Premio Racconti per Corti 2023 “Il ragazzo del Serchio” di Simone Miglietta
Categoria: Premio Racconti per Corti 2023Lucca. Agosto 2021.
Ilaria è una ragazza di ottima famiglia e dal fascino seducente. Abita in un palazzo cinquecentesco di eredità familiare, sito nella cornice di Piazza Napoleone; il padre, è un politico esponente della destra conservatrice lucchese, parrocchiano impeccabile ma incostante genitore. Lei, ostile nei confronti dell’orientamento bigotto della famiglia, vive e partecipa attivamente alla vita notturna del Jin Club e proclama la libertà sessuale con una certa coscienza “pedagogica” della questione, forse intrisa di alcuni siti comuni e valori perpetrati solo in funzione dell’opposizione paterna. L’animo paradossale della ragazza, palesa invero quel disagio generazionale dell’Italia post-rivoluzionaria: da una parte, dimostra atteggiamenti frivoli e propensione al mondano e allo sperpero, dall’altra evidenzia una certa tenerezza e profondità.
Settembre è alle porte, e tutti gli amici di famiglia iniziano a tornare dalla Versilia, ma il caldo umido ancora incalza per le vie di Lucca. Una sera, trovatasi in un locale galleggiante sul Serchio in occasione di un festino privato, Ilaria nota un ragazzo che lavora all’esterno del locale, il quale è impegnato a carteggiare la chiatta. E’ Luca, un giovane manovale della Garfagnana, il quale non ha avuto la possibilità di studiare e vive di espedienti per mantenersi. Luca è introverso, talvolta dedito all’alcool, e cela un’aurea di mistero che sortisce effetti inaspettati sulla ragazza, la quale se ne interessa. Il locale galleggiante è il Rossana Bar, uno yacht adibito a Circolo Canottieri, e che Ilaria inizia a frequentare assiduamente. Un pomeriggio, decide di rivolgere la parola a quel mozzo di fiume, il quale non dimostra grandi abilità colloquiali. Col tempo, le frequentazioni di Ilaria presso il Rossana Bar si intensificano e così le parole tra i due giovani: finalmente, Ilaria convince Luca a uscire in centro per una passeggiata notturna.
I due sembrano animati, per tutto il corso della serata, da forti sensazioni e pulsioni. Continuano a frequentarsi, iniziano a scoprirsi e, col tempo, Luca rivela la sua anima. Scrive poesie, ma queste sembrano intrise di una grande malinconia, e così la costante dedizione del ragazzo al bere. Luca non parla mai della sua famiglia, ma un giorno prende coraggio e conduce Ilaria a Viareggio. Qui, confida alla ragazza di vivere in uno squallido monolocale e che i genitori sono entrambi tossicodipendenti chiusi in comunità di recupero. Ilaria inizia a rivedere la sua vita: da frivola ragazza della Lucca Bene, sta scoprendo un valore cui non riesce a dare nome di manuale. Aiuta Luca ad evitare l’abuso di alcool, lo convince a iscriversi alla facoltà di letteratura e smette, dal canto suo, di frequentare le salottiere conoscenze del Jin Club. Col tempo, la relazione fra i due si rafforza e Luca conduce Ilaria nel monolocale: qui, confida alla ragazza la sua verginità. Ilaria non vuole credere a quello che sente: è così improbabile, in un secolo tanto promiscuo, provare l’esistenza di anime che il sesso, non lo abbiano mai conosciuto direttamente. Ne prova grande ammirazione, e un senso di fascino ambiguo, dettato forse da quella “tarda” innocenza.
Ilaria abbraccia Luca e lo conduce sul letto: i due vi restano, tutta la notte, senza svestirsi.
Non conoscendo Lucca, l’atmosfera riesco comunque a immaginarla. Storia semplice, qualche refuso da sistemare. L’ho letto più come un racconto.
Storia romanticamente tenera.
Bravo!
Simone, questa storia potrebbe anche diventare un racconto lungo, o forse addirittura un romanzo, non credi? Pensaci.