Premio Racconti per Corti 2011 “Olga” di Edda Valentini
Categoria: Premio Racconti per Corti 2011Aziz è fiero del suo lavoro. Aleggia sulla faccia dai tratti nordafricani e dalla cura con cui artiglia col rastrello le foglie del viale alberato. Al clima però non si è ancora abituato e in giornate nebbiose come queste di tanto in tanto gli sale un colpo di tosse.“Aziz!”La voce del collega supera il rumore del mezzo pulisci strada. L’uomo si sporge dal finestrino e gli indica di continuare il lavoro vicino ai cassonetti. Aziz gli fa un cenno di conferma con la mano, poi le avvicina alla bocca le mani e ci alita sopra una nuvoletta di fiato caldo. Attraversa dopo aver guardato ai lati della strada, anche se in quelle prime ore del mattino non c’è anima viva in giro. Adesso che la motoscopa è lontana, non rimane che il fruscio delle foglie che lui ammucchia accanto ai cassonetti della raccolta differenziata. Un gemito rompe il silenzio. Aziz increspa le folte sopracciglia scure. – Olga – la parola adesso gli arriva chiara. Una debole voce di donna, un misto fra il richiamo e il lamento. Aziz aguzza lo sguardo e va verso il retro dei cassonetti. Oltrepassata una rete da letto, un materasso logoro e altro ciarpame ammucchiato, gli si para davanti, su una sedia a rotelle, una splendida vecchietta dagli occhi azzurri stretti fra una ragnatela di rughe. I capelli spettinati si confondono con la nebbia. Indossa una lunga camicia da notte di fustagno e un paio di ciabatte col pon pon di pelo.
–Olga?- Ripete la donna. Aziz si guarda intorno, lancia un’occhiata all’unico condominio ancora immerso nel sonno. Nessuna speranza d’aiuto. La vecchietta spingendo sulle ruote, gli si avvicina guardandolo dal basso con aria implorante. –Olga !? – E lui le rimanda uno sguardo tenero e preoccupato. Si toglie il giubbetto, glielo pone con cura sulle spalle curve. Parla tra sé con parole dure nella sua lingua, che meglio esprime l’indignazione per come Olga abbia potuto abbandonare quella povera donna fra gli oggetti da rottamare. Aziz s’inginocchia davanti alla vecchietta, le prende le mani ossute e gliele strofina con delicatezza, mentre muta il tono risentito in un dolce canto arabo. La vecchietta ritrae le mani e senza mai perdere l’espressione dolente, allunga un piede verso Aziz. Lui le toglie la ciabatta, afferra con delicatezza quel piede magro e lo massaggia con gesti esperti senza trascurare neanche una delle piccole dita storte dall’artrite. Un colpetto di tosse. La vecchietta gli passa una mano fra i folti capelli, poi rimette il piede nella ciabatta e gli porge l’altro abbozzando un sorriso. Aziz continua il massaggio alitando sul piede il suo fiato caldo.
– Olga?- La voce è smorzata dal rumore della motoscopa che si sta avvicinando. L’uomo alla guida si guarda intorno in cerca di Aziz – Attenta Olga, adesso ti faccio volare!- Parla mentre stringe il volante con forza sterzando verso i cassonetti. Accosta al marciapiede, spegne il motore e salta giù lasciando lo sportello aperto. Si sgranchisce le braccia verso l’altro mentre parla con voce allegra – Aziz!Vieni che ti faccio conoscere Olga!- Aziz rimane bloccato a bocca aperta con la ciabatta in mano. Solleva lentamente lo sguardo sulla vecchietta che guarda oltre la sua testa con espressione beata. –Olga!!!- Aziz è girato di spalle non può vedere la famigerata Olga, ma sente la sua risposta al richiamo. Un guaito si alza nel silenzio. Una vecchia barboncina bianca avanza traballando sul bordo del materasso facendo tintinnare la medaglia a forma di osso che le penzola al collo, dove spicca la scritta Olga.
Bello Edda, mi è piaciuto questo mettere vicine e far incontrare in modo inconsueto due persone per motivi diversi ai “margini”
In un mondo che pare non essere più in grado di accudire e di dare assistenza come un tempo, gli inadempienti sono sostituiti da affettuosi animali e comprensivi e responsabili immigrati. Grazie all’autore per aver dato il suo apporto alla lotta agli stereotipi di cui sono spesso vittime persone che al contrario danno spesso prova di solidarietà disinteressata.Racconto di valenza sociale
Grazie Franco per il tuo interessante commento ,hai veramente centrato le mie intenzioni.