Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2022 “Crescere, dal greco sbagliare” di Ambra Margheri

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Indubbiamente qualcuno di voi ha riflettuto sul fatto che crescere non derivi dal greco, i più attenti avranno persino ricordato che in realtà si tratta di una parola tutta latina, ma sono sicura che avete comunque compreso il significato del titolo. Vedete, scrivere un racconto non è cosa semplice, mille idee per la testa e un foglio bianco davanti pronto ad accogliere le tue parole e le tue lettere, penso però che riuscire a comprendere cosa l’autore provi quando scrive sia cosa ancora più difficile, cosa perfino impossibile se non si conoscono le vere intenzioni di chi sta scrivendo.

Detto questo non mi perderò in altre chiacchere e procederò col raccontarvi cosa vuol dire crescere visto dal punto di una ragazza che ha dodici anni e una vita davanti da disegnare e scrivere. Avere dodici anni non è facile, come anche averne quindici ovviamente, è un’impresa crescere ed essere ciò che desideri al giorno d’oggi, se segui le mode ricadi nell’essere banale, se sei alternativo invece sei l’emo della situazione. Immaginate di vivere una vita in cui decidete come vestirvi in base alle tendenze e in base a come si veste la ragazza del momento, immaginate non poter coltivare le proprie passioni perché qualcuno ti ha detto di essere più realista ecco se riuscite a immaginare questo allora potreste proiettarvi nella vita di un adolescente.

A dodici anni penso che una ragazza o un ragazzo sia in grado di fare le sue scelte, sia in grado di scegliere cosa per lui o lei è meglio, e penso che si possa anche aver deciso chi essere, io per esempio, voglio realizzare i miei sogni anche se questo dovesse andare contro l’opinione di chi mi sta intorno, poiché quando si cresce gli unici su cui possiamo davvero contare siamo noi stessi con le nostre forze.

Sempre proiettandovi nella vita di un dodicenne vi renderete conto che fare le proprie scelte non è affatto facile, decidere di seguire la propria passione è un grande traguardo, non potete neanche immaginare quante persone conosca che pur amando fare qualcosa hanno rinunciato, rinunciato perché “no mia madre ha detto che se disegnassi non guadagnerei bene” oppure “no il lavoro da attore non è sicuro, non voglio rischiare”.

Essere chi vogliamo essere è difficile, è difficile sapere che i nostri sogni sono irrealizzabili per alcuni, è difficile per altri sapere che è possibile rimanere per sempre nell’ombra dei nostri genitori, e per alcuni è difficile aprirsi con gli altri per la paura di non essere presi sul serio. Crescere non è solo cambiare fisicamente, crescere è anche fare i conti con i nostri sogni e con la nostra forza di volere qualcosa; crescere non è semplice, disegnare la strada dove camminerai non è facile e non lo è neanche rinunciare ad un sogno perché era poco realistico.

Il percorso della crescita però non è solo scegliere di seguire i nostri sogni, è anche iniziare ad avere dei dubbi su noi stessi come amici e come persone, dubbi su come riusciremo a crescere in questo mondo. Non mi destreggerò nel fare la psicologa dei giovani, ma penso che il percorso di crescita dipenda molto dal carattere della persone, chi è più estroverso riuscirà forse a creare più velocemente una strada, sarà più sicuro di se stesso e non avrà paura di cosa può succedere, mentre chi è nella categoria degli introversi si troverà a fare conti più grandi con i propri problemi di fiducia e con i propri problemi di timidezza che in un modo o nell’altro possono contribuire alla creazione di un ombra attorno a quella persona.

Finora mi sono concentrata sui sogni di un adolescente ma ora vorrei parlare di un’altra parte dell’adolescenza, un aspetto che spesso esprime come la nostra testa possa essere confusa. L’amore, che muove il sole e le altre stelle, eccolo il nostro amore, quello che ci fa sentire le farfalle nello stomaco e quell’agitazione nel vedere la persona da noi amata. Ammetto che forse alla mia età parlare di amore sia difficile, ma non penso sia impossibile, penso piuttosto che proprio alla nostra età si capisca per la prima volta cos’è l’amore e come possa influenzare la nostra vita. Se mai un adolescente leggerà queste pagine si ritroverà ad immaginarsi quella sensazione, quell’emozione che si prova quando abbiamo la persona che amiamo vicino, quelle mattine appostati dalla porta per vederlo o vederla passare mentre va a scuola, quella faccia che facciamo quando ci saluta, ecco tutto questo si può riassumere in una parola: amore.

