Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2022 “Al mercato di Lucca” di Valeria Tonini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Oggi brutto tempo e mare mosso. E allora che facciamo? Andiamo al mercato! Adoro i mercati, perché se uno ci sa fare, per esempio come me, si possono fare grandissimi affari. Certo non sempre. Solo nei giorni fortunati. E quello di oggi, già me lo sentivo, era proprio uno dei miei giorni fortunati. Ma per chi non lo sapesse, sono molti i miei giorni fortunati… E infatti, anche oggi, proprio in uno dei primi banchetti, mi aspettava uno dei più grossi affari della mia vita. Un fantastico vassoio con raffigurata la metropolitana di Parigi. E a soli cinque euro. Un vero, vero affare. Poiché mi piaceva molto, ne ho comprato subito un altro uguale. So già che vi state chiedendo il motivo di comprarne uno uguale. Beh, vi confesso che questo purtroppo è uno dei miei vizi peggiori.

Ed è assolutamente incontrollabile e incorreggibile. Quando trovo una cosa che mi piace e a un prezzo scontato (le due condizioni debbono essere entrambe rispettate), non resisto al desiderio di comprarne subito un’ altra identica. Le cose, si sa, si consumano e io, in questo senso, sono molto, molto previdente. E spesso non mi fermo alla prima copia, ma ripeto a oltranza fino al limite del pudore. Molti ritengono che questo mio vizio sia assolutamente balordo. Soprattutto mia sorella Paola, che quasi sempre è con me quando faccio compere. Paola, tutte le volte, va letteralmente giù di testa. Si ripete in quel suo noioso bla bla bla, bla bla bla e lo fa ormai da quarant’anni con lo stesso invariato vigore. Il problema è che non riesce a capire cosa io me ne faccia di due cose esattamente uguali. Credo che se non l’ha ancora capito dopo quarant’anni, dovrebbe ormai rinunciarci. Purtroppo debbo ammettere che non l’ho ancora capito neanch’io e ci ho rinunciato da un pezzo. Ogni volta Paola prova in tutti i modi a convincermi che quello che sto per comprare non è niente di eccezionale e poi cerca con grande scaltrezza (ma io sono più furba di lei!) di trascinarmi via con qualche scusa. Quasi sempre la scusa è che è tardi e che dobbiamo assolutamente andarcene. E lo dice in un modo che sembra che se non andiamo via in quel momento preciso, succederà qualcosa di gravissimo e irreparabile. Ma ormai dopo tanti anni non ci casco più e poi del resto non ci sono mai cascata, perché in questi casi è praticamente impossibile farmi cambiare idea. Su certe cose sono assolutamente irremovibile. E lei ormai dovrebbe saperlo, anche se ogni volta ci prova. E’ più forte di me. Non posso resistere al fascino irresistibile del mio nuovo amore. Anzi amori! Fra l’altro so perfettamente che quello che piace a me, piace anche a lei, anche se in quel momento, furbissima!, fa di tutto per non farmelo capire.

Ritornando alla questione vassoi, mentre stavo per andare a pagare, ho sollevato lo sguardo per rendermi conto di dove fosse Paola. La fortuna era dalla mia. Era distratta a guardare non so che cosa, qualche banchetto più in là e per il momento non sembrava intenzionata ad avvicinarsi. In realtà, se vogliamo dire  le cose come stanno veramente, il suo bla bla mi piace. Non potrei farne a meno. Non è la stessa cosa andare al mercato senza di lei. Senza il suo bla bla, mi sento sola, ma ovviamente lei non deve saperlo. I bambini non vogliono mai far capire alla propria mamma che in fondo in fondo gli piace essere sgridati. Si sentono al centro dell’attenzione. Si sentono amati mentre fanno i capricci. Sentono di avere qualcuno che li sta ad ascoltare.

