Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2022 “Un macigno sul cuore” di Licia Tumminello

Categoria: Premio Racconti per Corti 2022

È la storia di Augusto Civati, studente liceale, innamorato della compagna Giada. (L’incapacità di gestire le frustrazioni può determinare tragiche conseguenze). 

SCENA 1^

A scuola: Augusto Civati svolge un problema di matematica alla lavagna, ma è distratto dal tatuaggio (un sole) sul polso di Giada Pennino, seduta al primo banco. AUGUSTO PENSA: Mi farò anch’io un tatuaggio: una luna. Perché io sono la notte e Giada il giorno; io sono l’inferno e Giada il paradiso.

SCENA 2^

Augusto entra in casa: La mamma sta passando l’aspirapolvere. «C’è la minestra»grida, per superare il frastuono. In cucina, uno stendino con i panni asciutti e, sulla tavola apparecchiata, un piatto coperto e un panino.

«Papà?» chiede Augusto.

«È già andato. Raccogli la biancheria!».

Augusto ubbidisce, quindi afferra il pane e si chiude in camera. Cerca invano di studiare, poi prende, da sotto il materasso, una rivista sconcia.

SCENA 3^

A scuola, in corridoio, durante l’intervallo. Giada, vicino a una finestra, legge. Augusto la guarda adorante. Le si avvicina. «Che fai?».

«Ripasso storia. Domani interroga».

«Me ne sbatto. La storia che ci insegnano è tutta una cazzata. Non ci serve a niente».

«Però se non la sai ti bocciano».

Lui ora pare non ascoltarla; fissa la finestra.  «Dammi il tuo fermaglio» dice indicando la spilla che Giada ha indosso.

«A che ti serve?».

«Tu dammela».

«E tu dimmi a che ti serve».

«Dammela!» insiste Augusto muovendo nervoso le dita, senza distogliere lo sguardo.

Giada si sfila la spilla, riluttante.

Augusto si avvicina alla finestra, cauto. Prende qualcosa sospesa nell’aria, delicatamente, e torna a sedere accanto a Giada.

«Guarda». Un ragno si dimena, con una zampa attanagliata tra le sue dita. Con estrema calma Augusto lo poggia e, repentino, gli conficca l’ago proprio al centro del corpo.

«Che schifo… Sei un mostro!». Giada è sconcertata.

«Mostro, io? E tu come l’ammazzi, con l’insetticida?».

«Mi fai schifo! Lasciami stare, vattene».

«Guarda che non si è neanche accorto. Col DDT invece è un’agonia. La stessa differenza che c’è tra uccidere con una pugnalata al cuore e con il gas nervino».

«Oh, la smetti? Ma come ragioni?». Lo allontana spingendolo.

«Su, scherzavo».

«Vattene ti ho detto!».

Augusto va alla macchinetta delle merendine. Prende un pacchetto di patatine, la raggiunge e gliele offre. «Facciamo un giro insieme?». Giada scuote il capo, lui insiste.

«Andiamo al fiume».

«Non posso».

«Dai».

«Non posso, ti ho detto! Devo studiare. Piantala».

Suona la campanella, si rientra in classe. AUGUSTO PENSA:  Se fosse più gentile… Avrei dovuto insistere. Le piaccio, devo solo fare attenzione a quello che dico. Collegare bocca e cervello, come dice il prof.

SCENA 4^

Casa di Augusto: la mamma stira, Augusto sul letto pensa a Giada: si immagina con lei a scuola, nel banco insieme; al fiume, ad accarezzarle i capelli, baciarle il tatuaggio. D’impeto, va in camera da letto, prende dei soldi da un portafogli nascosto nel comodino ed esce col motorino.

SCENA 5^

sotto casa di Giada. Augusto tentenna, poi citofona.

VOCE FUORI CAMPO DELLA MADRE «Giada non c’è, è andata al cinema».  Augusto è arrabbiato. A tutto gas si dirige verso il fiume.

