Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2021 “Di bianco” di Cristina Gatti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021

Adesso riapro gli occhi. Posso farcela. Forse sto solo sognando… No! Di nuovo la stessa nebbia, tutto intorno a me è bianco come il marmo.  Ho le vertigini, non so dove mi trovo, non ricordo…

Eccola, ancora lei. Non vedo altro che lei, ovunque. Non è possibile. Che cosa mi succede? Vorrei chiedere aiuto, ma non riesco a parlare.

Mi sento male. Vertigini. Calma, devo stare calma, prima o poi arriverà qualcuno. Non posso muovermi e i miei piedi… non sento niente, non c’è terra sotto di me. Sto sospesa in questo bianco. Sì, di certo è un malore, oppure un sogno…

Di nuovo chiudo e riapro  gli occhi. Non cambia niente. Vedo ancora lei, soltanto il volto, sempre con quell’aria triste, chissà perché. È così bella! Mi sembra di conoscerla, ma non ricordo dove posso averla incontrata. Vorrei chiamarla, la voce non esce e le mie braccia non si muovono. Mi volto, non so se mi sto muovendo o sono ferma. Sono come rinchiusa dentro un enorme batuffolo di cotone.

Oddio, sta succedendo qualcosa! Sembra che si avvicini, diventa più grande, sempre più grande, ma non mi guarda, non cambia posizione. Mi mostra sempre il profilo…

Ecco, ora vedo meglio. È un’immagine. Il vestito, le gambe, le… Santo cielo, sono io!

Come ho fatto a non riconoscermi? Quel vestito mi piaceva da morire. Ero in viaggio. Svizzera. Mi sentivo una donna antica, una dea greca da venerare, avvolta di seta con quei grandi pois irregolari, di forma quasi triangolare. Li ho sempre trovati chic i tessuti a pois. Era costoso quell’abito, ma lo comperai lo stesso, a Lugano. Guardavo il lago…

Un momento! Questa è la foto che mi facesti tu, amore, amore mio grande… Ero triste perché sapevo già che non saresti più tornato. Lo capii subito. Non eri fatto per durare, sapevi fare solo una cosa: viaggiare, scappare da tutto e rimanere, non visto, a guardare il mondo. Avrei voluto una vita in viaggio. Con te. Viaggiavamo tanto insieme, ti ricordi? L’Alsazia, l’Irlanda e poi in Sudafrica, io e te sul fiume, e poi…oh che nostalgia di te. Di te e dei nostri sogni: “Dove vorresti essere adesso tesoro mio?” mi sussurrasti quella volta mentre cullavi il mio corpo e la mia anima su un’amaca trovata là. Sapevi già la risposta: “Ovunque nel mondo, ma con te”. Poi però hai proseguito da solo.

Che ci fa questa vecchia foto qui? Non l’avevi tenuta tu? Allora ci sei, amore mio. Dimmelo, dimmelo, sei qui? Come ti vorrei, non immagini quanto…

Suoni. Non sono sola. Lamenti. Qualcuno piange. “Aiuto, tiratemi fuori da questa nebbia!”, vorrei gridare, ma la gola si stringe.

L’immagine si avvicina ancora, si allarga. Una cornice. L’hai incorniciata, amore, che pensiero gentile!

Perché piangono? Marmo bianco, il bianco dei gigli…

Tu. Sei tu che piangi. E piangi su di me, sul marmo che ora copre il mio corpo immobile. Me lo avevi promesso che ci saremmo ritrovati prima o poi, io e te. Il viaggio ci aveva uniti e ci avrebbe rivisti insieme.

Invece questo viaggio lo farò da sola. Addio amore.

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1 commento »

  1. Quanta delicatezza in queste parole. E quanta profondità… Una bella emozione leggerle. Complimenti!

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