Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2023 “Una stella di nome Wendy” di Marco Tartaglione

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

Sarà forse quel nome a rendere chi lo porta capace di vivere avventure straordinarie, superare ostacoli di ogni genere per poi volare in alto sopra alle stelle, dritto fino al mattino. C’era una volta una Wendy, proprio come quella partorita dalla penna dello scrittore James Matthew Barrie, papà di Peter Pan.
Ma se una su un’isola ci è arrivata solcando l’azzurro dei cieli, l’altra, protagonista della nostra storia, su un’isola invece ci è nata. 

La nostra Wendy non è una bimba sperduta, ma una semplice ragazzina alta, alta, dalla capigliatura afro e lo sguardo sempre sorridente. Dietro a quell’aria così solare, però, traspare un’increspatura, una velata malinconia racchiusa nei suoi due profondi occhi neri. Probabilmente perché crescere in una famiglia senza il papà non deve essere una cosa facile. Ma nei suoi pomeriggi c’è il pallone a farle compagnia, a scacciare via qualsiasi triste pensiero dal suo giovane volto color del caramello, quando ogni giorno si reca sulla spiaggia di Le Prêcheur, comune francese d’oltreoceano situato nella parte nord occidentale della Martinica, per giocare insieme ai suoi coetanei. Tutti maschietti, un po’ come vuole la tradizione, perché il calcio, specialmente su quel lembo di terra accarezzato dalle cristalline acque del Mar dei Caraibi, è uno sport esclusivamente maschile.

Eppure, col tempo, tra un ginocchio sbucciato ed una scottatura di troppo sulle spalle per il sole battente, in quella ragazzina alta, alta inizia a maturare uno spiccato talento, accompagnato da un particolare e sempre più crescente desiderio. Un sogno un po’ fuori dal comune. Il sogno, meravigliosamente ambizioso, quanto terribilmente fragile in una realtà regressa come la sua, di diventare una calciatrice professionista.
“È un lavoro che non esiste. Pensa a un’altra cosa!”, la redarguisce prontamente la maestra di scuola, quando le chiede cosa vuol fare da grande.

Ma Wendy non ascolta quei rimproveri insensati, anche perché dalla sua parte ha la mamma, la sorella e la zia, che la supportano e la spronano a non mollare. E Wendy non molla. Continua con coraggio a custodire e a proteggere quel suo sogno così delicato, cingendolo con amorevole passione ed ammirevole caparbietà tra le proprie piccole dita, come fossero robuste aste di una palizzata inespugnabile. “Un giorno giocherò anch’io in Francia!”, ripete sempre con vigorosa convinzione quando guarda Les Bleus in televisione, forte del sostegno dei suoi cari e di quella sua determinazione così divampante che spesso negli adulti si affievolisce troppo presto.

Non ci sono però soltanto circa 7000 km di oceano a separarla dal Paese di Pascal, di Montesquieu, dei fratelli Lumière , di Coco Chanel e di Zidane, in cui approdare per tentare di raggiungere il proprio obiettivo, ma anche una distesa altrettanto infinita di preconcetti ed ignoranza.
Wendy non è però intenzionata ad arrendersi, perché tutto può essere combattuto ed infine sconfitto. La distanza con un aereo, il pregiudizio con l’ostinazione.

Nel 2005, quando ha compiuto 15 anni, finalmente quella ragazzina alta, alta ci riesce, si trasferisce in Francia, dove comincia la sua carriera calcistica tra le fila del Rapid Club du Lorrain. Una piccola squadra in effetti, non particolarmente blasonata, ma allo stesso tempo un perfetto trampolino di lancio per iniziare a mettere in mostra le proprie qualità. E la grande occasione non tarda ad arrivare. Trascorre infatti appena un anno, quando gli osservatori dell’Olympique Lione fiutano il suo potenziale e subito decidono di ingaggiarla.

Da quel momento in poi Wendy non si ferma più. Dopo aver velocemente conquistato la fiducia e l’ammirazione di tutti, a suon di prestazioni lodevoli, diventa capitano della sua nuova squadra.
Con il Lione, nel giro di qualche stagione, arriva addirittura a collezionare ben 32 trofei, tra cui 8 Champions League e 14 campionati, oltre a tanti altri premi individuali, che di fatto la portano letteralmente a volare sul tetto del mondo. Non per opera di una qualunque polvere di stelle incantata, ma grazie al duro sacrificio e ai meritati successi.

C’era una volta una Wendy, perché oggi quella semplice ragazzina alta, alta, dalla capigliatura afro e lo sguardo sempre sorridente non c’è più. Oggi al suo posto, sotto quella chioma ancora più scomposta di ricci arruffati, c’è uno dei migliori difensori del mondo. Una muraglia di 187 cm, quasi impossibile da valicare, baluardo insuperabile della Nazionale francese e orgoglioso capitano del suo club. Una donna, tenace e realizzata. Un’atleta, magnifica ed esemplare. Una campionessa, diadema prezioso non solo del calcio femminile, ma dello sport intero.

Alla fine la nostra Wendy non ha dovuto combattere contro Capitan Uncino e la sua sordida banda di feroci bucanieri. Non ha incontrato fatine, indiani, sirene o un gigantesco coccodrillo che risuonava a tic-tac lungo il proprio cammino. Eppure quella tracciata fino a qui è comunque una storia altrettanto eccezionale. Una storia vera, non di fantasia. Una storia di rivincita personale. La storia di una normalissima ragazzina che, attraverso il sudore della propria fronte, è riuscita alla fine a coronare il suo sogno. Dalle desolate e lontanissime sabbie della Martinica fino ai verdi manti dei più importanti stadi di tutto il mondo.

C’era una volta una Wendy, una ragazzina alta, alta, dalla capigliatura afro e lo sguardo sempre sorridente. C’ è oggi una stella, una étoile, luminosa e splendente per tutte le generazioni future.
C’è oggi la calciatrice Wendy Bernard.

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7 commenti »

  1. Per Marco Tartaglione.
    Una bella storia di tenacia e voglia di raggiungere gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere che cade proprio a fagiolo oggi che è la festa della donna!
    Bravo!!! (alla Francese).

  2. Grazie mille Sergio!

  3. Un bellissimo e toccante racconto! Complimenti Marco.

  4. Grazie mille Giulia! 😀

  5. un racconto dalla delicatezza poetica, un sogno che diviene realtà

  6. Davvero un bel racconto, delicato come una carezza sul viso. Complimenti!

  7. Lucia e Manuela grazie mille, gentilissime! Sono contento che il mio racconto via sia piaciuto! 😀

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