Premio Racconti nella Rete 2022 “L’addetta alle etichette” di Christian Mella
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022<<Allora quanto ci manca, Clara? Sono già le tre e mezza, alle cinque devo andare a prendere mia figlia a scuola, non voglio essere costretto a fare gli straordinari come ieri>>, <<poco Aldo, non preoccuparti! Stamattina quando tu non c’eri mi sono portata avanti con Livia, ci mancano solo quattro persone e per oggi abbiamo finito! Puntami il teleschermo su Michel Moreau, abita a Colombes, hinterland del nord-ovest di Parigi>>. <<Ah adesso pure dell’estero dobbiamo occuparci? Io mi sono stancato di lavorare in più solo perché i nostri colleghi oltralpe sono più furbi di noi e ci scaricano addosso le pratiche che non hanno voglia di sbrigarsi da soli, è già il quinto che ci rifilano nel giro di una settimana, se andiamo avanti di questo passo finirà che la prendono come abitudine…>>. <<E dai, non fare il brontolone come tuo solito, è l’ultimo, promesso.
La prossima volta gli dico che abbiamo anche noi molto di cui occuparci e che non facciamo più favori, contento? Adesso è stato un periodo un po’ così solo perché hanno avuto una riduzione del personale, mi sa che non ti ho raccontato cos’è successo… Senti, in teoria è una notizia che dovremmo avere solo noi responsabili d’area, però di te mi fido e te la racconto, ma mi raccomando di non farne parola con nessuno, soprattutto con Asia e Mauro, intesi? Allora, il fatto è questo: hanno dovuto licenziare un intero gruppo di circa quindici addetti alla parte settentrionale della Francia, perché, stando a quello che ci hanno riferito i superiori, il capo di questo team si era messo in testa di fare del ‘bene’, e aveva iniziato ad allungare le scadenze a tutti, dando ordine ai suoi sottoposti di fare lo stesso… Fortunatamente uno di loro aveva un briciolo di etica professionale e ha riportato il fatto a chi di dovere, e dato che questo suo piano di sabotaggio aveva avuto inizio da poco, sono riusciti a risalire a tutte le persone a cui avevano fatto sconti e a rifare tutte le etichette. Pensa te che scemo, non aveva neanche cancellato le cronologie di intervento!>>. <<Ma scusami un attimo, perché questa notizia deve rimanere così segreta? Non mi sembra sia un qualcosa da tenere nascosto, anzi: potrebbe fungere da esempio per tutti quelli a cui vengono strane idee in testa>>, <<sì ma aspetta, questo lo pensi tu che sei un lavoratore serio e con una certa professionalità, ma pensa a questo: quanti dei nostri colleghi svolgono questo lavoro solo perché hanno bisogno di soldi da portare a casa a fine mese? Credi che persone simili si farebbero scrupoli a tradire l’etica professionale e a farsi impietosire? Dai, ora mettiamoci a lavorare che stiamo perdendo tempo, sennò col cavolo che riesci a prendere tua figlia in orario! Inquadrami il signor Michel>>.
E in quello strano ufficio all’ultimo piano di un edificio storico di Milano, sede tra l’altro di un’importante banca (che non nominerò per questioni di privacy, dato che è una finanziatrice dell’impresa), ecco comparire su un gigantesco monitor il bel faccione di quest’uomo francese di mezza età, si direbbe tra i cinquantuno e i cinquantatré anni; ha uno sguardo vispo ma leggermente incupito da una vaga preoccupazione, qualcosa di non gravissimo e neanche urgente, ma che si porta dentro da un po’, e ogni tanto gli viene in mente e lo turba; ha un cappotto lungo grigio, dalla fattura sembrerebbe costoso, probabilmente è una persona benestante: eccolo infatti che sta salendo su un’autovettura, un Mercedes nero ultimo modello.
<<Bene bene, signor Michel, mi raccomando, si rilassi e guidi piano mentre noi ci occupiamo di lei! Allora, Aldo, tu che scadenza metteresti? Ti lascio fare l’analisi, ho visto che ultimamente sei migliorato molto, e se davvero mi promuovono a responsabile regionale, se vuoi prendere il mio posto è tempo che inizi a fare anche questo>>.
