Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2023 “Un addio movimentato” di Gessica Pegoraro

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

“Niente furbate, hai capito Gabriele?” mi aveva chiesto severamente mio padre, dopo avermi imposto di accompagnare in chiesa mia nonna e la sua vicina, per assistere al funerale di una loro amica.

“Ma papà, io non so se…” avevo provato a replicare.

“E mentre tu fai questa cortesia io andrò a pagare i danni che tu e i tuoi amici avete causato durante la tua festicciola” aveva concluso lui, stroncando qualsiasi obiezione.

Così eccomi qui, in un afoso pomeriggio di luglio, ad accostare l’auto accanto alla casa di mia nonna, che mi aspetta in compagnia di un’altra donna anziana dall’aria smarrita.

“Ciao tesoro” mi dice nonna dandomi un bacio e salendo in auto “Lei è Brigida, la mia vicina” aggiunge indicando la donna, che si sta sistemando la veletta del cappellino.

“Buongiorno signora” dico mettendo in moto “Saremo alla chiesa in cinque minuti”

“Chiesa?” chiede perplessa Brigida.

“Sì” risponde la nonna “Per il funerale di Magda”

“Oddio, è morta Magda?” domanda Brigida stupita “Poveretta, così giovane” e scuote la testa addolorata, mentre mia nonna sospira con l’aria di chi ha già ripetuto varie volte quella scena.

Dopo aver parcheggiato e attraversato la piazza arroventata, entriamo in chiesa ed io ne approfitto per avvicinarmi alla nonna “E’ una mia impressione oppure la tua vicina è un po’…”

“Assorta?” completa lei.

“Sì, non mi sembra molto presente” dico mentre guardo Brigida che vaga tra le file di panche.

“È rimasta vedova un anno fa e da allora alterna momenti buoni ad altri in cui…Oddio, cosa sta facendo con l’acquasantiera?” si interrompe la nonna, precipitandosi verso l’amica che si sta rinfrescando braccia e collo con l’acqua benedetta posta in un catino di marmo.

“Brigida, è meglio se andiamo a sederci” le dice prendendola sottobraccio e incamminandosi per la navata centrale.

Comincio a seguirle, ma dopo pochi metri veniamo fermati da una signora dai capelli candidi e lo sguardo d’acciaio, che esclama sorpresa “Oh, anche voi qui!”

“Certo” risponde nonna “Magda è sempre stata una mia cara amica, è ovvio che io venga al suo funerale”

“Magda è morta?” chiede Brigida addolorata.

Nonna sospira e sta per risponderle, ma l’altra donna la anticipa “Ma sì, poverina, sembrava stare bene, invece all’improvviso…sarà stata l’aria di quel posto dove viveva, sempre così umido”

“Veramente” risponde secca la nonna “Lei diceva che l’umidità le faceva bene perché la faceva sentire idratata”

“Sarà, ma ora guarda quanta strada deve fare per tornare alla tomba di famiglia” ribatte l’altra.

“Fortunatamente credo che chilometri e distanze non la preoccupino più” dice nonna con un sorriso tirato “E poi in questo viaggio la accompagnerà suo figlio Francesco e…” si interrompe, guardando verso il portone principale “Aspetta, mi sembra che quello che è appena entrato sia proprio lui”.

Stringe il braccio di Brigida ancora più forte e si dirige verso l’uomo che si è seduto su una panca dell’ultima fila, tenendosi la testa fra le mani.

“Ciao Francesco, sono Rossana, l’amica di tua madre, ti ricordi?” gli chiede in tono premuroso.

Lui annuisce e risponde “Sì Rossana, mi ricordo, ma adesso sono un po’…” e scuote la testa.

“Certo, lo immagino e ti faccio le mie condoglianze. Tua madre era una persona splendida, gentile dentro e…”

“…e idratata fuori” conclude Brigida.

