipit divertente lascia spazio alla progressiva compassione che si fa spazio nel lettore fino all’epilogo tragico: molto bello, incalzante, complimenti!