Premio Racconti nella Rete 2021 “Iago” di Daniela Mannarino
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021Bologna, la grassa. Sotto i portici rossi quella sera fredda, pioveva acqua pesante, ghiacciata. In giro poche persone , frettolose, sorridenti, avvolte in morbidi cappotti ornati di pelliccia: la pingue borghesia della città.
Dai vetri illuminati dei ristoranti, tavoli elegantemente apparecchiati, raffinate signore che mangiavano insalate, sorridendo ma non troppo per non rovinare il trucco che le levigava di porcellana, anche se non erano più giovanissime. Eravamo usciti per una bevanda calda. Entrammo in un bar di fine ottocento : le pareti con specchiere tagliate, i tavolini di ciliegio rosso, il pavimento a mosaico, il bancone possente con il marmo grigio.
Prendemmo una camomilla, senza pensarci. Poi ridemmo a lungo, ripensando che un’ ora prima avevamo sorseggiato un caffè caldo e forte. Non potevamo prevedere quale effetto avrebbe prevalso se la calma della camomilla o la sferzata del caffè. Per le vie, dove alcuni operai sistemavano le prime luci di Natale, molti giovani, vecchi nelle occhiaie profonde e nei volti gialli. Tanti capelli rasati, piccoli orecchini d’argento alle orecchie e al naso, giacche di piuma nere, grosse calzature, sguardo triste e perso. Le ragazze bistrate, con le labbra scure e le unghie marroni, fumavano sotto le tettoie e qualche passante della bene le guardava con commiserazione e distacco, ma forse ne era un po’ affascinato o ricordava la sua gioventù con rammarico.
Arrivammo fino alle Torri , poi deviammo per S.Petronio riprendendo , infine, i portici di sinistra. “Stasera non ci sono, per fortuna, c’è solo Iago là in fondo” sentii sussurrare a due persone che si dileguarono , poi, in un atrio dietro un portone di noce. Fui incuriosita da quella frase e mi decisi a percorrere in fretta il tratto che mi separava dall’angolo di via Zamboni. Intravedevo un piccolo animale disteso a terra e un mucchio di indumenti diversi. Avvicinandomi mi resi conto che era un cane dal pelo nocciola con le orecchie abbassate, gli occhi semichiusi e il torace che si prostrava e sollevava velocemente.
Accanto un uomo di età non definibile , il volto spento e lontano, i capelli ingialliti ed incrostati di antica sporcizia, la barba incolta, gli abiti a strati adatti ad ogni stagione. Anche lui aveva gli occhi appena chiusi e teneva le braccia abbandonate a terra. Mi sentii provata, toccata. Fu allora che mi avvicinai al mio compagno, stringendogli il braccio e cercando la sua mano. Non se ne accorse, o non volle rispondere , spesso gli uomini sono molto distratti.
Proseguimmo in fretta , eravamo senza ombrello e pioveva più intensamente. Ripensai a Iago. Dentro di me sapevo che anche lui aveva scritto il romanzo raccontato dagli uomini, che segretamente era in ognuno di noi e per questo ne avevamo paura.
Bella l’ambientazione. Molto efficaci le descrizioni. Complimenti!
La ringrazio delle sue parole!
Un caro saluto
Daniela Mannarino