Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2021 “Arianna” di Sabina Rizzo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021

Arianna era una bambina dolce, cresciuta insieme alla mamma, aveva perso il padre quando era ancora piccola, aveva appena 5 anni, troppo piccola per ricordare la figura paterna, si trovava in una fase delicata della crescita, non capiva cosa volesse dire aver perso un genitore. La mamma dopo la morte del marito, avvenuto in seguito ad un terribile incidente sul lavoro, si era chiusa in se stessa, non parlava più dell’argomento, negando parte dell’affetto alla figlia, inoltre poiché lavorava dalla mattina alla sera, per riuscire a pagare le spese e mantenere la famiglia, era costretta a lasciare la bambina dalla nonna, in modo che le tenessero compagnia. Spesso ritornava a tarda sera, stanca della lunga giornata,  quando poteva cercava di riempire quelle lunghe assenze giocando con la bambina e trovando dei momenti da trascorrere insieme, per non farle sentire la sua assenza, doveva occuparsi della faccende domestiche, cucinare, non le rimaneva molto tempo da trascorrere con lei.

Con gli anni Arianna andava crescendo e capiva che la sua famiglia era diversa dalle famiglie dei suoi compagni di scuola, vedeva i suoi compagni con i genitori mentre la sua mamma non c’era mai, la maestra era al corrente della sua situazione familiare, sapeva che il padre le era morto quando era ancora piccola e che la madre si occupava della famiglia, ogni festa, ogni ricorrenza che si svolgeva a scuola la maestra cercava di coinvolgerla insieme agli altri bambini, di non lasciarla sola e non farle pesare l’assenza della mamma, rendendola sempre partecipe con giochi e con attività di gruppo.

Ma Arianna dentro di lei sentiva un vuoto, come se le mancasse qualcosa, non aveva nel viso quella luce, quella gioia di vivere che avevano tutti i bambini della sua età. Era sempre seria e pacata, la nonna le voleva molto bene, ma lei sentiva la mancanza della mamma e ancora di più la mancanza della figura  paterna, di cui non ricordava molto, se non qualche vago frammento, qualche dettaglio raccontatele dai parenti, aveva visto qualche foto del papà e altre ne aveva scoperte nel cassetto del comò, foto che la mamma conservava segretamente, forse per non ricordare quel dolore ancora così presente nel suo cuore, dolore che lei leggeva vivido nel volto di sua madre, traspariva dai suoi occhi, ogni volta che cercava di prendere l’argomento del padre. Capiva che questo la feriva enormemente, ma voleva conoscere di più su suo padre, sapere come era, forse questo le avrebbe ridato un po’ di gioia.

Sapeva di lui quello che le raccontava la nonna, sporadici episodi della sua infanzia, ma le mancavano ancora tanti altri aspetti per ricostruire la sua vita, i momenti più salienti della sua vita, questa parte le era stata nascosta dalla mamma, per via di quel profondo dolore ancora vivo, aveva come rimosso quei momenti, come se un ostacolo si sovrapponesse tra lei ed i sentimenti provati. Arianna intanto aveva finito la scuola, aveva deciso di aiutare la mamma, si era trovata un lavoro come babysitter, non aveva molta esperienza con i bambini, ma era decisa a trovare un impiego che le permettesse di aiutare la madre e nello stesso tempo di  acquisire esperienza sul lavoro.

La mattina alle nove doveva presentarsi a casa della famiglia Roberts, si alzava presto in modo da essere puntuale, in breve tempo aveva imparato ad accudire il loro bambino, che ben presto si era affezionato a lei, sapeva farsi rispettare e volere bene dalle persone che incontrava. Questo lavoro le piaceva e le permetteva di guadagnare qualcosa e poter affrontare qualche spesa personale, si recava al lavoro  a piedi, non era molto distante da casa sua, appena 40 minuti di strada, che non le pesavano e che faceva volentieri. Era una ragazza in gamba, che conosceva le sue  responsabilità, si faceva carico degli impegni presi, il lavoro per lei era importante, occupava gran parte della giornata. Amava lavorare, uscire e fare lunghe passeggiate, nel tempo libero le piaceva guardare la tv  e camminare, era solita sedersi nei parchi ad osservare la gente, fantasticare sulle loro ipotetiche vite, certe volte andava a trovare la nonna, le piaceva sentirle narrare le storie del padre. Dopo la sua morte, la madre aveva passato un brutto periodo, non riusciva a dimenticarlo, era diventata triste ed insofferente, il ricordo di lui era ancora molto forte, quanti ricordi avevano condiviso insieme, trascorrendo tanti bei momenti, ed in un attimo tutto era svanito.

Nonostante, fosse legata a lei da un forte sentimento, Arianna capiva che non poteva fare niente altro per lei, se non starle accanto, il pensiero che la madre soffrisse interiormente ed in silenzio, la accompagnava in ogni momento, il senso di impotenza che provava ed il rimorso di non potere fare niente, la avevano reso ansiosa, quell’ inquietudine la travolgeva sempre di più,  doveva cercare di non pensare continuamente a quella situazione, le cose con il tempo sarebbero migliorate. Grazie al lavoro, aveva trovato una stabilità, con il tempo diventava più pacata e riflessiva nelle sue decisioni e nel modo di vedere la vita, lentamente la malinconia si allontanava dal suo volto, lasciando il posto ad una tranquilla serenità. Arianna, aveva perso il padre quando era ancora piccola, era cresciuta senza una figura paterna di riferimento, aveva dei brevi ricordi della sua infanzia, quello che conosceva di lui, gli era stato raccontato dalla nonna paterna.

