Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2021 “La crociera” di Iole Pinazzi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021

Erano le sette, Maurizio aveva fame.

Da quando aveva licenziato Aurora , la colf scelta da sua figlia dopo la morte della moglie, aveva scoperto il cibo pronto:  minestre liofilizzate,   pietanze surgelate,  insalate in busta. Lesse le istruzioni e preparò la vellutata di asparagi. Per secondo avrebbe avuto gruviera, insalata e un bel caco.

Era giovedì,  al circolo del bridge c’era il torneo  ma pioveva e faceva freddo. Perché non restarsene a casa e provare quel sito per giocare on line? Alle nove accese il computer .

Per iscriversi a BBO (Bridge Base On line) occorreva un nick name, provò con Maurizio: ce n’erano già 24. Sarebbe stato Maurizio25. Venticinquesimo proprio no! Provò Regata,  Gabbiano, Velista erano già in uso con accanto numeri da 4 a 12 e lui voleva essere unico. Alla fine  scrisse Tantalo e di Tantalo neppure uno. Entrò, scelse un torneo, scrisse Tantalo in bacheca e attese. Dopo poco Etere7 gli propose di giocare e Maurizio accettò. Etere7 giocava bene, anche Maurizio non era male.  Parteciparono a due tornei e scambiarono qualche commento in chat. A mezzanotte Etere7 scrisse “Sono stanca, che ne dici di riprovarci domani sera?” Stanca? Quindi è una donna. Si affrettò a confermare.

Uscito da BBO, digitò “etere” su Google e trovò: Secondo gli antichi, la parte più alta, pura e luminosa dello spazio, oltre il limite dell’atmosfera terrestre. Spense il pc e andò a dormire. Dormire? Niente da fare, Maurizio restò sveglio, ripensava a quel nick ambizioso e alle due si addormentò.

L’indomani dopo colazione, sistemò la cucina: piatti in lavastoviglie, una passata al lavandino e una spazzata per terra, si fecero le dieci. La giornata era fredda e soleggiata, decise per una passeggiata sul lungomare.  Rientrò a casa all’una e decise per un pranzo di pesce spada affumicato con contorno di insalata in busta.  

Dopo pranzo si dedicò al bucato. Mancava roba pulita:  calzini , mutande e  maglie della salute. Che brutto nome maglie della salute! Facevano vecchio e io vecchio non mi sento proprio! Tra scelta dei detersivi,  divisione dei panni (chiari, scuri e misti),  avvio della lavatrice si fecero le tre. Si sistemò in poltrona a leggere “Senza  scampo” ma era impossibile seguire le vicende di Pasquale Esposito, evaso da Poggioreale, e  Andrea Guarnieri,  ispettore che gli dava la caccia. Il pensiero sfarfallava su Etere7 ed erano appena le quattro. Sembra che il tempo sia fermo e mancano ancora cinque ore all’appuntamento.

Uscì e andò al circolo, perse un paio di partite a scacchi con il suo amico Giovanni che gli offrì un aperitivo di consolazione. Erano le otto passate quando rientrò a casa.

Le otto e quarantacinque finalmente! Eccolo su BBO ma di Etere7 non c’era traccia. Sono quasi le dieci come mai non arriva?

In quel momento suonarono alla porta. Maledizione! Chi può essere a quest’ora? Se  Etere7 arriva  e non le rispondo penserà che non voglio giocare. L’unica è uscire dal sito. Così fece e andò ad aprire la porta.

Era la vicina, Saltamerenda era scritto sul suo citofono. Si conoscevano di vista, buongiorno e buonasera quando si incrociavano. “Scusi per l’ora ma credo che il mio cane  sia finito nel suo giardino. E’ vecchio, ci vede poco ed è completamente sordo”.  Scendeva una pioggerella fine, Maurizio si infilò una cerata   e cominciò a cercare il cane che oltre che sordo e mezzo cieco era anche nero. La Saltamerenda, nonostante la sordità del ricercato, ogni tanto chiamava “Poldo, Poldo, Poldino” ma Poldo non rispondeva. “Dove può essersi cacciato?” disse la signora con voce dolente. Maurizio vide la porta del ripostiglio socchiusa, entrò e lo vide: dormiva beatamente sul cuscino della poltrona di vimini. La Saltamerenda lo scosse delicatamente e Poldo, dopo essersi stiracchiato, scese e le si avvicinò scodinzolando. “Grazie, grazie davvero. Corro a casa perché Poldo è tutto bagnato”. E il mio cuscino a fiori? Sarà bagnato anche lui, sporco e puzzolente. “Prego, ci mancherebbe” rispose e nel porgerle la mano aggiunse “Mi chiamo Maurizio” e lei “ Iris”.

Rientrato a casa tornò su BBO. Etere7 gli aveva lasciato un messaggio “Scusa, ho fatto tardi. A presto.” Accese la TV, si versò un bicchiere di porto, fumò un paio di sigarette e verso le tre andò a letto.

L’indomani alle dieci Giovanni telefonò e propose di andare al Centro Commerciale. Maurizio non amava i centri commerciali, non gli piaceva   la confusione ma per iniziare la palestra aveva bisogno di diverse cose. “Volentieri, Giovanni. Passo a prenderti tra un’ora.” Tornò a casa alle due soddisfatto degli acquisti.

Di solito il sabato pomeriggio andava da sua figlia Enrica. Lei usciva e lui restava con Diego, suo nipote di sette anni. Spesso si fermava da loro a cena. Stasera invece torno a casa e vado su BBO.