Lui ha un momento di perplessità, poi scuote di nuovo il capo e dice “Il fatto è che, come se non bastassero il dolore per la morte di mamma e il trambusto per organizzare il funerale qui, si è appena aggiunta un’altra brutta sorpresa”

“Cosa è successo?” chiede la nonna.

“Il carro funebre, che era partito insieme a me, ha preso l’uscita sbagliata dell’autostrada. Ora si trova a circa trenta chilometri da qui, ha finalmente l’indirizzo corretto ma non arriverà prima di venti minuti. Mi sembra un incubo”

“Mi dispiace caro” gli dice nonna posandogli una mano sulla spalla

Brigida le sussurra in un orecchio “Chi si è perso?”

“Lui mi stava spiegando che purtroppo l’autista del carro funebre ha sbagliato strada, ma ora sembra aver risolto”

“Ha comprato un atlante?” chiede l’altra speranzosa.

Nonna fa un altro sospiro e poi cerca di cambiare argomento “Francesco, ti presento mio nipote Gabriele” gli dice indicandomi “Che oggi ha avuto la gentilezza di accompagnarci qui in auto”

Io stringo la mano dell’uomo e gli faccio le condoglianze, cercando di ignorare Brigida che dice ad alta voce “Ma lui è stato più bravo perché non si è perso”

Francesco sembra sempre più provato, ci dice che vuole uscire per richiamare l’autista e nonna si offre di accompagnarlo. Prima però, mi si avvicina e mi chiede sottovoce di restare in chiesa e tenere d’occhio Brigida “Perché a volte si confonde”

Così inizio a camminare lungo le navate della chiesa con lei, che sembra conoscere ogni santo raffigurato da statue e dipinti.

“Vedi, Samuele…”

“Veramente, Brigida, io mi chiamo Ga-brie-le” le dico scandendo ogni sillaba.

Lei mi guarda con aria stizzita “Lo so benissimo come ti chiami; ciò che stavo cercando di dire è che quello raffigurato sulla prossima pala è San Samuele” dice scuotendo la testa “I giovani d’oggi non hanno più rispetto per nessuno”

A quel punto il giovane d’oggi decide che ha bisogno di una sigaretta, ma prima deve trovare un modo per intrattenere la sua velata compagna. Lo sguardo cade sull’altare della Madonna, illuminato da un centinaio di fiammelle.

“Brigida, visto che ci sarà da aspettare, che ne dice di accendere una candela e pregare per la povera Magda?”

Lei si illumina “Certo, mi sembra un’ottima idea, Emanuele” dice iniziando a frugare nella sua borsetta “Ma temo di aver dimenticato il portamonete a casa”

“Nessun problema” la rassicuro “La moneta la metto io e la preghiera la mette lei, che ne dice?” le chiedo portandola di fronte al piedistallo ricolmo di candele.

“Certo Gioele, con piacere” sorride lei.

Sorvolo sul terzo cambio di nome, verso l’obolo dovuto, le consegno la candela e mi dirigo spedito verso l’uscita.

Appena fuori dal portone mi accendo una sigaretta e inizio a fumarla con calma, quando all’improvviso sento la voce della nonna “Cosa ci fai qui?”

“Niente, sto solo prendendo un po’ d’aria…ci sono novità sul carro funebre?”

La nonna mi indica Francesco, che sta parlando al cellulare in maniera concitata “Purtroppo l’autista del mezzo è straniero e non parla bene l’italiano, quindi è molto difficile capire dove si trova e dargli le indicazioni giuste” sospira dispiaciuta guardandolo “Povero caro, ha perso la madre, per la seconda volta in pochi giorni”

Poi si volta di scatto verso di me e mi chiede “Ma se tu sei qui, dove hai lasciato…”

Prima che lei finisca la frase dal portone della chiesa esce Brigida.

“Eccoti qui!” esclama la nonna “Stavo giusto chiedendo a Gabriele dove fossi”

“Oh, preferisco stare qui fuori, si sta decisamente meglio” risponde lei agitando un fazzolettino.

