Premio Racconti per Corti 2011 “Ripeti con me” di Ivano Bisozzi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2011LUCCA
EST. RIVA PARCO FLUVIALE GIORNO
Concetta e sua figlia Lietta stanno sdraiate sulla ghiaia del fiume Serchio. Concetta si guarda attorno con circospezione.
CONCETTA
“Dai, sbrighiamoci, adesso c’è meno gente”
Lietta prende da una borsa un contenitore di coccio, e una pipa che mostra alla madre.
LIETTA
“Ho portato anche questa. Il babbo la teneva sempre in bocca, che dici la gettiamo nel fiume assieme alle sue ceneri?”
CONCETTA
“Fai come credi. Però sbrigati”
Lietta si avvicina alla riva e senza dare nell’occhio lascia scivolare nell’acqua sia le ceneri che la pipa.
Torna ad accomodarsi accanto alla madre.
CONCETTA
“Chiudi gli occhi anche tu e ripeti con me… Caro Cosimo…”
LIETTA
ripete le parole della madre
CONCETTA
“…tua moglie e tua figlia sono qui a renderti il loro ultimo saluto liberando le tue ceneri in queste acque come tu tanto desideravi…”
Vediamo emergere dall’acqua la testa di Cosimo sorridente con la pipa in bocca.
CONCETTA VOCE OFF
“…perché il Signore misericordioso accolga te, Cosimo, con la sua benedizione”
La figlia apre gli occhi, guarda verso il fiume e ha un sussulto.
Si vede il padre che man mano emerge dall’acqua.
LIETTA VOCE OFF
“E’ risuscitato!”
Concetta continua a pregare a occhi chiusi.
CONCETTA
“Sì, è risuscitato per mostrarci la via del perdono…”
La figlia scuote la madre.
LIETTA
“Ma che dici! è il babbo… è il babbo che è risuscitato!”
Concetta apre gli occhi e rimane pietrificata. La figlia impaurita si abbraccia alla madre.
Cosimo perfettamente asciutto, pipa in bocca, ben vestito e ben pettinato, si avvicina alle donne.
COSIMO
“Concetta… Lietta, come siete belle… fatevi vedere, fatevi abbracciare”.
STACCO
Cosimo sta seduto assieme a moglie e figlia su una panchina di fronte al fiume. Seduto sopra le sue gambe c’è un signore molto grasso.
CONCETTA
“Sei sicuro che oltre a noi nessuno ti possa vedere?”
A riprova Cosimo indica il ciccione che gli sta seduto sopra.
COSIMO
“Tu che pensi?”
Il ciccione si rivolge a Concetta.
CICCIONE
Mi scusi signora stava dicendo?
CONCETTA
con un sorriso tirato
“Nulla, stavo pensando ad alta voce”
Il ciccione si alza e si stiracchia. Esce dall’inquadratura. Cosimo fa una smorfia di dolore e si massaggia le gambe.
CONCETTA
“Dicevi? quanto tempo dura questa cosa che gli altri non ti vedono?”
COSIMO
“Stai tranquilla cara, non più di mezzora”.
CONCETTA
“Tra un po’ quindi è come se non fossi mai morto?”
COSIMO
“Esatto amore. Torneremo tutti e tre assieme, finalmente!”.
CONCETTA
tenta di nascondere irrequietezza
“Finalmente?”
COSIMO
“A proposito, come sono morto?”
CONCETTA
“Ti è caduto il lansagnolo in testa”.
COSIMO
“Ah… ma pensa! che disgrazia!… ci pensi amore, fra un po’ di nuovo a casa. Ma che bella giornata”
Cosimo si sdraia sulla panchina. Volge il viso in direzione del sole e socchiude gli occhi.
CONCETTA
“Che ore sono?”
COSIMO
“Non lo so amore… che bella giornata!”
Il ciccione si riavvicina a Concetta e Lietta e va a sedersi sopra la testa di Cosimo ancora sdraiato.
CICCIONE
“Scusi signora, ma che fa, parla ancora da sola?”
CONCETTA
“Ma no signore, sto parlando con mia figlia”
CICCIONE
“Mi perdoni, ma sua figlia le sta seduta a sinistra e lei parla verso destra a bassa voce guardando lo spigolo della panchina”
CONCETTA
“E va bene, glielo ho già detto, a volte penso ad alta voce”
CICCIONE
“Le dico questo perché ho una cugina che… pure lei ogni tanto…”
Fa il gesto del matto con la mano. Il ciccione seduto ancora sopra la testa di Cosimo ha un sussulto. Poi si rivolge all’uomo sotto di lui.
CICCIONE
“Ma lei… ma dico! ma cosa ci fa con la sua testa sotto il mio sedere?”
Cosimo lo scansa con forza e se lo leva da dosso.
COSIMO
“Ma vattene via!”
Concetta e Lietta tirano su Cosimo dalla panchina e si mettono in disparte, mentre il ciccione si allontana brontolando.
CONCETTA
“Avevi detto che doveva passare almeno mezzora prima che gli altri potessero vederti, saranno passati sì e no cinque minuti e che fai, riappari improvvisamente in questo modo?”
Cosimo annuisce.
CONCETTA
“Ti devi nascondere, capito? non ti devi far vedere da nessuno”
COSIMO
“Perché dovrei nascondermi?”