<<Dal cappotto e dalla vettura si direbbe benestante, guardando la sua scheda leggo anche che ha un villino niente male, certo è un po’ fuori da Parigi ma dev’essere comunque dispendioso, e un’eventuale sua ‘dipartita’ prematura non dovrebbe destare troppe preoccupazioni alle due figlie e alla moglie, che tra l’altro svolge anche lei un lavoro generosamente retribuito, e ciò avvalora la mia tesi. Inoltre, martedì è arrivato un comunicato dalla Signora che suggeriva di non essere troppo benevoli in Francia, Giappone, Australia e Svezia dato che nell’ultimo decennio è stata molto clemente nei loro confronti, facendoli addirittura arrivare ai primi posti tra i paesi più longevi del mondo. Per cui, caro signor. Moreau, io direi che la sua data di scadenza ideale è da fissarsi per dicembre dell’anno prossimo, e non se ne parli più!>>. <<Bravo Aldo! Complimenti davvero, persino io stavo quasi dispiacendomi per quelle due povere creaturine che saranno presto orfanelle, sei stato molto professionale. Adesso lascia fare a me gli ultimi tre, non perché non mi fidi eh, sia chiaro: sono tutti nostri connazionali, per cui essendo un periodo stabile di nascite e decessi, noi responsabili abbiamo carta bianca sugli interventi da fare, l’unico criterio da seguire è mantenere un certo equilibrio, ma per il resto possiamo sbizzarrirci, per cui guarda bene come mi muovo, cerca di capire come ragiono, così se davvero dovrai assumere tu il mio ruolo, saprò di lasciare un mio degno successore, intesi? Vai, mandami su Franco Aderini, abita ad Ascano, sai dov’è vero?>>, <<ma certo, e come potrei dimenticarmene: è dove era successo quel casino qualche anno fa, alla Sagra delle Ostriche! Se non sbaglio era stata colpa di un addetto al distretto Sud che era andato al lavoro ubriaco, tutta quella gente morta per colpa di un imbecille!>>.
<<Esatto, vedo che ti ricordi bene. E proprio per questo, con il nostro Aderini sarò molto buona: già ha perso il padre in quel terribile incidente, lui è stato uno dei pochi sopravvissuti, e non mi sembra il caso di infierire ancora, dato che nel mentre si è sposato con una ragazza arrivata da poco nella città e stanno aspettando il primo figlio. Poi guarda: non fuma, non beve quasi mai, è un compagno esemplare verso sua moglie, per cui premiamolo anche per questa sua virtù e stampiamo un’etichetta larga coi tempi! Io direi: “Da consumarsi preferibilmente entro il 10/10/2072”, facciamolo arrivare a novant’anni, se lo merita>>. <<Sì, forse non così tanto ma anch’io sarei stato buono con lui, ha anche una faccia simpatica. Vuoi che ti mandi il prossimo? Si chiama Marcello Bersi, ha vent’anni ed abita in un piccolo comune alle porte di Roma>>.
<<Perfetto, vediamo un po’ cosa combina nella vita questo Marcello: vedo che ti piace molto la Città Eterna, tra studi e amicizie non sei quasi mai nel tuo paesino!
Ah, a volte, mi diverte pensare al fatto che noi siamo qui a vedere queste persone che non conosciamo, entriamo di soppiatto nelle loro vite, decidiamo la loro etichetta e loro neanche lo sanno!
Comunque, torniamo a noi: sono contenta per lui, il nostro Bersi ha conosciuto una certa Monica qualche giorno fa, oggi l’ha rivista per caso e domani sera si vedono in un bar del Centro, sembra molto carina, e secondo me tra quei due scoccherà qualcosa, vedrai. Ma guarda anche la sua scheda: proprio un ragazzo esemplare, aiuta sua nonna anziana, è uno che si batte per quello in cui crede, cerca di impegnarsi in quello che fa… Eh, ormai di persone così ne nasce una su mille! Però non è tutto oro quello che luccica, come mi diceva sempre mio padre: quelli così c’è il rischio che si caccino in qualche guaio, chissà cosa sarebbe disposto a fare, pur di difendere le idee in cui crede, potrebbe anche rovinarsi la vita, o peggio rovinarla a qualcun altro. Senti, voglio fargli un favore! Lo trasformerò in una specie di martire, una di quelle persone di cui la gente parla come di un esempio da seguire. Scrivi sull’etichetta: “Da consumarsi preferibilmente entro fine 2028”, senza scrivere né il giorno né il mese, così morirà un giorno qualsiasi di quell’anno, tra i venticinque e i ventisei anni. Morendo così giovane, ed essendo un ragazzo così ben voluto e pieno di energia, farlo uscire di scena ancora nel fiore dei suoi anni non è che un bene per tutti: per lui in prima persona, che a quell’età sarà o a un buon punto con i suoi propositi, che verranno continuati da qualcuno vicino a lui, oppure sarà appena sulla soglia del suo fallimento, e farà quindi in tempo a salvarsi dai pentimenti e dalla tristezza, perché fidati: uno così non sopporterebbe di fallire, e seppur è vero che rimarrebbe comunque un dono per i suoi amici, e magari per questa Monica, loro anche da morto lo ricorderanno sempre con affetto, e porteranno avanti i suoi ideali forse anche meglio di lui, che mette così tanta passione nella vita da rischiare di scottarsi: in seguito alla sua morte, invece, in loro rimarrebbe sì il ricordo del suo fervore, ma col tempo si smorzerà, e il suo esempio avrà così raggiunto l’effetto di essere portato avanti puro, libero dall’eccessività del suo tumulto>>.
