Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Okidoki, Martino” (sezione racconti per bambini) di Stefano Bordoni

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

C’era una volta, tanto tempo fa, un pescatore di nome Martino. Quella sera, come tutte le sere, Martino prese la sua barchetta e lasciò il porticciolo del paese per godersi il tramonto e la compagnia del mare e dei suoi abitanti. Per Martino era una sera molto speciale, perché il giorno seguente la sua figlia primogenita sarebbe andata in sposa niente di meno che al Granduca di Marzaglia. Il paese avrebbe avuto una festa di cui parlare per anni a venire e lui non vedeva l’ora di prenderne parte. Lasciandosi cullare da quel pensiero felice e dalle onde del mare, Martino si addormentò profondamente. Ma quella notte il mare gli giocò un bello scherzetto. Portato dalle onde e da un forte vento di maestrale, la barchetta di Martino uscì dalla baia e si allontanò nel mare aperto. Alle prime luci dell’alba, Martino si svegliò con un freddo da battere i denti. Si alzò in piedi e non credette ai suoi occhi: una gigantesca montagna di neve stava minacciosa proprio di fronte a lui. Per mille palamite! Esclamò Martino. Ma dove sono capitato! Guardando meglio quella montagna, vide che c’era un cartello e si avvicinò in tutta fretta. La scritta non lasciava alcun dubbio e diceva: BENVENUTI AL POLO NORD. Oh, me tapino! Che sventura è mai questa! Così lontano da casa morirò presto di fame e di freddo e soprattutto non potrò mai arrivare per tempo al matrimonio di mia figlia! Mentre Martino si  crucciava per la sua disgrazia tenendosi la testa tra le mani, vide comparire all’orizzonte tre strani individui in abito nero. Ti dico Benvenuto, disse il primo. Anch’io, disse il secondo. Anch’io, disse il terzo. Martino li guardò e non capì. Chi siete? Chiese loro. Io sono un bellissimo pinguino, disse il primo. Anch’io, disse il secondo. Anch’io, disse il terzo. Martino non sapeva cosa fosse un pinguino, ma non gli restava che accettare quella strana compagnia e fidarsi di loro. Ho fame e freddo e devo tornare assolutamente a casa mia, disse loro. Non ti preoccupare, abbiamo cibo e vestiti per te, dissero all’unisono i pinguini. Vieni con noi! Così Martino fu accompagnato all’ingresso di quella che sembrava una vecchia miniera abbandonata. I pinguini gli cucinarono del buon pesce e gli portarono alcuni vecchi indumenti che, dissero, a loro non servivano perché erano troppo grandi. Nonostante si fosse scaldato e ben rifocillato, Martino rimaneva sempre molto triste. Perché sei così triste? gli chiesero i pinguini. Devo tornare subito al mio paese, perché tra poco devo accompagnare mia figlia alla chiesa dove si sposerà. Potresti seguire le correnti del mare e, come un pinguino, nuotare fino là, disse il primo pinguino. Callacallacalla, disse il secondo pinguino. Callacallacalla era il suono che i pinguini facevano quando non erano d’accordo tra di loro. Dovresti cercare una balena e chiedere un passaggio fino al tuo paese. Le balene sono molto amiche dei pinguini e nuotano più veloci. Callacallacalla, disse il terzo pinguino. Questa miniera è stata costruita dai nani e porta molto lontano da qui. Porta nella Cina cinese, me l’ha detto uno di loro. Callacallacalla, disse il secondo pinguino, tutti sanno che porta nella valle dei Giganti, altro che Cina cinese. Callacallacalla, disse il primo pinguino, ma che valle dei Giganti! Tutti i pinguini per bene sanno che questa galleria porta a Comacchio, dove vivono draghi alti come le case! Callacallacalla, disse il terzo pinguino. Callacallacalla, disse il secondo pinguino. Callacallacalla, disse il primo pinguino. I pinguini si erano messi a litigare così forte in pinguinese che Martino non capiva niente di quello che dicevano e si allontanò ancora più triste. E’ permesso? Chiese una voce che veniva dalla porta della miniera. Era Peloso, l’orso curioso del polo nord. Scusate, ma non ho potuto fare a meno di sentire i vostri discorsi e vorrei aiutarvi a risolvere il problema. Ero molto amico dei nani della miniera che guarda caso, mi hanno lasciato una mappa della galleria. Come potete vedere, la miniera arriva a Valle Fiorita, vicino al Granducato di Marzaglia. Ma è proprio vicino al mio paese! esclamò Martino. Evviva! Dissero i pinguini che avevano fatto pace per la buona notizia. Si, ma come farò ad attraversare tutta la galleria? E’ buia e lunghissima. Ci vorranno giorni e giorni di cammino. Venite con me, disse Peloso. Questo è il carretto che usavano i nani per trasportare i diamanti. Visto che siamo al Polo Nord, la strada è tutta in discesa e basterà darti una bella spinta per farti arrivare fino a destinazione. Così Martino salì sul carretto mentre Peloso e i tre pinguini si rimboccavano le maniche per dargli la spinta più forte che potevano. Addio e grazie, amici! disse Martino. Okidoki! dissero Peloso e i tre pinguini. Il carretto cominciò la sua corsa e dopo poco andava così forte che Martino chiuse gli occhi dalla paura. Quando li riapriva, poteva vedere solo un piccolissimo forellino alla fine di quella galleria. Ma dopo un tempo che parve interminabile, il carretto usci alla luce del sole e finì la sua corsa in un bosco di faggi marini. Ma questo è il bosco di Valle Fiorita! Presto, non c’è tempo da perdere! disse Martino raggiante mentre correva verso la sua casa. Così Martino raggiunse il paese proprio in tempo per portare sua figlia all’altare e partecipare alla festa più bella che il paese di Marzaglia avesse mai avuto. La festa durò tutto il giorno e tutta la notte e quando alla fine il paese si risvegliò, un messo informò Martino che il Granduca in Persona lo aspettava al porto con un regalo.

Per ringraziarti di questa bella festa e della moglie più bella del mondo, ho deciso di regalarti questa nuova barca, disse il Granduca che era un tipo a posto e voleva un gran bene a Martino. Una barca nuova! Proprio quello che ci voleva, visto che la sua era rimasta al Polo Nord, anche se nessuno sapeva ancora della sua avventura. Così , quella sera, come tutte le sere, Martino prese la sua barchetta e lasciò il porticciolo del paese per godersi il tramonto e la compagnia del mare e dei suoi abitanti. Si addormentò e sognò che era arrivato al Polo Nord con la sua barca e che alcuni pinguini e un orso curioso l’avevano aiutato a tornare a casa. Chissà se è successo davvero, pensò Martino. Ma dopo un po’, cercando un amo nelle sue tasche, trovò un biglietto con una scritta: OKIDOKI, TORNA PRESTO!

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1 commento »

  1. Complimenti, i tuoi racconti sono tutti e tre simpatici, originali e davvero ben scritti!

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