Premio Racconti per Corti 2022 “Il colloquio” di Riccardo Basso
Categoria: Premio Racconti per Corti 2022Fabrizio, muratore di 42 anni, entra al piano terra di un palazzo. All’ingresso, la scrivania della reception è vuota. Fabrizio si rivolge a una guarda di sicurezza lì vicino.
“Salve, mi chiamo Fabrizio. Mi hanno chiamato per una parete da sistemare. Sa dov’è il problema?”
La guardia scuote la testa, sbadigliando.
“Lascio qua la cassetta degli attrezzi, dica alla receptionist che passerò a riprenderla appena capisco dove devo intervenire.”
Fabrizio gironzola dal piano terra al primo piano, cercando la parete per cui è stato chiamato. Mentre fa ciò, nota molti difetti di costruzione nei muri, nelle colonne, e nella pavimentazione del palazzo.
Nel frattempo, al secondo piano, in una sala colloqui, si trovano Giorgio Romis, direttore generale dell’azienda i cui uffici riempiono il palazzo, e il suo assistente.
“È tutto il giorno che faccio colloqui, e ho visto solo inutili cretini”, si lamenta Romis.
“Certo, signore.”
“Di tutte le mie sedi, questa è in assoluto la meno produttiva. Ho bisogno di trovare un nuovo direttore responsabile che la rimetta in piedi come si deve, ma mi sembrano tutti degli incapaci.”
“Vero, signore.”
“Chi è il prossimo?”
“Un tale Marco Fabrizi. Vuole vedere il suo curriculum?”
“Basta con questi curriculum! Non mi interessano i titoli. Io voglio personalità! Dov’è questo Marco Fabrizi?”
Nel frattempo, Fabrizio è salito al secondo piano, continuando a notare vari difetti di costruzione attorno a sé. Fabrizio arriva davanti alla sala in cui si trovano Romis e l’assistente. Quest’ultimo fa capolino dalla stanza, trovandosi davanti Fabrizio. Lo fissa, storcendo il naso davanti ai suoi umili vestiti (jeans e una vecchia camicia).
“Fabrizi? È lei?”, dice l’assistente. Fabrizio, colto di sorpresa, annuisce.
“Dentro, subito.”
Romis, convinto di parlare con un aspirante dirigente, e Fabrizio, lì per il suo lavoro da muratore, si ritrovano seduti uno di fronte all’altro.
“Lei è qui per il lavoro?”
“Certo.”
“Non voglio perdere tempo. Cosa pensa di poter fare in questo palazzo?”
“Guardi, non per essere drastico, ma a mio parere andrebbe ristrutturato quasi da zero.”
Romis alza un sopracciglio, incuriosito.
“Non le piace com’è stata messa in piedi questa sede?”
“Le dirò, è stato fatto un pessimo lavoro.”
“Cosa intende?”
“Ci sono problemi strutturali non da poco. Problemi che partono dalle fondamenta, capisce?”
“Continui.”
“Si regge tutto in piedi, ma a stento. È un posto vecchio, al giorno d’oggi certe cose non si possono vedere.”
“Sì, l’azienda è vecchia, ma…”
“Mi spiego meglio. Certe colonne portanti non vanno più bene. E la pavimentazione non è adatta.”
“Pavimentazione? Intende… le basi dell’azienda?”
“Guardi, le chiami come vuole, dico solo che io le modificherei. Ci vuole un cambiamento radicale, per la sicurezza dell’azienda.”
Fabrizio parla con tono placido; Romis sembra esaltato dalle sue parole.
“Quindi lei dice che così rischiamo di colare a picco? La sede non è funzionale?”
“Non crollerà da un giorno all’altro, ma alla lunga ci saranno sempre più danni. Meglio un intervento drastico e immediato.”
“E lei è l’uomo giusto?”
“Certo, sono qui per questo.”
“E i dipendenti?”
“Guardi, fosse per me li butterei fuori tutti. Dobbiamo ricostruire questo posto mattone su mattone.”
“Forse ha ragione. Se questi dipendenti non devono stare qui, li caccerò di persona. Lei è uno che sa quel che vuole, eh?”
“Ci mancherebbe, lavoro da quando ho 15 anni.”
“Un uomo di fatti, non di parole! Non sa con quanti ebeti ho avuto a che fare oggi. Lei invece è uno diretto, che si sporca le mani. Mi basta vedere com’è vestito.”
“Sa, lavorando mi sporco, sudo…”
“Musica per le mie orecchie! Lei non è per nulla come gli altri candidati.”
“Altri candidati? A me risulta che questo lavoro fosse mio.”
Romis scoppia in una risata fragorosa.
“Sa che le dico? Ha ragione, da questo momento non ci sono più altri candidati.”
Romis stringe la mano di Fabrizio e lo abbraccia vigorosamente. Il muratore rimane imperturbabile davanti all’esuberanza dell’altro, e i due escono insieme dalla stanza.
Intanto, al piano terra, entra un giovane vestito di tutto punto. Si ferma davanti al tavolo della receptionist, che nel frattempo è tornata.
“Salve, mi chiamo Fabrizi…”. Prima che possa finire la frase, la receptionist solleva la cassetta degli attrezzi di Fabrizio e gliela dà. “Sì, mi hanno detto che era passato. Il muro da sistemare è al primo piano.”
Fabrizi, confuso, rimane immobile. Vicino a lui, passano Romis e Fabrizio, diretti verso l’uscita. Romis parla con tono concitato.
“Ricostruiremo questo posto dalle fondamenta! Mattone su mattone!”
Fabrizio annuisce, placido.
Surreale e barzellettesco, ma almeno si lascia leggere fino in fondo con piacere.