Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2021 “Ti guarda mentre dormi” di Edoardo e Amedeo Di Paola

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021

Arturo, un uomo di mezz’età, è un’artista ad ampio spettro nonché collezionista di  reperti di civiltà contadina. Vive in una grande e antica casa che comincia a risentire della carenza di adeguate cure di manutenzione. Tuttavia, il problema di Arturo è che da un po’ di tempo a questa parte, non dorme bene, non  trascorre le notti con un sonno tranquillo.

Un giorno ne parla per telefono a suo fratello, spiegandogli come i suoi problemi di sonno siano legati agli strani sogni che accompagnano le sue notti. In questi sogni, Arturo si trova sempre in ambienti a lui estranei, passi di montagna, boschi, casolari abbandonati, spiagge, bare. Non sa come vi sia giunto però il fattore comune ai sogni è  un fetore di acqua stagnante intrisa di carogne marcescenti che invade l’ambiente. Quindi, si ritrova ogni volta a  scappare, quasi soffocato dalla puzza, inseguito da un essere indefinito, completamente  nero, la cui presenza è sempre anticipata da un brontolio cupo, simile al rumore di un grosso motore diesel che gira al minimo.

Il fatto curioso  che maggiormente turba Arturo, è che l’impronta dei sogni svanisce totalmente al  suo risveglio. Di essi gli resta solo il sudore freddo sulla pelle, una senso angoscia e la sensazione di avere le narici pregne di un odore insopportabile. Inizialmente attribuisce la sgradevolezza di questi sogni ai residui di un infezione da morso di zecca. Ma, col trascorrere dei giorni, Arturo diventa sempre più consapevole che i suoi malesseri si acuiscono. Il fetore, ormai, lo percepisce quasi costantemente ed è quasi insopportabile. Lo sente quando mangia, quando va al bagno.

La puzza assorbe così tanto la sua attenzione da impedirgli di concentrarsi sulla scrittura. Ma lui non riesce a decidere se l’odore che crede di sentire esista solo nella sua mente o se in casa ci sia davvero qualcosa che lo produca. Addirittura, suo fratello, per scherzo, gli spedisce un libro nel quale, tra le altre cose, si parla del Gramo, il Cane Nero che, nel folklore di molte culture, rappresenta un presagio di morte imminente.  La lettura del testo non fa che suggestionare Arturo, ormai convinto che la casa sia invasa da un olezzo pestilenziale e che le tante piante presenti nel suo appartamento stiano lentamente morendo. Questi due fattori sono entrambi segni della presenza del Gramo. Un giorno, Arturo  decide di mettere quasi a soqquadro l‘intera casa pur di scoprire l’origine della terribile puzza, per lui ormai reale e tangibile. Ma non trova nulla di significativo. Nella sua  mente c’è un tarlo che gli istiga il dubbio che tutto ciò che gli sta accadendo non sia solo  un parto della sua mente suggestionata ed in preda alla febbre. Ma nei giorni successivi, il suo stato mentale peggiora.

Gli sembra che i suoi incubi si stiano riversando nella realtà. La sua percezione della casa è cambiata, a tratti gli appare buia e claustrofobica. Crede di sentire brontolii e rumori di passi dalla stanza da letto. Fa irruzione con in mano un machete ma non trova nulla. Crede di vedere un enorme cane nero sulle tegole del tetto che lo fissa a sua colta da dietro una finestra. Vede se stesso morto suicida sul suo letto. E il sé cadavere gli rivolge addirittura la parola. Scappa rischiando di rompersi l’osso del collo sulle scale per rinchiudersi in uno stanzino quando crede di essere inseguito dal cane nero e dal suo ipnotico brontolio.

Ma non vi è nulla in casa, oltre la puzza, a suggerirgli che in casa ci sia qualcuno oltre a lui. Il fratello, che da giorni non ha notizie di Arturo,si reca da lui, utilizzando la chiave di riserva. Cerca in tutte le stanza, trovando solo una tremenda puzza di carogna e piccoli frammenti dattiloscritti nello studio di Arturo. Trova Arturo nel magazzino, morto, schiacciato da un’antica macina in pietra. Sparse sul pavimento in cemento, impronte di cane che sembrano impresse nel fango e  vari ciuffi di peli neri. Odorano tremendamente di carogna. Quando prova a sfiorarne qualcuno, tutto si polverizza, scomparendo,  peli e impronte, come se fossero solo un parto della sua immaginazione.

                                                                              

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