CONCETTA
“Vedi Cosimo… adesso noi stiamo bene, dopo l’incidente che hai avuto l’assicurazione ci ha pagato l’indennizzo previsto dalla polizza sulla vita che dietro nostro suggerimento hai sottoscritto… e in più ci danno la pensione da morto. Se resti perdiamo tutto… ci tolgono tutti i soldi…”
Una signora molto anziana, Rosalina, si avvicina a Cosimo, Concetta e Lietta. Si rivolge a Cosimo.
ROSALINA
“Scusi tanto signore, io la conosco. Ho visto la sua foto nei necrologi in piazza del mercato”
Cosimo le porge la mano.
COSIMO
voce risoluta e decisa
“Sì, sono proprio io”
L’uomo stringe la mano alla donna anziana con convinzione.
COSIMO
“Piacere! Cosimo Gualtieri”
ROSALINA
“Piacere mio! Rosalina Navarra, vedova De Sposito”
COSIMO
alza il tono della voce
“Molto lieto!”
Interviene Concetta che scansa il marito.
CONCETTA
“Mi scusi tanto, a mio marito piace scherzare”
ROSALINA
“Ah… lei è la signora Gualtieri?… piacere, Rosalina Navarra vedova De Sposito”
Concetta accenna un sorriso forzato e si discosta dalla donna trascinando via il marito.
COSIMO
“Ma cosa vi prende? non siete contente di riavermi con voi?”
CONCETTA
“Insomma, ma non capisci? non è che prima che tu morissi navigassimo nell’oro…”
COSIMO
“Cosa dovrei capire? vuoi dire che non sono un buon marito e un bravo babbo per mia figlia?”
Lietta fa una espressione di sufficienza.
CONCETTA
“No, non è questo”
COSIMO
“Allora cos’è?”
CONCETTA
dopo un momento di silenzio
“Cosimo, è semplice… tu vali più da morto che da vivo”
Rosalina, poco lontano da lì, sta spiando le tre persone che parlottano.
COSIMO
rimane pensieroso per qualche istante
“Scusate, come è andata la faccenda del lansagnolo? come ha fatto a cadermi in testa?”
Due agenti raggiungono Cosimo, Concetta e Lietta.
PRIMO AGENTE
“Scusate signore, dovreste seguirci”
CONCETTA
“Dove volete portarci?”
SECONDO AGENTE
“Il medico legale ha constatato che suo marito non è deceduto per cause accidentali. Si è trattato di omicidio. Cosimo Gualtieri è stato ucciso”
COSIMO
“Ma no agente, Cosimo Gualtieri sono io. Posso chiarire tutto”
PRIMO AGENTE
“Davvero? Lei è il signor Gualtieri?… interessante! Sul matterello oltre alle impronte digitali delle due signore qui presenti, sono state rinvenute anche quelle di una terza persona non ancora identificata”
COSIMO
“Sono le mie. È tutto chiaro adesso, quel matterello è stato sempre a casa mia”
SECONDO AGENTE
“Bene, venga anche lei con noi. La dichiaro in arresto per complicità nell’omicidio volontario di Cosimo Gualtieri”
CONCETTA
“Ben fatto, agente! È questo l’uomo che ha ucciso mio marito. È venuto qui a cercarci e ha minacciato me e mia figlia. Voleva uccidere anche noi”
LIETTA
“Sì, è vero. Quest’uomo ha ucciso il babbo e ora vuole fare la stessa cosa con me e la mamma”
COSIMO
“Ma agente, glielo ho detto. Il signor Gualtieri sono io”
PRIMO AGENTE
“Certo, come no!… venga a raccontarla al magistrato”
Gli agenti afferrano Cosimo, Concetta e Lietta e si allontanano. Si è formato un gruppetto di persone che assistite alla scena.
CICCIONE
Con voce sprezzante tra i brusii di fondo
“Ma senti che storia! certo che quello ce l’ha proprio la faccia da assassino!”
INT. COMANDO DEI CARABINIERI NOTTE
Vediamo Concetta e Lietta all’interno di una stanza, appoggiate con le spalle a una parete bianca. Si sentono voci provenienti da altre stanze.
PRIMO AGENTE V.O.
“Ma no, Maresciallo, le dico che un attimo fa stava qui”
MARESCIALLO V.O.
“E cosa è successo? si è volatilizzato?”
SECONDO AGENTE V.O.
“Non sappiamo come abbia fatto, ma è riuscito a scappare”
MARESCIALLO V.O.
urlando
“Ma come è possibile? Trovatelo subito!”
LIETTA
“Non lo rivedremo più, vero mamma?”
CONCETTA
dopo una breve pausa
“Che il Signore ci perdoni… ripeti con me. Che il Signore ci perdoni”
LIETTA
ripete le parole della madre
STACCO
EST. RIVA PARCO FLUVIALE TRAMONTO
La riva del Serchio è deserta. C’è solo Rosalina. Si affaccia sull’acqua del fiume. Vediamo il riflesso del suo viso.
ROSALINA
Caro Michelangelo, resuscita pure tu. Mi hai lasciato che avevo solo 20 anni. Vieni, riunisciti a me nella carne e nello spirito.
MICHELANGELO V.O.
una voce cavernosa proviene dall’acqua
“Ma si pazza guagliò? PUH! te si fatta propeto na schifezza!”
Sul viale del parco fluviale un uomo ben vestito passeggia poco più in là con una pipa in bocca. È Cosimo Gualtieri. Con passo elegante si allontana fischiettando.