Premio Racconti nella Rete 2023 “Come si vestono i fantasmi ?” (sezione racconti per bambini) di Romina Zecchini
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023Che strano giorno fu quando i vestiti del mio armadio, stanchi e annoiati di starsene tutto il giorno fermi, appesi, stecchiti e inamidati, decisero di uscire e farsi un giro all’aria aperta.
Non vi dico che caos si scatenò:
“I fantasmi!” Urlava la gente in preda al panico. Un parapiglia in tutto il quartiere.
Un gatto che passeggiava tranquillo e fiero, alla vista del passaggio delle vesti, fece un tal salto di paura che si ritrovò aggrappato alla faccia di una povera nonnina che, per sventura, passava proprio di lì.
“Entrate in casa, salvatevi!” Urlò Gustavo il postino quando un paio di jeans gli fece lo sgambetto, facendo cadere a terra tutte le lettere custodite nella sua borsa.
Per non parlare delle tre Agate in terrazza. Le tre donnine pettegolone, che per una strana coincidenza condividevano il nome, Agata per l’appunto, sempre pronte a sparlottare della gente che passava, nel vedere quello scenario di abiti animati, strabuzzarono gli occhi e si lanciarono a gambe all’aria dal terrore: “Meglio farci gli affari nostri, entriamo in casa e serriamoci dentro per bene!”.
Ma non furono queste le stranezze più grosse del giorno in cui i miei vestiti decisero di uscire dall’armadio.
La grande confusione procurata dal terrore, arrivò all’orecchio di un gruppo di spettri che da millenni viveva invisibile e indifferente poco lontano da lì e di cui nessuno aveva mai parlato.
In verità ci fu un tempo in cui anche i fantasmi si aggiravano per i quartieri, soprattutto in autunno, svolazzando come foglie mosse dal vento, ma ci si abituò presto a quelle presenze ondeggianti nell’aria, e le urla lasciarono, a poco a poco, spazio al disinteresse.
Perciò degli spiritelli nessuno parlava più da anni e anni, e l’esperienza della paura apparteneva ad un’epoca così remota che sono certo che quasi nessuno lo abbia in memoria.
I fantasmi, appresa la notizia delle terrificanti vesti, si affrettarono a giungere sul luogo per assistere a quello scompiglio che tanto si vociferava, e vista la scena iniziarono ad ingelosirsi: “E’ profondamente ingiusto! Quando usciamo noi nessuno ci vede, niente urla, non un sobbalzo, non un “SI SALVI CHI PUOOOOOOOOOO!” Disse un fantasmino del gruppetto.
“Urge un’assemblea!” Aggiunse il fantasma più saggio.
Gli spettri si riunirono per decidere come rivendicare il loro diritto di tornare a spaventare che credevano ingiustamente sottratto da un branco di stupide stoffe impettite!
Nel frattempo, gli abiti continuavano la loro parata, senza far caso al panico che procuravano: “L’avevo detto io che era meglio uscire dal quel postaccio umido” Disse il Cappotto di lana di mio padre.
“Sento il sole che mi passa tra le fibre…brrr che bella sensazione!” Commentò il Maglione di mia mamma.
“Che vita movimentata c’è in giro! Le persone si divertono, corrono, saltano, urlano di gioia!” Pensava tutta entusiasta la mia Tuta preferita.
MA INTANTO….
I fantasmi, decisi a prendere la situazione di petto, sbucarono all’improvviso davanti alla sfilata di moda cercando di bloccare la strada alle vesti che invece proseguirono senza batter ciglio.
“Ferme lì! Inutili vestaglie! Tornate nei vostri armadi, altrimenti dovrete vedervela con noi!” Le minacciarono gli spiritelli.
I vestiti però non sentirono una sola parola e continuarono fieri il loro cammino, trapassando i fantasmi che si trovarono di colpo intrappolati in pantaloni, golf e mutandoni a pois!
La situazione sembrava davvero buffa, un groviglio di vesti rigonfie che fluttuavano in aria, assumendo posizioni e forme strampalate.
Gli abitanti del quartiere guardavano con gli occhi stralunati ed espressioni paralizzate e i fantasmi iniziarono a sentirsi improvvisamente considerati, visti, notati, esaminati!
Che sensazione essere al centro dell’attenzione, non accadeva da millenni.
Era fantastico creare il panico e procurare tremarella.
Finalmente avevano conquistato ciò che gli spettava di diritto. Il diritto di essere loro gli unici spaventosi e famosi del quartiere!
Per farlo però avevano bisogno di indossare abiti sgargianti, cappelli di lana e calzamaglia. Si sentivano un po’ ridicoli ma per un po’ di notorietà questo ed altro! Ai vestiti la collaborazione andava bene, anzi probabilmente non ci prestarono nemmeno molta attenzione, per loro la cosa importante era cambiare aria ogni tanto.
Iniziarono così giorni e giorni di Sfilate della Paura. Impazzavano luci e flash di macchine fotografiche, urla e terrore si diffondevano ovunque e i giornali non parlavano d’altro.
Ma ben presto la gente si abituò anche a questo.
E sia fantasmi che vestiti tornarono a gironzolare nella totale indifferenza di tutti.
Per Romina.
Gli abiti ghostbusters…!!?
Simpatica storia.
Grazie per averla letta!Spero renda la comicità anche senza illustrazioni, è difficile lo so.
In un racconto per bambini le illustrazioni sono molto importanti, se ne avverte la mancanza, ma la storia c’è e illustrata secondo me è valida.
Dipende poi tutto dall’età di lettura che immagini per il tuo racconto.
Bellissimo racconto Romina, ben scritto e descritto, divertente, immagini tutto e sorridi. È metaforico, attuale (vedi il finale) e lascia una serie di bei messaggi a grandi e piccini. Brava davvero, complimenti!
Come in molte fiabe il racconto fantastico racchiude una verità che parla più ai cosiddetti grandi che ai bambini. La nostra società ormai è abituata ad ogni cosa e non si stupisce o si impaurisce più di nulla. Non c’è nella tua storia un richiamo ai grandi problemi del presente , la guerra , il disastro climatico, ma è proprio l’atteggiamento della società di fronte a fatti “nuovi” e imprevisti, fuori dai cardini della razionalità il grande problema. Complimenti Romina, trovo il tuo racconto ben scritto ed efficace.
Grazie Sonia, grazie Caterina e grazie Anna Rosa. Mi fa piacere si colga il messaggio dietro la leggerezza del racconto. Vi ringrazio di cuore!
i racconti per bambini sono la letteratura più preziosa… vado controcorrente lo so, ma tant’è: mi ha (in)segnato più Rodari che Foster Wallace. da incorniciare quel “Si sentivano un po’ ridicoli ma per un po’ di notorietà questo ed altro”…