Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2023 “Uomo di fumo” di Camilla De Gaspari

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

Siamo uomini di fumo. Siamo nuvole che nessuno considera davvero. 

A pensarci la nostra vita si basa sul pellegrinaggio.

Viaggiamo in modo instancabile attraverso il mondo, per i nostri movimenti o attraverso le voci delle persone. 

Siamo sulle labbra di tutti ma non tocchiamo nessuno.

Sembra strano vedere il mondo con occhi diversi eppure quando a scuola ti chiedono di farlo tutti usano elementi piuttosto banali: un cane, un diario, una penna. 

Io penso sia perché nessuno ha il coraggio di dire cosa siamo davvero. In effetti fa impressione dirlo ad alta voce. Serve un certo allenamento per farlo, non è cosa da tutti. Ma al contrario degli altri penso di potermelo permettere. Il motivo? Non ne ho la minima idea. Forse perché a sedici anni qualcuno si rende conto di come va il mondo mentre qualcun altro ancora aspetta i genitori davanti alla scuola. 

Io ho smesso di aspettare, forse perché dei genitori non li ho mai avuti.

Sono grande ormai, man mano che il tempo passa cresco sempre di più. 

Vivo in un posto pieno di gente come me. È un posto triste in cui ognuno di noi è nato per motivi altrettanto spiacevoli: depressione, noia, voglia di provare nuove emozioni e anche per amore. Una cosa triste l’amore. 

Già perché solo noi vediamo cosa c’è dietro i sorrisi falsi o dietro le litigate concluse con delle scuse mediocri.

Io ho l’anima grigia, ormai consumata dal tempo. Se vi chiedete il perché la risposta è semplice: ho scoperto come sono le persone.
Eh già. L’adolescenza non è così grandiosa come tutti credono. 

Pensate che ognuno deve ragionare allo stesso modo, indossare gli stessi vestiti, ascoltare la stessa musica. Altrimenti?

Altrimenti chi non lo fa rimane fuori. Già. Sarà destinato a non avere amici, a tornare a casa da scuola senza niente da raccontare perché durante le ore di lezione era troppo concentrato a contare i minuti che mancavano prima di uscire da un inferno di solitudine e indifferenza. 

È giusto? Assolutamente no. Ma si fa comunque. 

Di questo non ne ho mai capito il senso.

Sono sempre stato dell’idea che dei nostri corpi e delle nostre anime tra cent’anni non rimarrà niente e a quel punto non importerà a nessuno che scarpe indossavamo o che gente frequentavamo. 

Però ora è diverso: “nel ventesimo secolo devi goderti la vita” dicono tutti. “Perché non ti fai una canna, ti ubriachi o stai con tantissime ragazze” continuano. 

È questo il problema. 

Ogni volta che sento frasi del genere non so se pensare di essere asociale o se credere che quelli siano solo degli idioti. 

Forse la seconda opzione è la più adatta. 

Eppure sono davvero troppi quelli che continuano a dar retta a coloro che offrono un posto in un gruppo di “amici” a patto di fare qualche stronzata per divertimento. 

Sono arrabbiato? Molto, ma continuo ugualmente. 

E perché sono arrabbiato? Beh la cosa che mi ha sempre infastidito nella gente è l’esigenza di compiacere gli altri. Quella necessità di avere l’approvazione di persone stupide quanto loro che cercano attenzioni. 

Ciò che mi fa innervosire di più però è che tutti questi gruppetti di ragazzini privi di obiettivi e di sogni sembrano avere la meglio su tutto. 

“Vedrai che prima o poi tutto torna”, dicono gli adulti. Forse è vero, ma ogni tanto una piccola punizione anche subito non farebbe male a nessuno.

In fondo però, chi siamo noi senza un gruppo a cui appartenere? 

Chi siamo senza persone da seguire? Chi siamo se non abbiamo degli standard da rispettare? 

Giusto?

Sbagliato. 

Volete sapere cosa siamo? 

Siamo aria. 

Però tranquilli, la differenza tra le persone, proprio come per l’aria è davvero sottile: c’è chi è aria pura, chi vive per la gioia di essere al mondo e chi c’è per aiutare gli altri ma anche per essere aiutato. Poi c’è chi è fumo. C’è chi viaggia ammucchiato, solo per cercare l’attenzione e far distogliere lo sguardo della gente dall’aria pulita per qualche istante facendo posare loro gli occhi su una nuvoletta grigia e puzzolente. 

Eppure, per quanto disgustoso possa essere, il fumo attrae tutti. 

Attrae i giovani perché è “una cosa da grandi” e i grandi perché è “una cosa da giovani”. 

Per me è solo una cosa da stupidi. 

Ognuno di quelli che sono “aria pulita” è arrabbiato perché pensa che alla fine il fumo l’avrà sempre vinta. Tutti noi sappiamo che la maggior parte delle volte la vita non punisce definitivamente i peccatori. Non succede mai, anche se dovrebbe. Ma tutti vanno avanti imperterriti. 

Però attenzione. Colpo di scena. 

Voi “puri” siete davvero aria? Se pensate che sia così mi dispiace deludervi, ma la risposta è “no”. 

Siamo tutti delle orrende macchie di fumo capaci solo di trascinare con noi rimorsi, delusioni e momenti tristi. Però li mascheriamo bene perché siamo in gruppo. 

E quindi, perché siamo fumo?

Siamo in perenne viaggio, costantemente in movimento verso una meta che nemmeno conosciamo. Ma continuiamo a correre perché lo fanno anche gli altri. 

È triste come cosa ed è per questo che quando ci siamo noi il mondo si colora di grigio. 

È triste ma il fumo non ha gli occhi e come lui nemmeno noi li abbiamo per accorgerci di chi stiamo seguendo. 

Com’è vero che siamo tutti un agglomerato di nicotina e sogni infranti, è vero anche che il fumo ormai sta riempiendo il pianeta. 

Ma a pensarci bene quando fumi in giardino, cosa fa quella nuvoletta grigia dopo aver incontrato l’aria pura? Sparisce. 

E a quel punto cosa rimarrà? Niente.

Prima di finire voglio dare un consiglio a tutti, me compreso, anche se so che questo compito inutile lo leggerà solo lei: godiamocela questa vita. Viviamo ogni respiro della gente, ogni battito, di quei pochi che ci rimangono, che tanto siamo fumo e siamo destinati a sparire nell’aria. 

Quindi sì professore, penso che se ognuno di noi dovesse reincarnarsi in qualcosa sarebbe l’ultimo tiro di una sigaretta perché invadiamo il mondo, lo sporchiamo e lo infettiamo, solo perché ci sembra giusto farlo.

Solo perché l’hanno fatto anche quelli prima di noi. 

Che cosa triste, non trova?

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2 commenti »

  1. Amara e opinabile constatazione!
    Aggiungiamoci manciate d’amore e di sorrisi!

  2. Brava!

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