Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2023 “La recita” di Nicoletta Manetti

Categoria: Premio Racconti per Corti 2023

Luca si sveglia alle sei come sempre e si alza piano per non svegliare la moglie. In cucina, dopo il caffè, lascia sul tavolo un biglietto: «Anche oggi esco alle quattro. Passo io a prendere Giulia». Dà uno sguardo nella camera della bambina e prende lo zaino.

Sale le scale che dall’appartamento seminterrato portano all’androne del palazzo. In strada è ancora buio e fa freddo. Luca si siede sullo scooter e si guarda intorno: non sa dove andare.

Mette in moto, percorre i viali verso la stazione. Entra e va a sedersi in fondo alla sala d’aspetto. Guarda di continuo l’orologio e il cellulare, consulta un foglio. Le voci dell’altoparlante gli rimbombano nella testa, finché finalmente sono un quarto alle nove: il Centro per l’Impiego sta per aprire.

C’è la solita coda di ogni mattina. Quando è il suo turno, l’addetta scorre una lista al computer.

Luca è di nuovo in strada con due numeri di telefono in più sul foglio. Si dirige verso una panchina bagnata, ci appoggia un giornale preso dallo zaino, si siede e prende il telefono.

«Marco, hai qualche novità per me? Non posso andare avanti così. No, a Nina non ho detto ancora nulla, non ce la faccio… prima devo trovare qualcosa… comunque grazie, ti richiamo domani».

Scorre i numeri sul foglio.

«Pronto? Sì, chiamo per quel posto… no, ho quarantaquattro anni…»

«Pronto, è l’agenzia? Scusi, chiamo per l’inserzione…  posso passare anche subito…  ah non c’è il responsabile? Quando? Grazie, riprovo lunedì…»

La vita intorno continua: una coppia di anziani col carrello della spesa, due ragazzi si baciano appoggiati a un motorino, altri arrivano a gruppi. Luca guarda l’orologio: è ora di pranzo. Entra in un bar a comprare un panino.

Torna alla panchina e si mette a mangiare lentamente, i gomiti sulle ginocchia, lo sguardo nel vuoto. Butta la carta nel cestino.

Deve ancora fare due chiamate, ma il primo numero è occupato e al secondo scatta la segreteria. All’improvviso  sente che la dignità va messa da parte, e allora ci prova.

«Carlo, ti disturbo? Sono Luca… ti ricordi? È una vita che non ci sentiamo… è che… avrei bisogno di vederti… sono un po’ nei guai… Scusa, no, se non è il momento…  certo, certo, ti richiamo…»

Gli pare che un velo lucido tremi fra la terra e il cielo. Guarda di nuovo l’orologio finalmente sono le quattro. La recita può finire, può tornare a casa.

Gira la chiave, l’appoggia sul tavolino accanto al mucchio delle bollette arretrate da pagare.

«Ciao!» dalla cucina arriva la voce di Nina col sottofondo della televisione.

Luca si affaccia, sullo schermo un pinguino balla e regala telefoni sotto l’albero di Natale.

«E Giulia dov’è?» chiede lei, alzando lo sguardo dall’asse da stiro.

Luca ha un capogiro. Come un automa esce di casa, riprende il motorino e corre fino all’atrio della scuola dove Giulia, col giacchetto dal cappuccio rosso, sta aspettando per mano alla maestra: «Ciao! Lo sai che alla recita faccio un Re Magio?» Tentando un sorriso, Luca annuisce alla bambina e farfuglia una scusa alla maestra.

Sfrecciano sul viale che è già buio. Le luci di natale sugli alberi si riflettono sull’asfalto, confondendosi coi fari del traffico.                                                   

Appena a casa Giulia corre in cucina: «Mamma, lo sai che alla recita faccio un re magio?»

Lui non entra: «Ho dimenticato una cosa, torno subito!» grida. Se deve piangere non può farlo davanti a loro.

Si dirige a piedi, svelto come se sapesse dove andare, attraversa il viale, sale sulle mura della città. Guarda di sotto, basterebbe un salto. Ma vede una bambina con un giacchetto rosso. Si asciuga gli occhi, accenna un sorriso e torna verso casa.

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6 commenti »

  1. Il soggetto riflette con semplicità e acutezza il problema della disoccupazione e le relative conseguenze morali. Sarebbe interessante approfondire il tema con particolare riferimento all’universo italiano.

  2. La vita intorno continua. Il senso profondo del tema del tuo racconto è racchiuso tutto in questa frase. Nella sua semplicità, mi è piaciuto molto.

  3. Mi è piaciuto, complimenti. Secondo me, dovresti approfondire il finale per renderlo più incisivo.

  4. Storia di ordinaria difficoltà di vivere!
    Bel racconto!

  5. Davvero un bel racconto per un corto. Hai la capacità di farcela vedere questa recita e di mostrare il dolore di chi vive quella condizione quasi come una colpa.
    Abbiamo netta l’immagine della disperazione di chi nei percorsi tracciati dalla burocrazia dei centri per l’impiego si sente un numero fra tanti.
    Perdere la dignità? cercare le solite scorciatoie legate alle amicizie? nulla sembra offrire soluzione e per resistere bisogna volgersi agli affetti della propria famiglia.

  6. Nicoletta, hai trattato con efficacia un tema di grande attualità. Condivido l’osservazione che gli affetti sono la forza che ci può sostenere nei momenti difficili.

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