Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2021 “Una data indimenticabile” di Luca Andrea Pinto

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021

Voi dove eravate l’11 settembre del 2001?

Basta questa semplice domanda per accendere la vostra memoria episodica che, con abilità, vi farà rivivere l’avvenimento che ha cambiato il mondo. Un ricordo dettagliato di dove eravate e cosa stavate facendo. Un giorno, un’ora o un luogo, e la vostra mente si colora d’indelebili ricordi.

Per Marco Piras una data indimenticabile fu la mattina dell’11 agosto 1999.

Marco era un giovane sardo di venticinque anni. Avrebbe compiuto gli anni alla fine di quel mese estivo, soleggiato e caldo. Era l’anno di fine secolo e lui era ancora un ragazzo: semplice e orgoglioso.

Marco Piras, dopo aver fatto il militare nell’arma, era stato assunto presso un’importante azienda. Lavorava ai Grandi Magazzini con la mansione di allievo direttore. Un ruolo, ormai, che svolgeva da più di due anni. Egli, trasferito da poche settimane al quartiere Rivarolo di Genova – un vecchio e storico negozio di abbigliamento a buon mercato, frequentato dalle famiglie popolari del rione – era ottimista e si atteggiava già come fosse il direttore.

In realtà il vero direttore era il signor Zinno che, essendo responsabile anche di altre filiali genovesi, era spesso assente. Piras temeva il signor Zinno a causa di una riverenza gerarchica che aveva sempre provato nei confronti dei suoi capi. E poi, quando Zinno presidiava il negozio, lui si sentiva messo in disparte, da quell’atteggiamento del vero direttore che “tutto sapeva” e “tutto decideva”.

Marco lavorava con impegno e precisione. Amava fare il manager. Sentiva forte in lui la responsabilità. Voleva essere un difensore delle regole: non più con la divisa del Carabiniere ma, ora, con giacca e cravatta. Lui, serio, vestito con abiti presi in saldo, fuori moda, con la camicia dal colletto troppo largo e la cravatta dal nodo grosso.

Piras dava del “lei” alle sue commesse e pretendeva da loro lo stesso formale rispetto. A volte però, le giovani ragazze, con malizia, lanciavano all’allievo sguardi complici e ammiccanti, cercando di ridimensionare la sua figura a quella di un ragazzo accessibile, di bell’aspetto e di buon partito.

A Marco piaceva essere desiderato ma resisteva alle lusinghe, timido, mantenendo la serietà e distanza richieste dal suo ruolo.

Quella mattina, in negozio, Marco era solo con tre venditrici: Ivana e Paola, due ragazze giovani e carine, e la signora Marta, una donna più attempata ma di grande esperienza.

«Signor Piras, mi scusi, c’è fila alle casse: potrebbe aprire anche lei ?» chiese la signora Marta, affacciandosi alla porta aperta dell’ufficio.

«Sì, Marta, un minuto e arrivo subito» rispose Marco, aprendo il cassetto della scrivania per cercare il mazzo delle chiavi d’apertura.

Il negozio era sempre molto frequentato. Quella mattina però c’era più frenesia del solito. Era come se i clienti avessero fretta di terminare gli acquisti: come se fuori dal negozio ci fosse altro di più interessante da vedere.

La coda per pagare stava diminuendo. Marco intravide al termine della fila una giovane mamma accompagnata dalla figlia. Una bella donna, dal fisico sportivo, con gli occhi azzurri e lunghi capelli color castano chiaro. La ragazza, era ben curata, anche se vestiva semplice, come fosse pronta per andare in spiaggia. Una giovane mamma “per bene” – pensò Marco. La figlia, avrà avuto 6/7 anni, era altrettanto bella e solare: anche lei con grandi occhi celesti e lunghe trecce bionde; fresca, vestita con una salopette in jeans e la t-shirt fantasia.

Marco guardò la donna, e lei ricambiò l’occhiata. L’intesa di sguardi accese in lui un immaginario ricco di sottintesi che lo fece emozionare.

Arrivò il turno della giovane mamma: lei con le mani occupate dai vestiti da acquistare e la figlia che la precedeva lungo il corridoio della cassa. La piccola, dallo sguardo sveglio, osservava interessata i gesti del giovane cassiere che, con velocità professionale, apriva uno shopper,  preparandosi a passare sul lettore laser le etichette della merce scelta dalla bella cliente.

