Racconti nella Rete 2009 “Storia di un amore impossibile” di Claudio Cagnazzo
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2009Ogni mattina continuavo a svegliarmi con il suo sorriso davanti agli occhi. Era da più di sei mesi che questo accadeva; da quando per caso un giorno l’avevo incontrata. Ricordo che andavo molto di fretta, correvo sul marciapiede affollato, poi improvvisamente inciampai, persi l’equilibrio, chiusi gli occhi e mi ritrovai disteso per terra; quando riaprii gli occhi vidi lei che cercava di aiutarmi. Rimasi accecato da tanta bellezza. Il cuore tremò nel mio petto, quasi impazzito, come se volesse uscire fuori. Non avrei mai immaginato di provare una sensazione del genere.
Fino a quel giorno la mia vita era sempre trascorsa tranquilla: le serate con gli amici, il lavoro, lo sport, ma adesso qualcosa dentro di me stava cambiando, sapevo che non mi sarebbe bastato più tutto questo. In quel momento ho capito veramente quale fosse il significato della parola “amore”. Avevo provato tante volte a leggere la definizione e capirne il significato: AMORE = sentimento intenso, totalizzante e tendenzialmente esclusivo rivolto verso una persona. No, non era questo che provavo adesso, l’amore non ha una definizione, non può averla:
“L’amore è semplicemente quella sensazione che rende una persona l’essere più felice del mondo”
L’amore è l’amore, e se non lo si prova non si può capire, poiché non lo si può spiegare a parole; d’altra parte se lo si prova diventa difficile farne a meno e accontentarsi d’altro.
Lei si chiamava Isabella, come se il nome stesso volesse ricordare a tutti la sua bellezza. Molto presto venni a sapere che era sposata. Suo marito, un militare dell’esercito, era uno di quegli uomini duri e forti che non le avrebbe fatto mancare niente; le avrebbe dato sicurezza, protezione, sarebbero arrivati dei figli. Ma le avrebbe dato tutto l’amore che meritava?
“L’amore è semplicemente quella sensazione che rende una persona l’essere più felice del mondo”
Quell’anno l’autunno mi sembrava più triste del solito. Camminando lungo il viale assistevo alla furia di un vento implacabile che staccava le ultime foglie rimaste ai grandi alberi al margine della strada. Ad un tratto la vidi uscire di casa; il vento spettinava i suoi capelli lunghi e soffici, agitava la sua gonna e lisciava le sue cosce. Avrei voluto essere vento.
Un altro giorno la vidi passeggiare con una sua amica ed evitando di farmi notare cominciai a seguirla. Entrò in un negozio, così io facendo finta di guardare la vetrina cercavo di scorgerla all’interno. Quando uscì sembrava più allegra del solito, poi si avvicinò a un autobus in sosta e salì a bordo. Mi sedetti due posti dietro di lei. Riuscivo a vedere il suo viso quando si voltava al suo fianco per parlare con l’amica. Vedevo i suoi occhi azzurri più splendenti del cielo, il suo nasino sottile, le sue labbra carnose che avrei voluto mordere. Dopo due fermate lei e l’amica scesero. Appena l’autobus fu ripartito mi alzai e andai a sedermi al posto in cui nemmeno un minuto prima era seduta lei. Toccavo e accarezzavo quel sedile tenendo gli occhi chiusi e sentendo ancora il calore del suo corpo.
“L’amore è semplicemente quella sensazione che rende una persona l’essere più felice del mondo”
Mi sentivo in colpa per quello che provavo, sapevo che era sbagliato desiderare la donna d’altri, ma nonostante ciò non riuscivo a farne a meno. Avrei potuto uccidere per lei, avrei persino dato la mia vita. Una vita inutile, vuota, insignificante senza di lei, una vita alla quale solo il suo amore avrebbe potuto dare un senso, ma il suo amore era già per un altro uomo.
Invidiavo quell’uomo più di ogni altro perché lui poteva averla, toccarle il corpo, sfiorarle le labbra, mentre io non l’avrei mai avuta, mai, mai, mai. Gli anni passavano e il mio amore impossibile cresceva ancora, come la mia età.
Lei ormai si era fatta vecchia, il viso pieno di rughe, i fianchi larghi, i capelli bianchi, ma quel sorriso, quel sorriso era sempre lo stesso. Il raggio di sole che illuminava la mia vita da ormai tanti, tanti e tanti anni.
In un giorno di pioggia venni a sapere che un male incurabile l’aveva portata via. Via da tutti, anche da suo marito. Fu una giornata molto triste, ma dentro di me ero contento perché adesso sapevo di poterla avere.
“L’amore è semplicemente quella sensazione che rende una persona l’essere più felice del mondo “
Ciao Claudio,interessante struttura: tutto il racconto che smentisce il refrain. L’amore che dovrebbe rendere “una persona la più felice del mondo” è quello che spesso la fa piombare nella più totale disperazione. Bravo. Il mio racconto “Strike” parla anche di una disperazione per…Se ti va puoi leggerlo e commentarlo. Annamaria
Grazie mille Annamaria,
mi fa veramente piacere che il mio racconto ti sia piaciuto;
l’amore è bello spesso ci rende davvero le persone più felici del mondo, ma a volte purtroppo ci fa fare delle autentiche follie.
Claudio