“Ma qui è molto più caldo, mentre in chiesa fa più fresco” dice la nonna.

“Sarà anche fresco” ribatte l’altra “Ma comunque non si riesce a respirare, con tutto quel fumo”

“Fumo? Quale fumo?” chiede la nonna sgranando gli occhi.

La risposta arriva subito, come un segno divino, solo che invece delle trombe celesti sentiamo suonare l’allarme antincendio della chiesa, seguito dall’uscita precipitosa delle persone presenti al suo interno. Una di loro, poco dopo, ci dice che “stranamente” la tenda dell’altare della Madonna ha preso fuoco, riempiendo la chiesa di fumo e facendo scattare l’allarme.

Di fuoco è anche lo sguardo di nonna, che si sposta dalla mia espressione colpevole a quella serena di Brigida, che candidamente propone di fare un bel funerale all’aperto, così è più di tendenza.

Dopo un quarto d’ora di discussioni, telefonate ed espressioni poco consone ad un luogo sacro, finalmente arriva il carro funebre, scortato dai pompieri, e così si può iniziare la funzione sul sagrato della chiesa.

Il prete, anch’egli molto provato dagli eventi, celebra il funerale con aria sinceramente affranta e, al cimitero, abbraccia Francesco ripetendo più volte “Forza, ci vuole forza” rivolto più a sé stesso che a lui.

Risaliamo in auto silenziosamente ma, quando arriviamo di fronte alla casa di nonna, lei si volta a guardare Brigida addormentata sul sedile posteriore e poi mi dice “L’abbiamo scampata, poteva fare danni più grossi”

“Nonna, mi dispiace, io non pensavo che in pochi minuti…” balbetto io, ma lei mi interrompe “Ormai è andata, inutile rimuginare”

Poi fa un mezzo sorriso e mi dice “Sai, Magda non ha avuto modo di divertirsi molto in vita sua: il lavoro, la famiglia, la malattia del marito, tutto era inquadrato secondo le priorità del momento. Questa era l’ultima occasione per avere qualcosa di imprevisto, di buffo, e lo ha avuto. Dovunque sia, credo che oggi si sia divertita”

Così dicendo mi stringe la mano, poi entrambi ci voltiamo a guardare Brigida, che russa con il volto seminascosto dal cappello scivolato di traverso, e si riposa beatamente dopo il trambusto di quell’addio così movimentato.

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9 commenti »

  1. Delizioso! Scritto bene, ottimi dialoghi, un bel ritmo e mi piace molto il tuo stile, in cui mi riconosco per la ricchezza di avverbi e aggettivi. Complimenti!

  2. Grazie mille Benedetta, sono felice che il racconto ti sia piaciuto!

  3. Ho adorato i dettagli che rendono piacevole la lettura e coinvolgono il lettore.
    MI è davvero piaciuto!

  4. L’ho letto volentieri, originale ironia nei dialoghi snelli e ben costruiti. Hai saputo fissare un momento solitamente triste rendendolo divertente ma senza perdere la solennità che gli è dovuta. Personalmente avrei evitato l’eccessivo uso degli avverbi che hai fatto, appesantiscono spesso inutilmente la scrittura, ma questo è solo il mio pensiero. Comunque brava davvero.

  5. Grazie Sara S., dopo davvero felice che il mio racconto ti sia piaciuto

  6. Grazie Antonella, sia per aver letto e apprezzato il racconto sia per il tuo prezioso suggerimento, di cui farò tesoro per le mie future incursioni letterarie.

  7. Lettura piacevolissima. Divertente, bel ritmo, narrazione fluida e ben misurata, bei dialoghi. Che dire, complimenti!

  8. Un racconto molto carino, divertente e macchiettistico ma che permette una piacevole lettura tutta d’un fiato. Complimenti!

  9. Grazie mille Aurora e Caterina,
    sono davvero felice che il mio racconto vi abbia fatto divertire.
    Le vostre parole sono davvero preziose per me.

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