«Buongiorno» disse Marco, quasi sottovoce, accennando un timido sorriso.

«Buongiorno» rispose, luminosa, la ragazza «mi scusi, è vero che su queste magliette c’è il 3×2?».

«Sì, vero» rispose telegrafico Marco, svelando così il suo accento e arrossendo, sempre più inibito da quella straordinaria bellezza.

Non sapendo cos’altro dire, egli prese le magliette, le passò al lettore, interrogando poi la cassa sul totale da pagare.

«Mamma!» Disse la figlia, con voce squillante.

La bambina dal viso ingenuo, guardando prima Marco negli occhi e poi rivolgendosi alla madre, disse nuovamente, con tono lamentoso:

«Mamma, ma perché prima mi hai messo addosso quei costumi?».

Un attimo interminabile come l’eternità: Marco sentì una scarica di sangue freddo e un anomalo silenzio calò intorno a lui e dentro di lui.

 “ Cosa?” – pensò disarmato – “ma di quali costumi, possibile?”

Lo sconcerto, la perplessità e l’amarezza: un interrogativo alquanto sconvolgente.

La donna era una taccheggiatrice colta in flagrante. Ma assieme a lei c’era una bimba innocente che, indossando dei costumi, poteva subire l’imbarazzante situazione.

O forse, la bambina non era così innocente: lei era la complice che, deliberatamente, ora stava denunciando la madre.

Chi tradisce e chi è vittima? Marco Piras, impreparato, deluso e senza indizio, non trovò risposta.

Lui guardò per un istante la donna negli occhi e, come per inerzia, fece finta di non sentire.

La donna, disorientata dalla situazione, guardò la bambina con grande stupore, poi volse uno sguardo timoroso al cassiere. A rompere l’imbarazzo di quel momento complicato fu lo stesso Marco:

«totale fa trentatremila e novecento lire» disse, cupo in volto, con tono duro e scandendo bene le parole.

La donna in silenzio, sguardo basso, pagò: in fretta, per allontanarsi dalla cassa, tenendo per mano la bambina, uscendo veloce dal negozio.

Paradossalmente, assieme alla mamma e alla figlia, uscirono per strada anche altri clienti. Velocemente il negozio si svuotò del tutto.

Il giovane cassiere, ormai trasognato, si riprese solo quando una delle giovani venditrici lo chiamò.

«Signor Piras, è il momento!» disse Ivana.

«Cosa?» rispose Marco, agitato.

«L’eclissi…è ora! Signor Piras: possiamo uscire anche noi? Solo un attimo, per vederla!» supplicò la ragazza.

Marco allora ricordò tutto:

Quel giorno in tarda mattinata ci sarebbe stata un’eclissi di sole, l’ultima del millennio. L’eclissi totale sarebbe stata visibile solo nei paesi del Nord Europa. Anche in Italia, nella sua parzialità, il fenomeno sarebbe stato osservabile: per pochi minuti, il cerchio scuro della luna sarebbe cresciuto dentro il disco solare, ingannando così la luce.

«Sì, va bene» rispose Marco, infastidito «però non andate tutte insieme e fate attenzione perché il negozio è comunque aperto».

Dicendo queste parole egli rammentò il furto appena subito e sentì una stretta allo stomaco. Era rimorso o forse vergogna. Aveva tragicamente mancato al suo dovere. Ormai era tardi per rimediare. Lui, unico testimone della sua incapacità, era la vera vittima tradita.

Egli volle assistere al famoso evento astronomico e uscì per strada.

C’era ancora luce, in quella giornata di cielo limpido ma tutto era stranamente ombrato. Era una luce smorzata di un sole ridimensionato.

Sul marciapiede alcuni passanti, immobili come alfieri di una scacchiera, alzavano la testa allo zenit. Una motoretta scoppiettante, sgasando per la via, ruppe il silenzio di quel momento surreale.

Marco volse lo sguardo a quel sole freddo che non lo scaldava, chiuse gli occhi, a quell’eclissi, che eclissi non era, cercando di dimenticare.

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2 commenti »

  1. Il finale mi è piaciuto molto, perchè dice come un fatto anche piccolo possa segnare una persona, soprattutto se associato a un “grande fatto” (in questo caso quello
    astronomico). Forse la prima parte è un po’ slegata dalla seconda, in cui si sviluppa la vicenda.

  2. Simone Grazie per il commento!

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