Aldo si era commosso, e senza neanche bisogno di proferire parola a riguardo, con uno sguardo fece capire a Clara l’ammirazione che provava nei suoi confronti, e che certamente si porterà dietro questi preziosi e umani insegnamenti.
<<Andiamo con l’ultimo?>>. <<Si Aldo, mandamelo pure sul teleschermo, grazie. Dai che abbiamo quasi finito!>>.
Ed ecco apparire Adrio Zichi, residente in un quartiere un po’esterno di Milano, di prima impressione non è un uomo che colpisce molto: si presenta come un sessantenne qualsiasi, senza particolari tratti o caratteristiche che attirano l’attenzione su di lui.
<<Niente di nuovo sembrerebbe, avrei preferito qualcosa di meglio come ultimo della giornata… Però aspetta, guarda qui Aldo, lo vedi? Mentre tutti intorno a lui sono stanchi ed esausti dalla giornata di lavoro, sono scortesi con il barista, vanno di fretta, sono esausti, lui no: lui si è seduto con calma in un tavolino all’aperto, si accende una sigaretta, ha un sorriso contento e soddisfatto stampato in viso, e non sembra preoccuparsi della sua birra che con tutto quel trambusto tarderà sicuramente ad arrivare. Leggi la sua scheda! Fuma trenta sigarette al giorno e beve senza farsi problemi, a volte si ubriaca anche, è vero, ma non per sopperire a qualche mancanza, o per fuggire da preoccupazioni e cose simili: lo fa solo perché gli va. Ha un piccolo negozietto di alimentari, e anche se tutti gli dicevano che con la grande distribuzione, e l’avvento di Internet, e la modernizzazione, sarebbe presto fallito, lui è andato avanti lo stesso, e senza problemi conduce dignitosamente la sua vita. È sposato da trentacinque anni e ancora va d’accordissimo con la moglie, i suoi figli lo adorano, e anche adesso che sono grandi e vivono lontano, trovano sempre il tempo di andarlo a trovare. Capisci dove voglio arrivare, Aldo? Quest’uomo è simile al ragazzo di prima, ma al tempo stesso diverso: è uno che ha sì le proprie idee, ma le porta avanti in pace con sé stesso e con il mondo, sa bene che arrabbiarsi non serve a niente, e alle grandi preoccupazioni degli altri, lui risponde con un atteggiamento di pacata ma determinata perseveranza per ciò in cui crede.
Questo è un uomo che davvero con la sua presenza può migliorare il mondo, nel suo piccolo: contribuisce a un cambiamento lento, ma inesorabile. Pensa se fossimo tutti come lui, non sarebbe meglio? Scrivi sull’etichetta: “Da consumarsi preferibilmente entro il 12/04/2064”>>. <<Va bene Clara, come vuoi. Se devo essere sincero penso che farlo vivere fino a centodue anni sia un po’ eccessivo, però capisco perfettamente il tuo ragionamento, e anch’io avrei messo una data di scadenza molto in là nel tempo. Quest’uomo è un esempio del buon vivere, guarda anche adesso cosa sta facendo: quelli nel tavolo di fianco al suo sono arrivati da neanche dieci minuti, e già si stanno lamentando con il barista che ancora non gli ha portato l’ordine: dall’odio che hanno negli occhi si direbbe che avrebbero fatto scoppiare una rissa, ma Adrio, con calma, è intervenuto e ridendo gli ha detto che lui è già più di mezz’ora che sta aspettando. E anche quegli scalmanati si sono tranquillizzati, e scambiano quattro chiacchiere con lui mentre pazientano. Hai ragione, quest’uomo deve vivere ancora a lungo. Stampo l’etichetta e chiudo tutto, va bene?>>.
<<Sì Aldo, ti ringrazio. Ah ascolta, posso chiederti un favore? Riesci a darmi un passaggio fino in stazione? Stamattina ho avuto un guasto alla macchina e sono dovuta venire coi mezzi>>.
Clara e Aldo sono gli ultimi a lasciare l’ufficio, perlomeno oggi hanno finito in orario, e Aldo non tarderà a prendere sua figlia Melissa a scuola. Chiudono la porta e si dirigono verso i garage. La targhetta all’ingresso recita: “ETICHETTE PER TUTTI I GUSTI – Sede Amministrativa”.