SCENA 6^

Sul fiume:  Augusto vorrebbe battere il suo primato di salto dei sassi sull’acqua. Prova varie volte, ma non è concentrato. Con rabbia prende un grosso masso e lo lancia; si toglie le scarpe e mette i piedi a mollo fino a quando non sente più le dita, e il freddo gli procura insopportabile bruciore. Poi rimonta sulla moto.

SCENA 7^

Augusto raggiunge un cavalcavia.  Scorrono flash nella sua mente: il vuoto della sua stanza, il rumore dell’aspirapolvere, i bucati da raccogliere, le riviste rubate in edicola, i giri solitari in motorino, il parco con i tossici, i professori noiosi. E Giada.

AUGUSTO PENSA: Se solo fosse più gentile…

Si sporge. Dondola con il busto, strizza gli occhi. Gli gira la testa. Sotto di lui l’asfalto scuro e un fermento di macchine. Afferra un sasso, mira a un parabrezza. L’auto, colpita in pieno, perde il controllo, tampona altre auto che sbandano e si scontrano, altre schivano, inchiodano, si schiantano una sull’altra.  

Sulla statale è il caos.  

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12 commenti »

  1. Ritratto realistico su cosa possa accadere ad un ragazzo che vive con la mancanza di dialogo e rapporti umani, reso bene, a mio avviso, sia dalle scene che dai dialoghi. Mi sembra ben riuscito come hai trattato il tema, attuale, del disagio adolescenziale. Brava ed in bocca al lupo!

  2. Mi piace molto, leva il fiato, complimenti!

  3. Grazie Stefano! Grazie Antonella!
    Volevo parlare del disagio adolescenziale, dando emozione e in maniera non giudicante. Spero di esserci riuscita. I vostri commenti me ne danno conferma, e mi fanno felice

  4. Racconto realistico, ricco di temi. La difficoltà a relazionare, la mancanza di un dialogo costruttivo, la solitudine sono e rimangono i buchi neri della nostra attuale comunità . Brava Licia!

  5. La scelta della sceneggiatura aggiunge vivacità e realismo al racconto, accostando la narrazione allo stile del pensiero a flash, proprio dei nostri giovani. Brava Licia!

  6. Grazie Paola! Grazie Silvia! Sì, mi sono ispirata a fatti realmente accaduti qualche tempo or sono. E la realtà diventa narrazione…

  7. Ben rappresentato il disagio del ragazzo dal pensiero povero; del tutto inadeguato a relazionarsi. Rapporto asimmetrico sia linguistico che emozionale. Brava

  8. Scorci di vita quotidiana dei tre personaggi, persi, ciascuno, nelle loro solitudini. Ad avere la peggio, come spesso accade, è il più fragile, colui che è privo di strumenti di conoscenza, propria e altrui. Brava Licia

  9. Rosario Lentini e Liliana Santangelo, sono onorata e commossa.Grazie infinite!

  10. Descrizione veramente realistica, non mi aspettavo il finale che mi ha lasciato davverso senza parole. Complimenti Licia, è scritto davvero molto bene

  11. Finale inaspettato, che poteva essere anche più tragico, considerata la fragilità del protagonista. Hai tratteggiato bene le difficoltà degli adolescenti dei nostri tempi: solitudine, difficoltà nel fronteggiare difficoltà e delusioni, disagio che viene trasformato in aggressività verso la società. Nonostante il messaggio sia “pesante” , il racconto è sobrio ed agile. Brava!!

  12. “Io sono l’inferno e Giada il paradiso”: chi dei due è più vicino al disagio? Chi sostiene candido “La storia che ci insegnano è tutta una cazzata. Non ci serve a niente», o chi ribate responsabile del proprio ruolo «Però se non la sai ti bocciano»? O sono due lati simmetrici che potrebbero anche scambiarsi in qualsiasi momento? Il racconto è così lineare, essenziale e reale da sembrare quasi la banalità dello scorrere quotidiano, ma è un po’ come “la banalità del male”, c’è, già visibile anche se nessuno lo guarda, un mondo pronto a ingorgarsi, basta un sasso e tutto deraglia.

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