Premio Racconti per Corti 2021 “Giallo senape” di Sonia Bizzarro
Categoria: Premio Racconti per Corti 2021Stamattina mi giro e rigiro nel letto, come se fossi un arrosto di vitello che un esperto chef fa rosolare al punto giusto da ogni lato, si forma la crosticina, i succhi della carne restano all’interno e poi si sfuma con il vino… cottura perfetta, per l’arrosto e anche per me che pigro mi alzo.
19 dicembre ore 9, in ascensore rileggo più volte data e ora sulla mail ricevuta dalla responsabile dell’ufficio del personale.
M’incammino per strada con il cappuccio tirato su per la pioggia, srotolando tra le dita lettere, pubblicità e bollette che ho raccolto dalla cassetta della posta.
Una busta color cammello attira la mia attenzione. Che colore di merda, penso tra me e me infilandomi tutto in tasca.
Procedo verso la prima fermata della metro, ho tempo sufficiente per arrivare al colloquio anche in anticipo.
Le faremo sapere, le caratteristiche che cerchiamo le ha… così come tanti altri. Entro due settimane finiremo le selezioni.
Sicuro che finirete le selezioni, sono io che non starò ad aspettare. Accomodato, rigido, su un’orribile sedia color cammello, non mi sento per nulla a mio agio.
Non è il mio posto.
Rientro a casa infastidito come chi ha perso tempo e aveva altro da fare.
Già, avevo altro da fare. Cos’altro avevo da fare?
Togliendomi il giubbotto mi ricordo che c’è una busta che sa di vecchio da aprire.
Lo scroscio della carta che si rompe mi avvisa che è troppo tardi, perché mi accorgo che non è mia quando ormai è già aperta.
Agata Sa…le…si…ni riesco a ricomporre il cognome, poi la via, il numero.
Chiamandomi Alberto so per certo che non è mia.
Cambio busta, riscrivo l’indirizzo e la imbuco di nuovo, qualcuno poi provvederà.
Non ho una busta, devo uscire a comprarne una, tanto vale fare due passi e imbucarla alla destinataria visto che non è distante da qui.
Dicembre regala freddo e calore allo stesso tempo, le luminarie ancora spente sembrano attendere il loro momento di gloria, ma è ancora presto, è ancora chiaro.
Via Canellini 2, ci sono.
C’è una signora fuori in cortile, cappello improbabile, cappotto giallo senape.
Signora, mi scusi. È lei Agata Sa… ma non mi fa finire di parlare.
Certo, su, si sbrighi non vede che sono già qui fuori ad attenderla da un quarto d’ora? Dobbiamo arrivare in aeroporto con calma, se no mi agito. Vancouver ci aspetta. Le hanno detto del compenso? Le va bene?
Solo una frazione di secondo per pensare che il ritardo di chi doveva arrivare prima di me vorrà pur dire qualcosa.
A me ha detto bene.
Ma sì… perché no?
Complimenti Sonia, avvincente e intrigante il tuo soggetto.
Spero solo che Alberto non sia stato scambiato per un sicario e che l’opportunità non si riveli una trappola: lo scopriremo nel secondo episodio, che attendo con ansia.
Bella l’idea del doppio scambio. Pure io come Roberto aspetto il secondo episodio perché sono molto curiosa di sapere come andrà a finire.
Grazie a entrambi!
Hai colto, nel racconto, la velocità in pochi secondi, in cui a volte si risolvono alcune situazioni, come in questo caso, specie quando c’è “in gioco” una questione importante quale la ricerca di un lavoro. Inoltre trovo ottima la suspense che sei riuscita a tenere sino alle ultime righe!
Grazie Manuela per lettura e commento.