Premio Racconti nella Rete 2023 “La gallina Gina” di Lorenzo Chianese (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023C’era una volta una gallina che viveva in un pollaio con una recinzione molto, molto alta. La gallina Gina, a differenza di quanto pensano in tanti, era sensibile e intelligente. Le piaceva più di ogni altra cosa guardare il tramonto. Era vissuta sempre nello stesso pollaio, perciò aveva visto ogni giorno il sole tramontare al di là della medesima montagna. Quanto avrebbe voluto sapere cosa succedeva al sole quando oltrepassava quella montagna!
Un giorno Gina vide un lombrico che si era avventurato nel pollaio e che procedeva veloce come un lombrico. Lo catturò senza problemi, ma prima di mangiarlo, visto il suo carattere di gallina sensibile, gli chiese se aveva un ultimo desiderio. Il lombrico era così impaurito che non riusciva a parlare. Terrorizzato, tratteneva il fiato. Allora la gallina, in attesa di una risposta, gli raccontò del proprio desiderio di vedere il tramonto da lassù in cima alla montagna. Fu in quel momento che il lombrico ritrovò la voce e disse: “io posso farti uscire di qui, così potrai andare in cima alla montagna a vedere il tramonto. In cambio tu non mi mangerai!”. “Affare fatto” disse la gallina, incredula ma incuriosita.
Il lombrico cominciò subito, prima che la gallina potesse cambiare idea, ad organizzarne la fuga. Sapeva che il recinto era troppo alto per poter scavalcare, e poi proprio lui che era solito strisciare per terra non poteva neanche immaginare di passare da sopra. Chiamò a raccolta gli altri lombrichi della fattoria e, vedendoli tutti assieme, capì che niente era impossibile. Fece due squadre, una lavorava dall’interno del pollaio e una dall’esterno. Cominciarono a scavare col buio, verso le undici di sera, quando i lavoranti della fattoria erano andati via da un pezzo, e i proprietari erano già a letto. Nel giro di poco più di tre ore il tunnel sotterraneo che partiva dall’esterno del pollaio si unì al tunnel scavato dall’interno. Il lombrico chiamò la gallina e la invitò a entrare nel tunnel. La gallina entrò, a malapena e con grande difficoltà. Il tunnel, infatti, era maledettamente stretto. A un certo punto Gina non riusciva più a muoversi. Allora i lombrichi della prima squadra cominciarono a spingerla, e quelli della seconda squadra a tirarla. Centimetro dopo centimetro la fecero avanzare. Ci fu un momento in cui Gina non respirava più e voleva tornare indietro, allora i lombrichi fecero un buchetto verso l’alto che fece passare un po’ d’aria e questo diede nuova forza alla gallina che allora volle continuare. Circa due ore dopo fu finalmente fuori!
Era ancora buio, quindi la fuga poteva continuare. Al mattino i lavoranti appena scorto il tunnel avrebbero cercato di riprenderla. Quindi via, più veloce che poteva nella direzione della montagna! Stando attenta alle volpi! E solo dopo aver salutato il lombrico ed i suoi compagni che l’avevano aiutata ad evadere!
La montagna era alta, piena di arbusti da superare che rallentavano il cammino. Alle prime luci del mattino non era ancora arrivata nemmeno a metà della salita. La gallina capì di dover trovare un rifugio e prima ancora di poter decidere dove e come nascondersi si sentì avvinghiare. In non più di qualche secondo era in aria, in alto, molto in alto. Talmente in alto da sentirsi svenire. Ci mise un po’ a capire che un altro pennuto, uno molto più forte e abile di lei nel volo, l’aveva catturata. Il falco si stava però dirigendo verso la cima della montagna e questo particolare le diede forza e le instillò la fiducia di poter sopravvivere. Quando il falco la depositò tra le ossa delle sue precedenti prede, Gina capì, visto il suo carattere di gallina intelligente, che doveva agire in fretta se voleva salvarsi, quindi, copiando quanto fatto dal lombrico, disse al falco: “io posso aiutarti a realizzare il tuo sogno”. “Ah sì?” rispose il falco Talco “e come potresti aiutarmi tu che sei una gallina a far schiudere le uova che la mia compagna sta covando?”. La gallina pensò subito che era stata incredibilmente fortunata e rispose: “ma io sono una esperta di covate! È tutta la vita che non faccio altro, sono una professionista io! Portami dalla tua compagna e la aiuterò”. In breve, dopo un altro volo in quota, la gallina Gina fu presentata alla compagna del falco come un’esperta di covate. Tra le due pennute scattò subito una certa simpatia. Lavorarono insieme per rendere il nido più accogliente. Ogni volta che i falchi si allontanavano per cercare il cibo, la gallina continuava a covare le uova mantenendole al caldo e proteggendole da possibili attacchi di predatori. Quelle settimane andò tutto liscio: un bel giorno le uova si schiusero e nacquero i falchetti. La gallina rimase lì ancora qualche giorno, poi chiese di poter proseguire il suo cammino e salutò. I falchetti piansero, e Gina si dispiacque, ma in fondo fu contenta di essere diventata parte di una famiglia di pennuti così diversi da lei.
Si trovava ora vicina alla sommità della montagna. Riprese a camminare e in poco più di un’ora arrivò in cima, proprio nel momento in cui il sole cominciava a tramontare. Quello che vide andò al di là della sua immaginazione di gallina sensibile e intelligente. Davanti a lei, infatti, un grande sole arancione si calava dentro un enorme specchio d’acqua. Il sole scese lentamente, pezzetto dopo pezzetto, fino a scomparire lasciando ancora per un po’ una luce violacea all’orizzonte prima che il buio prendesse il sopravvento.
Allora la gallina non poté fare altro che ripensare alla sua avventura, ai lombrichi, al tunnel, al volo, ai falchi con i loro falchetti. Pensò pure che ormai nulla avrebbe potuto impedirle di realizzare il suo nuovo sogno di immergersi anche lei in quell’enorme specchio d’acqua.
E fu così che si rimise in marcia.
Oh, povera gallina, che fine farà! Molto carina questa storia, la gallina è coraggiosa e furba quindi spero che alla fine troverà un modo per navigare sull’acqua senza immergersi.
Complimenti.
Simpatica gallina, sono certa che piacerà ai bambini! Una bella fratellanza che mostra come ciascuno possa essere utile agli altri nel proprio ruolo.
La storia, poi, si apre a nuove possibili avventure.
Credo dovresti sostituire la parola bruco con verme, immagino sia la traccia di un’idea precedente.
Complimenti!
grazie Romina e grazie Paola
Paola, hai ragione è un refuso, solo che adesso non riesco a modificarlo!
Bella storia quella della gallina Gina!
È proprio vero: nella vita non bisogna mai arrendersi.
Osare e tentare sono le caratteristiche del vincitore.
Grazie Sergio. Se ti capita di far leggere il racconto a un bambino o a una bambina, fammi sapere che ne pensano!