Premio Racconti nella Rete 2023 “Il narcisista” di Cinzia Santoro
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023Sabrina, la giornalista
Sabrina tornava a casa soddisfatta della conduzione del talk show che da tempo conduceva con entusiasmo e impegno professionale. Il suo programma faceva una buona audience e lei raccontava con minuzia e calore le storie di vita vissuta dei suoi numerosi ospiti. Bionda, i lunghi capelli mossi erano acconciati da Leonida, ora in magnifici chignon ora lasciati liberi, ad incorniciare i tratti nobili del suo viso diafano. “Un filo, solo un sottilissimo filo di kajal e sei divina” le ripeteva il suo fidato airstylist. I suoi occhi verdi brillavano sotto le luci dei riflettori e parlavano per lei. La sua voce un tono più bassa, raccontava di una donna empatica e sincera.
Era Natale e aveva incontrato il coro dell’associazione nazionale dei ragazzi down. Con loro aveva cantato, divertendosi come una bimba che indossa un buffo cappello di Babbo Natale e aveva conquistato l’approvazione del pubblico e le simpatie dei produttori. Sabrina era spontanea e vera. Quello era un momento felice! Era pronta ad amare dinuovo dopo essere uscita da una storia con un individuo violento.
Lei pensava che mai più un uomo le avrebbe spezzato il cuore. Ma il destino le aveva giocato uno scherzo infame.
Giulio P. si era insinuato nella sua vita. Un vortice di emozioni l’aveva travolta lasciandola senza respiro. Non riusciva a contenere le emozioni che lui le faceva provare. La rosa gialla, la sua preferita, tra le mani di Giulio che l’aspettava all’aeroporto per trascorrere le vacanze natalizie insieme e la lettera colma d’ ammirazione e speranza che il postino le aveva recapitato due settimane prima, l’avevano completamente conquistata. La carta profumata e la calligrafia ordinata rimandavano all’immagine di un uomo nobile d’altri tempi.
Ma nessuna delle promesse, che si erano scambiati un giorno sotto la neve, era stata mai mantenuta.
18 mesi prima
Giulio, il narcisista.
Giulio era allo stremo. La nevicata del giorno prima aveva imbiancato Bologna e nascosto sotto una coltre di bianco la strada e la sua vecchia auto blu. Il cielo grigio prometteva tempesta e lui viveva quel dolore da troppo tempo. La decisione di lasciare Michela dopo anni di bugie e tradimenti lo aveva messo alle strette. Incapace di provvedere a se stesso, aveva cercato un nuovo lavoro per pagare l’affitto di un piccolo appartamento. Pensava. Si i suoi pensieri erano freddi come l’aria che respirava. Sbuffi di vapore acqueo coprivano i vetri della finestra in cucina. “Per poco, poi Rossella lascerà quell’idiota del marito e io mi trasferiro’ da lei e non dovrò più lavorare”.
Giulio non riusciva mai a tenersi un lavoro. Ma la colpa non era sua. Pensava tra se. Le donne, le sue, che duravano così poco, loro lo mantenevano. Lui le manipolava. I complimenti pressanti, le poesie e le
lettere. Ci cadevano tutte. Lui le disprezzava, lo stesso sporco sentimento che aveva provato fin dalla più tenera età verso sua madre .
Giulio diventava ossessivo quando veniva lasciato. I suoi pensieri si aggrovigliavano, non lo lasciavano dormire. Maledette le donne, maledetta sua madre. La ferita impressa nel suo animo nell’infanzia si riapriva. Le donne lo abbandonavano…
Lui le ripagava tessendo una ragnatela sudicia fatta di bugie e pericolose perversioni. Non aveva mai amato. Aveva tante scimmie volanti per le mani a sua disposizione. Lui amava metterle l’una contro l’altra.
Michela, l’insegnante
Michela era una giovane trentenne, insegnava ai bimbi della scuola elementare e ormai da un decennio era precaria. Un caschetto di capelli neri le incorniciavano il viso sorridente. Gli occhi scuri erano il suo punto di forza. Giulio l’aveva raggiunta a Pescara dopo averla corteggiata incessantemente. Messaggi ad ogni ora del giorno. Piccoli cadeaux. E una lettera accompagnata da una rosa bianca. Aveva ceduto e in meno di qualche settimana lui si era stabilito a casa sua. “Troverò un impiego presto” le aveva detto.
I lavori di Giulio duravano pochi mesi e lui tornava a casa annoiato. Michela ne soffriva in silenzio. Lei sospettava dei suoi tradimenti ma non profferiva parola.
Giulio la faceva sentire sola. Ormai non la desiderava più da mesi.
