Premio Racconti nella Rete 2023 “Il signor S. Aldo” di Augusta Peri
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023Mi presento. Nacqui da madre e padre sconosciuti. Sono apolitico per partito preso, apocalittico e apodittico di indole, vivo d’istinti e di stenti. Credo che nella vita sia necessario spiegarsi e cerco sempre di essere chiaro. Ma in realtà sono incompreso, inconcluso e inconcludente. Non amo le conclusioni né gli addii ma sono ben educato, sebbene per principio non saluti mai quando esco da una stanza e neanche quando esco da una vita, almeno credo… perché in realtà non sono mai uscito dalla vita di nessuno perché mai ci sono entrato.
E d’altro canto perché mai dovrei entrare nella vita di qualcuno? Non sarebbe che una storia piena di ambiguità.
Supponiamo che fossi interessato a farlo, bisognerebbe bussare a mani piene per non sembrare un cialtrone, bussare coi piedi – si dice così –, e non è gran che bello, sembra quasi che uno voglia prendere a calci la porta: sembra ma non è, non lo è per me almeno.
E siamo già alla prima ambiguità.
Poi qualcuno ti apre, supponiamo una signora in bigodini di mezza età, e ti fa accomodare, non senza averti levato l’impaccio della cesta che tieni in mano, piena di cose con cui omaggiare l’ospite. E allora resti nudo, impalato per frazioni di secondi sull’uscio, finché la signora ti invita ad accomodarti. Infreddolito quasi. E timido, senza la tua, anzi la sua, cesta, che nel frattempo la donna ha lestamente appoggiato sul tavolo della cucina; e, affrettandosi, ha – nell’ordine – sbirciato nella scatola di cioccolatini, guardato la marca del vino, sistemato i mandarini nella dispensa. Tutta roba biologica, eh! Mentre tu impalato guardi il divano stile imperiale nella stanza.
Ma che ci sei andato a fare a casa della signora? Ecco, ora ricordi, volevi entrare nella sua vita. Nella vita della signora in bigodini, di nome Carla.
Carla ha una vita ampia, ben arredata, spaziosa e comoda, e una bella vista, no… quella è la casa. Non è la stessa cosa entrare nella vita di Carla o nella sua casa. La differenza sta nel fatto che la vita di Carla non è abitabile.
Comunque poco male, Carla non mi piace perché mi ha lasciato nudo senza cesta. Meglio tagliare la corda mentre lei va di là, le chiederò un bicchiere d’acqua. E zac, via!
Lo sapevo che non aveva senso entrare nella vita di Carla. Ho perso il mio tempo. E’ meglio se torno a cercarlo adesso, prima che piova. Devo averlo lasciato sul divano. Ma come faccio a tornare, dovrei spiegarle che non ho nessuna intenzione di entrare nella sua vita, ma solo di ritrovare il mio tempo; e lei capirebbe? E’ troppo lungo da spiegare e se non capisce siamo alla seconda ambiguità: io vado a cercare il mio tempo e lei crede che io voglia entrare nella sua vita.
Ma ci andrò lo stesso.
“Buonasera, caro signore, prego si accomodi, speravo che lei tornasse. Guardi ha dimenticato il suo cappello.”
“Oh grazie Carla, credo di aver perso da questi parti anche il mio tempo. Mi potrebbe aiutare a ritrovarlo?”
“Ma certo, do un’occhiata sotto il divano, potrebbe essersi infilato lì sotto, cadendo”
“Oh cielo! Non si sarà mica rotto?!”
“Stia tranquillo so come ripararlo.”
“Ma se lo trovo l’ammazzo.”
“Anche lei con questa vecchia storia di voler ammazzare il tempo, su non si agiti, risolveremo tutto con calma.”
“Eccolo lì il suo tempo, guardi è in un angolo, si è nascosto.”
“Grazie Carla non so come ringraziarla. Lei è stata molto gentile con me.”
Bravina Carla col mio tempo! Che poi ad essere sinceri è un tempo di merda. Mica me l’aspettavo da una signora in bigodini che ci sapesse fare con un tempo di merda. Cioè col suo sì, ma col mio…
Potremmo condividerlo, certamente anche lei avrà un tempo di merda da qualche parte nella sua vita…
No. Non se ne parla. Non ha senso condividere un tempo di merda. Ora torno a casa e lo sistemo in un posto sicuro per benino così non lo perdo di nuovo. Lo chiuderò per bene in una stanza per essere sicuro che non provi a scappare.
Ma che cazzo ci faccio con un tempo di merda chiuso in una stanza?
Forse è meglio lasciarlo andare. E se non volesse?
Lo pregherò di andarsene.
Su, tempo di merda va’ via…
Mi è piaciuto, belle le assonanze iniziali e la capacità di parlare di solitudine e paura con leggerezza ed ironia. Ho sperato che non fosse autobiografico, ma no, non credo.
Credo invece che tu sia bravo con le parole. Continua così.
Un racconto coi tempi giusti – per restare in tema. Frizzante come un bel monologo teatrale.
Sicuramente non ho perso tempo leggendoti. Anzi è stato un tempo ben speso, sospeso e coeso.
Complimenti e in bocca al lupo! Originale!!!!
Beh, grazie! (Antonella, sono una donna!)
Perdonami Augusta, me ne sono accorta poco dopo aver premuto il tasto di invio. Ma la sostanza non cambia, brava!
Brava Augusta!
Un buon personaggio il tuo narratore, aperto a tanti sviluppi, quando vorrai. Accattivante giocosità sul tempo.
Un piacere leggerti