Premio Racconti nella Rete 2023 “Le fatine” di Sergio Saponati (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023…Celestina , come al solito, non era ancora pronta..
E quando non trova una scarpetta, e quando ha i capelli in disordine, e quando…
Insomma una frana!
Si, perché tutte le altre fatine erano già pronte sulla linea di partenza per spiccare il volo su nel cielo azzurro.
Le fatine (Celestina, appunto, e poi Carioca, si perché scura di pelle e amante della samba e del merengue, e poi Ciarliera, che, come si può immaginare, parla, parla, parla fino allo sfinimento, e tutte le altre che poi citeremo) erano appunto pronte per portare a termine una nuova missione di pace e di amore, compito che ormai erano impegnate ad assolvere da molto tempo e da fare ce n’era veramente assai.
Queste fate patentate, dolci e birichine, vivevano nella grande foresta ai piedi del monte Amore in una parte piuttosto incontaminata dell’Ammazzonia, anch’essa una realtà da difendere con coraggio e a denti stretti.
Si erano amichevolmente ed allegramente divisi i compiti per tutte le cose che c’erano da fare nella comunità.
Vivevano insieme con gioia, aiutandosi vicendevolmente, cantando, ballando, facendo feste pittoresche e rumorose dove invitavano gli amici gnomi, i nani del bosco, gli elfi, i viandanti di passaggio ed anche tutti i numerosi animali della foresta a cominciare dal cerbiatto Chicco, dallo scoiattolo Puffy, dal gufo Occhialone e così via tutti gli altri…
Rubinia si occupava di preparare le pomarole, le marmellate, e la frutta sciroppata, mentre Fornetta preparava il pane caldo, gli arrosti, le crostate e tutto quanto si poteva cucinare in forno o sul fuoco.
Quando era tutto pronto, al suono della campanella agitata dalla fata Tintinna, tutte si sedevano attorno al grande tavolo di legno massello che si trovava nella radura centrale circondata da simpatici salici piangenti e pini secolari e, insieme agli ospiti del giorno, cominciavano a banchettare, gustando le numerose prelibatezze preparate dalle fatine cuoche, ridendo e scherzando e raccontando aneddoti, storie e barzellette, a volte anche piccanti.
Alla fine del pranzo un bel caffè caldo e corroborante e poi o la pennichella, o la lettura di un libro, o un riposino sull’amaca, o una partita a carte o, per le sportive Sakkarina e Schiavonella, una bella gara di ping pong e poi una passeggiata nel bosco.
Dopo questa lunga pausa pranzo, ognuna tornava alle sue occupazioni istituzionali…
Calcolina era la studiosa del gruppo.
Era lei che, quando era ispirata, si posava sul ramo più alto dell’Albero della Ragione e si metteva a fare i conti di tutte le spese e di tutti i guadagni della comunità, tirando giù bilanci battendo frenetica le cifre sopra una vecchia calcolatrice a manovella che, tratran… tratran… tratran…, faceva scorrere il rotolino di carta pieno di numeri che man mano spenzolava nel vuoto.
A lei si rivolgevano un po’ tutte per conoscere cose sconosciute, per sapere tanto di tutto e per consigliarsi.
Ognuna di loro era in possesso di una bacchetta magica che serviva a vari usi, leggi spolverare la casa in un batter d’occhio o apparecchiare la tavola in un secondo, ma, soprattutto, era lo strumento con il quale le fatine, sciamando dal cielo in un volo fantasioso e puntando alla terra, volando basse toccavano tutto il brutto e il nero di mitragliatrici, carri armati, bombe, missili e soldati e, in un istante, li trasformavano in cespugli di rose, rosse ed odorose, in giardini freschi e rigogliosi, in campi di papaveri e di girasoli, in figli dei fiori.
Questa volta, appunto, dopo che Celestina aveva dato il benestare dichiarando che il cielo era terso e azzurro, libero da nuvole e da tempeste, avevano spiccato il volo dalla cima degli alberi verso un punto alto del cielo e da lì, al via gridato da Starterina, si erano lanciate come uno stormo aereo verso la terra, dirigendosi sulla Striscia di Gazza Ladruncola.
Arrivate a pelo di terra cominciavano a toccare con le loro colorate bacchette magiche tutto quello che di brutto e di cattivo incontravano durante il volo, sprigionando dalla bacchetta un fluido colorato che inondava ogni cosa, trasformandola in fiori, farfalle, passerotti cinguettanti, verdi arbusti, ruscelli, e trasformando i soldati in giovani hippies.
Piss, piss, piss,… il verso delle bacchette magiche!
…Ed era come scrivere peace, peace, peace…!
In quello che era diventato una distesa di campi di fiori, i giovani hippies, tenendosi per mano e facendo un girotondo insieme a tutte le fatine, compresa Tremula, la fatina più timida e schiva del gruppo, cominciarono a ballare, frastornati e increduli di quanto era successo e, agitando delle larghe foglie di palma sulle quali le fatine avevano disegnato e scritto
“Peace and love” iniziarono ad intonare una canzone d’amore e di speranza, sempre più forte e sempre più appassionata: “You gotta let the sunshine, you gotta let, oh let the sunshine in, the sunshine on in, the sun, oh let it it shine on in…devi lasciare, oh, si, lasciare che la luce del sole entri, il sole, oh lascialo risplendere dentro…!”
Fu veramente un bel giorno di sole quello e, mentre i giovani hippies si accomiatavano, dopo essersi scambiati baci e abbracci calorosi con le simpatiche fatine che raccomandavano loro di proseguire nella vita ispirandosi sempre ai valori della pace, dell’amore, della solidarietà e della nonviolenza, quest’ultime ripresero il volo verso casa librandosi nel cielo come rondini a primavera.
Hai un’immaginazione vigorosa, le tue fatine sono una più accattivante dell’altra… il finale hippie strappa un sorriso sicuro. Complimenti!
Fossi in te, farei un esperimento sui tempi della narrazione: dopo le prime quattro righe, in cui sono in piena azione, c’è un lungo intervallo di spiegazioni prima di tornare alla storia. Rimpasterei gli ottimi contenuti tenendo la lettura più in bilico tra la descrizione del loro mondo e l’evento narrato.
Chissà, magari avresti una sorpresa. C’è un grande potenziale creativo tra le righe.
Grazie per avere condiviso!
Che bella ambientazione!
Va bene così…!!!
Grazie dell’apprezzamento!
Grazie, Romina!
Una bella favola! Scorrevole. Per un attimo ti senti sospeso in volo con le fatine. Azzeccati i nomi delle fate, Calcolina e Starterina carine assai. 😉