Ma ritorniamo ai vassoi senza ulteriori divagazioni. Dopo aver verificato che Paola era lontana, ho abbassato di nuovo lo sguardo sul banco per controllare se per caso ci fosse stato qualche altro vassoio uguale. Anche questa volta distrattamente e nella più totale indifferenza. Lo faccio ormai senza accorgermene. Come un tic. Il problema è che c’era ed era anche l’ultimo! Il fatto che una cosa sia l’ultima, me ne fa sentire disperatamente l’importanza. Ho capito subito che non potevo farmelo scappare. Dovevo però trovare una scusa decente, anche con me stessa e sono ricorsa senza alcuna fatica alla solita. L’avrei regalato a Paola, tanto a lei piacciono sempre le cose che piacciono a me. Adesso però dovevo pagare il più velocemente possibile e andarmene senza ulteriori complicazioni. Ma proprio mentre prendevo il portafoglio dalla borsa, mi è caduto lo sguardo su un altro vassoio, che mi faceva capolino dal mucchio. Un po’ più piccolo dei precedenti e ancora più grazioso. Un dolcissimo vassoio per la colazione. L’aggettivo dolcissimo non è sufficiente per descrivere la tenerezza che ho provato davanti a quelle immagini: la chioccia con i pulcini, un cestino con le uova, un innaffiatoio di latta con i tulipani gialli e un cappellino di paglia con i fiordalisi.  Mi ricordava il mio libro di lettura della prima elementare. Appena l’ho avuto fra le mani ho sentito che era mio e che non avrei più potuto separarmene. Da quel momento in poi, non avrei più potuto vivere senza di lui. E poiché, come tutti sappiamo, le cose si consumano, mi sono subito messa alla ricerca di altri vassoi uguali. La fortuna era dalla mia e ne ho trovati ben quattro. Non vi dico che faccia ha fatto Paola quando mi ha vista con quei sette vassoi in mano. Ogni volta mi sento come un bambino che sta rubando la marmellata. L’ho guardata sorridendo, con il sorriso colpevole dei bambini quando sono colti in fallo e vogliono farsi perdonare. Lei è subito partita con il suo solito bla bla e ha continuato per un bel po’ con la stessa foga di sempre.  Ma alla fine di quel suo appassionato bla bla, ho comprato i miei sette vassoi e mentre pagavo la signora mi ha sorriso. Forse si stava chiedendo cosa me ne sarei fatta di quei sette vassoi. Il bello è che me lo stavo chiedendo anch’io. Non ho mai utilizzato un vassoio in tutta la mia vita e sono assolutamente certa che non lo farò mai.

Ho pensato a quel punto che se alla prima sosta ero riuscita a comprare sette vassoi, dovevo andarmene al più presto. Ma purtroppo, due banchetti più in là, mi sono di nuovo follemente innamorata. Questa volta l’oggetto del mio amore è stato un paralume. Non saprei descrivervi l’emozione che provato non appena l’ho tenuto fra le mani. Era di stoffa a quadretti bianchi e rosa con una graziosa passamaneria di raso bianco. La stessa stoffa dei grembiulini dell’asilo… Un oggetto con un affascinante profumo di antico…  Un amore a prima vista, un grande amore e, come se non bastasse, un vero, vero affare: solo 5 euro per questo splendore. Anche questa volta ho sentito che non potevo più vivere senza di lui. E poiché si sa, le cose si consumano, ho subito cercato disperatamente se ce n’era un altro uguale. Purtroppo questa volta non sono riuscita a trovarlo. Basta! Dovevo pagare e andarmene, per non cadere in ulteriori tentazioni E così ho fatto. Ma mentre stavo prendendo finalmente il portafoglio dalla borsa, un altro paralume di tulle rosa ha conquistato il mio cuore. Questa volta però, il bla bla inferocito di Paola mi ha costretto a rinunciare. Mi ha portato via, trascinandomi per un braccio, mentre mi rendevo conto, ogni secondo di più, che il mio cuore era ormai indissolubilmente legato al fascino insostenibile di quel tulle rosa. Mentre camminavo fra la folla ho fatto di tutto per dimenticarmene, per separarmi da “lui”, ma il pensiero correva continuamente là, a quell’ impalpabile velo e a un certo punto non ce l’ho più fatta. Sono corsa da lui. Doveva essere mio. Completamente mio. A tutti i costi. E subito. Ma quando sono arrivata di nuovo là, “lui” non c’era più. Era stato sicuramente venduto. Perché non l’avevo comprato subito? Si deve sempre seguire il proprio cuore, sempre, senza farsi influenzare da nessuno. Nessuno! Ho provato la disperazione della perdita. La devastazione del lutto. Ma quando tutto sembrava ormai perduto, mi sono accorta che “lui” era nelle mani di quella stronza di fianco a me, che se lo stava rigirando felice fra le dita. Mi sono sentita morire. Non era la prima volta che mi trovavo in una situazione come questa e in questi casi ricorro a una tecnica tutta mia. Regola uno, non bisogna assolutamente far capire a quella stronza che ci sta di fianco, che ci interessa proprio quello che è già fra le sue mani. Anzi, non bisogna degnarlo nemmeno di uno sguardo. Bisogna farle capire che quella cosa lì, noi non la prenderemmo nemmeno se ce la regalassero. E se proprio ce la regalassero, la butteremmo via. Il trucco è quello di concentrarsi nella contemplazione di qualche altro oggetto sul banco e far nascere nella nostra rivale il desiderio per quest’altro. E se ci riesce, e io di solito ci riesco!, lei si trova costretta ad appoggiare, magari solo per un attimo, il nostro amato “lui” sul banco e a quel punto… zac, lo prendiamo al volo. E non ce lo ruba più nessuno! Cadesse il mondo! Inutile dirvi che anche questa volta la mia tecnica ha funzionato e che la stronza di fianco si è comprata il più orribile paralume della storia. Mentre pagavo, anche la signora dei paralumi, come quella dei vassoi, mi ha sorriso. E mi ha anche detto “visto che ormai è una nostra cliente, le faccio un piccolo sconto. Le lascio i soldi del caffè” E’ incredibile la facilità con cui faccio amicizia al mercato. Il bello è che ogni commerciante pensa che io sia una sua cliente. E io invece, furba come sono, sono cliente di tutti.