Michela aveva accettato una cattedra a Sondrio sperando che Giulio la seguisse, chiudendo la storia clandestina con Rossella. La sua speranza era stata vana. Lui l’aveva accompagnata nel nuovo monolocale lasciandola sola. Nessun rimpianto o rimorso. Giulio era anafettivo, non sapeva cosa fosse l’amore.
Rossella, l’avvocata
Rossella era magrissima, si mangiucchiava le unghie ed era una avvocata. Indossava la toga nera conscia di amare la verità e la giustizia. I suoi capelli scuri le scendevano dritti sul collo e le ammorbidivano i tratti mascolini del viso. Il naso era aquilino, gli occhi marroni e grandi. Non si era mai sentita bella.
Era una fervente cattolica. La sua era una fede che aveva radici profonde.
Giulio l’aveva incontrato tempo prima ad una riunione politica ed era stato colpo di fulmine.
Il suo matrimonio, dopo 10 anni era in crisi e nemmeno i suoi figli riuscivano a fare da collante nella coppia.
Giulio era arrivato al momento giusto. Aveva pensato. Messaggi d’ amore ogni ora. Piccoli cadeaux. E la lettera recapitata in studio con una rosa rossa. Aveva ceduto alle sue avance ed erano diventati amanti.
Giulio aveva lasciato la sua compagna ma la loro relazione dopo i primi mesi non era decollata. Lei era a disagio, la sua pancia le parlava, una sensazione a cui non riusciva a dare un nome. Quando facevano l’amore Giulio era distante, le chiedeva di fotografarla e ciò la intimidiva. Una sera in macchina lei aveva accettato.
La relazione tossica con Sabrina
Giulio era un cancro, aveva preso prima le chiavi della sua casa, poi l’auto e senza alcun pudore i suoi risparmi. Il controllo da lui esercitato l’aveva svuotata e privata dell’entusiasmo che fino a quel momento era una caratteristica della sua personalità.
Dormiva improvvisamente, si svegliava al mattino con un insolito sapore amaro in bocca ed era confusa ma non capiva il motivo.
Giulio era indifferente e colpevole.
Sabrina, aveva messo su chili e tagliato in suoi splendidi capelli biondi. Giulio o meglio l’alter ego di Giulio le aveva
suggerito un cambio di look. Corti e scuri e Sabrina inconsapevole aveva accettato. La discesa agli inferi era iniziata, quel pomeriggio quando lei aveva tagliato i capelli. Lui godeva nel vederla ridotta in quello stato. Le aveva risucchiato ogni energia, e versarle delle benzodiazepine nella birra era l’ultimo suo dileggio. Lei si addormentava e lui poteva chattare tutta la notte con quelle squaldrine pronte a scendere così in basso pur di soddisfare le sue perversioni sessuali.
Sabrina decise in una sola notte di scoprire l’oscuro segreto di quest’uomo malvagio. E quello che vide fu l’immagine del male assoluto. Pianse fino a consumarsi gli occhi ma al mattino chiese aiuto.
Mirella, la psicoterapeuta
Mirella era una giovane psicologa che aveva deciso di specializzarsi sulla tecnica emdr per aiutare le vittime di traumi violenti. Aveva un viso paffuto e i capelli biondi e sottili. Indossava gonnelloni colorati e maglioni comodi. La sua voce era accogliente, il suo sorriso aperto e sincero. Sabrina aveva bisogno di lei. Al telefono aveva cercato di rasserenarla spiegandole con fermezza che Giulio era un narcisista maligno covert. Lei l’avrebbe aiutata a liberarsene. Era un uomo pericoloso, anafettivo e sicuramente instabile. L’uomo che aveva fatto innamorare Sabrina non esisteva. Era una recita, uno specchio per allodole che il narcisista utilizzava con le sue vittime.
Sabrina doveva sparire, praticare il no contat per salvarsi. Giulio intanto. .. aveva tessuto una nuova ragnatela e Martina, ingenua professoressa di matematica, era la sua prossima vittima. Una rosa arancio e una lettera…e altre scimmie volanti pronte a soddisfarlo.
Tematica quanto mai attuale. È interessante leggere come hai trattato il tutto dal punto di vista femminile, ma le donne che amano sono sempre così ingenue dunque? per lasciarsi sedurre da un uomo che le attrae proprio perché macho anafettivo.
Buonasera non tutte le donne sono dipendenti affettive così come non tutti gli uomini sono affetti dal disturbo narcisistico della personalità. La storia si ispira a eventi vissuti da alcune donne che mi hanno raccontato le loro storie di disastro affettivo.