L’amore gioca un ruolo importante nella vita di ogni adolescente, l’emozione di quando si sta insieme a quella persona, la felicità se per uno strano allineamento dei pianeti ricambia, il dolore di quando quel qualcosa finisce, ecco anche questo è adolescenza, è giovinezza ed è soprattutto felicità. Amore per un dodicenne potrebbe significare “oddio ci sposeremo” per i meno realisti oppure “ma cosa vi innamorate ora” per i più concreti, poi c’è anche chi oscilla tra le due a seconda dell’umore, ma quella è un’altra storia.

Appurato quindi quanto l’amore possa migliorarci le giornate, arriviamo ad un argomento abbastanza parallelo, l’amicizia. Potrei decidere di dedicare dieci pagine a questa parola ma per non stressarvi mi limiterò a scriverne solo una, una molto particolare e tragi-comica. L’amicizia riveste un ruolo fondamentale nella vita della maggior parte delle persone e amico non è chi è sempre con te ma chi c’è sempre per te; con questa premessa il numero di amici, almeno per me, si riduce drasticamente, tanto da raggiungere circa sei persone. L’amicizia riveste un ruolo molto importante nella vita di un adolescente, le amicizie sono quelle che ci distraggono dai problemi, dalle paure e dall’insicurezza, perché con i tuoi amici puoi far uscire la parte più nascosta di te, quella che non mostri agli altri per la vergogna.

Essere dei buoni amici a quest’età non è facile, può iniziare a subentrare un’ottima percentuale di egoismo, oppure può iniziare ad essere presente quella gelosia immotivata che spinge le persone a respingersi. Vedete cosa fareste voi se il vostro amico vi dicesse “posso copiare” e magari voi avete studiato pagine e pagine per quella verifica? Quella sensazione ci fa riflettere su cosa possa essere giusto o sbagliato, perché anche distinguere male e bene da adolescenti non è affatto facile, questo è essere amici alla nostra età, un percorso che non è affatto semplice, un qualcosa che spesso condiziona perfino le nostre giornate.

Io non posso assicurare che il rapporto tra me e i miei amici sarà eterno, ma posso dire che al momento si tratta di una sensazione di felicità, nulla è eterno e neanche la felicità lo è ma essere giovani è anche godersi anche questi momenti, la felicità di una pizza insieme oppure la felicità di una risata fatta dal cuore. Quindi per ora abbiamo affrontato diversi concetti, amore e amicizia, ma sono sicura che una mia opinione molto personale non vi dispiacerà, anzi, sicuramente vi aiuterà a capire.

Non mi posso ritenere una persona particolarmente estroversa, le persone con cui passo le mie giornate mi bastano, e raramente riesco a stringere forti legami con persone che conosco poco, però per quello che ho capito quest’anno, a ferirti sono per la maggior parte le persone vicino a te, quelle che possono trarre vantaggio dalla tua sofferenza e prima dalla tua amicizia e dalla tua fiducia.

Si si vi assicuro che ho finito il mio monologo alla Goldoni sull’amicizia, ora infatti la mia attenzione si sposta su quello che ho detto prima, la questione del bene e del male, ecco io penso che possa essere argomento di grande interesse per la maggior parte delle persone e quindi eccovi quello che definirò “il bene e il male condensato in poche parole”.

Un giovane può prendere due strade nella vita, può decidere di essere la persona che vuole o essere la persona che vogliono, ma in ognuno dei casi la cosa importante da ricordare è la differenza tra bene e male, tra ciò che riesce a darci felicità momentanea e quello che invece ci da felicità a tempo indeterminato. Fare il male potrebbe significare ferire qualcuno, fare del bullismo, essere delle persone che trovano nella sofferenza altrui appagamento, oppure essere delle persone che non fanno nulla davanti a tutto ciò, che preferiscono un tacito silenzio alla protesta.  Fare del bene può essere tante cose, dal decidere di opporsi al male oppure decidere di essere delle persone che fanno del bene per stare bene, cosa che ormai penso sia quasi impossibile da trovare.