A quel punto ho guardato l’ora sul mio i-Phone. Lo tengo sempre con me. Mi tiene molta compagnia. Incredibile, erano già le 12.30. Caspita, senza nemmeno accorgermene avevo trascorso ben due ore fra vassoi e paralumi, che non userò mai. Due ore. Due fantastiche, leggerissime ore rubate al peso di questa nostra faticosissima vita. E tutto per… ho fatto un conto rapidissimo: cinque euro x sette vassoi,  poi cinque euro per il paralume a quadretti e dieci euro per quello di tulle, meno i due euro di sconto del caffè… Totale quarantotto euro. Due fantastiche leggerissime ore per soli quarantotto euro. Eh sì, questo sì, era stato un vero, vero affare!

 
 

 

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18 commenti »

  1. Racconto in stile sobrio e secco ma con uno stile che ti cattura e non ti lascia andare più. Quando il lettore finisce completamente con l’immedesimarsi con i pensieri dell’autore…

  2. Racconto ironico e divertente, questa buffa signora riflette tratti comuni a molte persone, magari un po’ estremizzati…magari no…

  3. Tutte le emozioni che “shopping “ provoca in un uomo racontante in un stile semplice, ma affascinante. Bellissimo!

  4. Spiritoso e saggio! La personalità della protagonista non può non conquistare la simpatia di chi è ancora un po’ “fanciullino”.

  5. Il racconto è davvero divertente e molto ben scritto , raccontando in modo garbato e ironico acquisti quadrupli delle “buone cose di pessimo gusto “citate da Gozzano nella sua straordinaria poesia Cocotte , una tra le più belle poesie italiane .

  6. Racconto divertente e piacevole nella sua semplicità.Descrive con umorismo un ossessione che affligge alcuni nostri simili. Da leggere tutto d’un fiato.
    Elisabetta Tizzani

  7. Bel racconto, che partendo da una situazione di tutti i giorni come una visita al mercato si avventura nei rapporti psicologici tra i protagonisti, trasformando tale situazione di tutti i giorni in un momento unico!

  8. Racconto che ha una gran capacità di trascinare il lettore nella storia….ora ho due vassoi e due paralumi di cui non so che fare

  9. Cara Valeria in poche righe fai capire che nella vita ci vuole leggerezza e sapersela godere nei minimi particolari che se anche possono sembrare futili vanno goduti in questa difficile esistenza…mi fai tornare a uno deintuoi appuntamenti sul tuo libro dove hai sempre affermato che la noia va’ goduta..brava Valeria..io aspetto sempre il seguito del tuo primo capolavoro
    Un abbraccio anche da parte di Patrizia

  10. Racconto allegro ,spiritoso ma che,nello stesso tempo , regala un angolo intimo e personale .molto bella la descrizione delle due figure femminili.

  11. Racconto semplice, abbastanza carino, forse un po’ (un po’ solo) lezioso. Mi fa sorridere perché conosco bene entrambe la narratrice e l'”altra”.

  12. Carino questo racconto che sembra descrivere un’amica che amo molto: ero con la protagonista in quel mercato e mi sono divertita ad osservarla.

  13. Stupendo racconto di vita quotidiana, complici le due divertenti protagoniste. Tra un sorriso e l’altro riesce a trasmettere un’immensa leggerezza!

  14. Manie, tic, un mondo un po’ nascosto e ignorato, ma tanto umano! Nel racconto c’è l’analisi dei sentimenti e il soffermarsi sulle cose di poco valore, insignificanti ma… piene di significato. Mi è piaciuto l’intreccio, molto simpatico nella seconda parte. Suscita sorriso e complicità.
    Brava l’autrice.

  15. Racconto bellissimo, ossessioni che un po’ abbiamo tutti.

  16. Questo racconto mi ha fatto proprio venire una voglia pazza di andare al mercato di Lucca!!

  17. Racconto allegro e spensierato in un’afosa giornata d’estate , apprezzato molto 🙂

  18. Una simpatica e riflessiva finestra sul consumismo moderno, che si nutre quotidianamente dell’ineluttabile natura perversa e spasmodica dell’essere umano. Bel racconto!

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