Già da piccola aveva dovuto affrontare dei grossi traumi, la mancanza del padre, la lontananza affettiva ed emotiva della madre, per lei era stato un altro duro colpo, infertole dalla vita, nonostante la madre non le facesse mancare niente, aveva imparato a condividere con lei ogni momento bello e brutto, ad amare anche i suoi silenzi, la sua distanza emotiva, la lontananza fisica, ad affrontare le difficoltà, le diverse situazioni e i momenti difficili della vita. I suoi cambiamenti di umore, le sue assenze, le sue dimenticanze, sapeva comunque che la madre le voleva molto bene, anche se  non riusciva a dimostrarlo con il calore e l’affetto, Arianna non ricordava un solo momento in cui la mamma l’avesse abbracciata, quel distacco emotivo, quella distanza fisica che in passato l’aveva fatta soffrire, sentendosi colpevole di una colpa che non era la sua, l’avevano resa fragile, crescendo ne era diventata consapevole, aveva fatto i conti con se stessa e con le sue carenze affettive.

Non passò molto tempo, prima che il suo cuore iniziasse a battere per un ragazzo, in quel periodo ebbe modo di conoscere un coetaneo di cui fu letteralmente affascinata, l’aveva conosciuto in un negozio di abbigliamento, vi si recava spesso in quel periodo per fare compere. Un giorno per caso si era imbattuta in questo ragazzo dall’aria smarrita, che non aveva idea di cosa acquistare, cercava  una maglietta per la sorellina che faceva il compleanno, Arianna lo aveva visto in difficoltà e pur avendo fretta, si era ritrovata a scambiare due parole, lo aveva consigliato sull’acquisto del regalo, la vicinanza aveva fatto scattare un affinità, era nata una simpatia reciproca fra i due ragazzi.

Anche Albert, era stato colpito da quella ragazza allegra e piena di fascino, dotata di una grazia innata e di un sorriso contagioso, avevano iniziato ad uscire insieme a frequentarsi, gli aveva presentato i suoi amici. Albert amava uscire la sera e frequentare gente, talvolta lo si incontrava nei locali alla moda, non era un tipo abitudinario, lo si incontrava in vari posti. Man mano che si frequentavano l’attrazione che provavano l’uno nei confronti dell’altra cresceva sempre di più, anche chi aveva avuto modo di stargli accanto se ne era accorto. Albert non aveva occhi che per lei, avevano iniziato a frequentarsi assiduamente e man mano che si conoscevano sempre di più scoprivano di avere tante cose in comune. Albert, lavorava come infermiere presso un ospedale, il suo lavoro era pesante e difficile, era sempre a contatto con malati, spesso e malvolentieri mangiava fuori, o si arrangiava mangiando quello che trovava arrivando a casa. Aveva una buona vita sociale e le relazioni lavorative andavano bene, ma in lui, si notava una leggera insofferenza, appena finito il lavoro, usciva cercando di distrarsi, di divertirsi.

Aveva iniziato a corteggiarla, nonostante l’attrazione fosse reciproca, Arianna non riusciva a capire le sue reali intenzioni, in quanto alternava momenti in cui sembrava affettuoso a momenti in cui sembrava distaccato, spesso davanti agli amici cambiava atteggiamento, assumendo un comportamento scostante ed intermittente, era abituato ad uscire per i locali e a fare notta tarda,  viveva alla giornata non faceva programmi a lunga scadenza, era improbabile che cercasse una relazione stabile e duratura, pensava che non era adatto per una relazione seria, che richiedesse impegno e costanza, il suo era un comportamento ambiguo, un po’ infantile, non riusciva a capire le sue reali intenzioni nei suoi confronti, forse con il tempo, con la frequenza  tutto sarebbe stato più chiaro.

Eppure in certi momenti Albert mostrava una fragilità ed una sensibilità poco comuni, forse stava sentendo sentimenti mai provati, scoprendo parti di sé che non aveva ancora esplorato, conoscendo le sue debolezze, la loro amicizia aveva fatto cadere quelle barriere che lo proteggevano e lo rendevano vulnerabile, grazie alla sua dolcezza aveva imparato ad aprire il suo cuore  e a confidarsi. Albert si era legato molto a lei, i frequenti incontri e le lunghe conversazioni avevano consolidato l’affetto che provavano l’uno nei confronti dell’altra, aveva bisogno di una ragazza dolce e premurosa, che lo volesse bene e lo aiutasse a superare le sue insofferenze.

Arianna era diventata un punto di riferimento importante nella sua vita, aveva riflettuto tanto prima di prendere una decisione seria, decise di aspettare il momento adatto per dichiararle il suo amore. Una sera la invitò a cena e alla fine della serata le diede un anello e le chiese di sposalo. Arianna rimase stupita, non si aspettava  una simile dichiarazione, accettò, finalmente avevano coronato un sogno.

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