Una volta, al Festival dell’oriente, vidi un quadro che rappresentava il bene e il male nella tradizione cinese, e in quel momento non ero sicura di saper distinguere se la parte nera fosse il male e il bianco fosse il bene, oggi con qualche pianto in più e qualche amico in meno vi posso dire che ho distinto il bene e il male ma che non sono ancora sicura di quale parte volesse significare il bene e alla fine sono giunta alla conclusione che per riuscire a sopravvivere il bene e il male si debbano sommare, tanto da creare un equilibrio.

Questo equilibrio si può raggiungere a dodici anni o a ventiquattro, ma questo non significa che sia ancora chiara la differenza tra bene e male, potrei dire che riconoscere questa differenza sia come trovare l’errore in un’equazione di fisica quantistica. Vedete, alla fine di questo “trattato” vorrei chiedere a qualche adolescente come si sente rispetto alle mie affermazioni, sono sicura che molti si troverebbero d’accordo con me e magari condividerebbero perfino le loro emozioni, altri invece sarebbero più scettici, non riconoscerebbero il mio intento e penserebbero che queste pagine siano carta straccia, scritte da una ragazza troppo presuntuosa per la sua età.

A codesto punto voglio chiedervi una cosa, cosa pensate dei viaggi? Domanda improvvisa e indubbiamente molto particolare ma mi aspetto una risposta seria e non dettata dal vostro pregiudizio sul viaggio grazie. Non posso dire di aver viaggiato molto, ma con la mente sono ovunque fuorché a casa mia, sono in remoti villaggi asiatici e in luoghi che potrebbero evocare un degrado totale dell’umanità. Si, tra i miei sogni c’è quello di vivere per viaggiare, di viaggiare per raccontare la verità su quello che le persone vedono da uno schermo, di viaggiare in luoghi che la gente archivia dicendo “ma sono Stati giovani cosa vuoi vedere dai”, eppure io starei ore a contemplare le bellezze nascoste di tutti quei luoghi. Qualcuno si chiederà chiaramente di quali luoghi stia parlando, mi sto riferendo al tour dei miei sogni: parto da Trieste, passo per l’Europa dell’Est e mi fermo in quei villaggi un po’ disabitati e tristi ma che forse riuscirei a far sembrare meravigliosi, Il Kazakistan, poi l’Uzbekistan, il Turkmenistan, il Tagikistan, il Kirghizistan e infine il Medio Oriente.

Ora mi sto immaginando le vostre facce molto perplesse nel leggere tutto ciò, ma vi assicuro che se per un attimo vi distogliete dall’immagine di un paese triste e vuoto vedrete che oltre alle barriere c’è un qualcosa che si chiama bellezza, ci sono cose bellissime in Italia certo, ma questo non vuol dire che quando si guarda fuori dalla finestra non si possa immaginare di camminare per le strade di Samarcanda. Nessuno vorrebbe vivere una vita grigia, io voglio vivere la mia riempendola di colori, e il mio modo per trovare i colori è fare le cose che amo, viaggiare anche se solo con la mente, scrivere per gli altri e recitare, tre cose che però formano non solo me ma anche la mia felicità.

Il mondo, con il suo bene e il suo male, è il posto per tutti e crescere vuol dire anche cercare di trovare quale sia il nostro, quale sia il luogo dove noi vorremmo diventare grandi e per quale cosa il nostro cuore batte, io so che il posto in cui dove vorrò vivere è un luogo dove serva qualcuno che porti la verità oltre le bugie di chi dice che la guerra non esiste, e so che quello che voglio essere è una persona che dirà sempre la verità, una persona che non vuole l’ordine e la chiarezza, so che sarò una persona che dentro ha il caos e a volte ha gli occhi un po’ appannati.

E quindi alla fine, si ritorna sempre all’inizio, crescere vuol dire diventare, diventare vuol dire decidere e decidere vuol dire cercare la libertà nelle piccole cose, cercare il posto che amiamo e scegliere chi essere per stare bene, crescere è divertirsi, crescere è sbagliare e anche tanto, crescere e sapere che non si potrà essere sempre perfetti…. Crescere è un caos, un mercato pieno di persone, crescere è ritagliarsi la strada tra le insidie ma soprattutto crescere è un po’ come uno scisma d’Oriente o il un crollo di Cartagine.

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