Stava salendo in macchina quando Iris lo vide e si avvicinò. “La ringrazio ancora per ieri. Che ne dice di venire a cena mercoledì? Preparo la polenta per alcuni amici” “Grazie, molto volentieri” rispose.

A Maurizio le donne  erano sempre piaciute. Dopo la morte della moglie  aveva  iniziato a frequentare  Vera, una matura parrucchiera che riceveva a casa “uomini selezionati”, diceva.  Si erano conosciuti nella sala di attesa  del dentista. Quelle con Vera erano serate piacevoli perché, a parte il sesso (e Vera ci sapeva fare), da qualche tempo,  si tratteneva per uno spuntino: un piatto di pasta, uno spezzatino, uno sformato di verdure. Vera ci sapeva fare anche in cucina.

Tra il montaggio del nuovo trenino e un salto al parco passò il pomeriggio. Enrica non fece storie per il rifiuto di fermarsi a cena. Erano le otto passate quando finalmente arrivò.

Alle nove entrò su BBO, Etere7  lo invitò subito a giocare.“Scusa per ieri. Sono rientrata tardi”. Fecero un torneo senza grandi risultati “Ho giocato da cani, mi dispiace” scrisse Etere7. “Succede, magari sarai stanca”. ” Non sono stanca, solo distratta, che ne dici di sentirci in voce. La chat non è il mio forte.” Maurizio scrisse il proprio numero di telefono e  il telefono squillò.

Iniziarono parlando di bridge, parlarono d’altro. Daniela, questo era il nome di Etere7, viveva a Palermo e insegnava tedesco all’università. Maurizio raccontò del suo passato da militare,  della vita che faceva a Viareggio da quando era in pensione. Cercava di rendersi interessante, non le disse dei  puzzle da 7.000 pezzi per passare i pomeriggi. Parlò invece del circolo, della palestra (anticipiamo il futuro, tanto lunedì comincio) , delle amicizie dove infilò anche la Saltamerenda (anticipiamo anche questa). Raccontata così  la sua vita gli appariva quasi interessante.

Quando Daniela sbadigliò e lo salutò con un  “A presto” vide che erano quasi le due. Non era mai stato al telefono così a lungo! Andò a dormire con il libro. Un po’ seguiva la caccia all’evaso, un po’ pensava a Daniela. Sentì cantare i primi uccellini e si addormentò.

Da quella sera le giornate gli sembrarono più “dense”. Le passeggiate sul lungomare, la spesa al supermercato, i tornei al circolo, la palestra, le cene da Iris,  i sabati dalla figlia…. tutto   acquistava un sapore  particolare pensando a come lo  avrebbe raccontato a Daniela.

Passò Natale.  A Capodanno  Daniela lo chiamò a mezzanotte per gli auguri. Ormai molte sere stavano insieme giocando a bridge o al telefono. Verso la fine febbraio Daniela gli parlò di una crociera nel mar Egeo organizzata dal suo circolo. Partenza da Civitavecchia, escursioni diurne e tornei di bridge serali. “Io vado sicuramente, che ne dici di venire anche tu? Finalmente giocheremo con delle carte vere!” Che sorpresa! Che cosa faccio?

“E’ una bellissima idea! ” esclamò Maurizio. “Si parte il 14 marzo  e si rientra il 21. Per te Civitavecchia è praticamente dietro l’angolo. Io verrò in aereo.” Adesso con Daniela si parlava di quello che avrebbero visto, di quali escursioni scegliere, se  giocare tutte le sere.

Il 14 marzo c’era il sole, Maurizio partì alle nove per arrivare con comodo all’imbarco alle due. Daniela telefonò “Sono in aeroporto. ” “Io sono per strada e non vedo l’ora di arrivare”.

Alle undici  decise di fermarsi a Follonica per un caffè. Daniela telefonò alle undici e mezza “Ciao, sono a Fiumicino” “Sono quasi a Grosseto” mentì.

Salì in macchina, accese una sigaretta e aprì i finestrini. Era quasi mezzogiorno quando vide lì accanto una panetteria con una vetrina invitante. Entrò, dalla macchinetta per le code, prese il numero 29, stavano servendo il 23. Attese il suo turno. Uscì dalla panetteria alle dodici e venti con focaccine, panini alle olive, alle noci e al sesamo. Salì in macchina,  il telefono squillò, era Daniela. Non rispose.

Rientrò in Aurelia e prese la direzione nord.

Daniela telefonò ancora e  lui lasciò squillare. Arrivato a casa riprese il suo puzzle da 7.000 pezzi  e ricominciò dalle tessere dei vasi cinesi azzurri selezionate qualche mese prima.

Alle sei telefonò a Vera. “Sei libera stasera? Che ne dici se passo in rosticceria, porto qualcosa di pronto e passiamo la serata da te?”.

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5 commenti »

  1. Un racconto realistico, fresco e divertente, Bel finale, non me l’aspettavo!

  2. Interessante ed originale il cambio di prospettiva giocato con il protagonista che fino alla fine è tentato di dare un cambio di rotta alla sua vita ripetitiva ma che di fronte all’invasione di campo del nuovo, ritorna all sua quotidiano molto rassicurante. Mi ha divertito e fatto riflettere.

  3. Intrigante giá dall’inizio, bel finale. Il prologo di un bel romanzo.

  4. Lungo il giusto e ben scritto, su vari livelli- ti lascia gusto di saperne di più

  5. Il racconto ha un bel ritmo incalzante quasi da thriller.
    Il finale, inatteso, mi fa immaginare che il ritorno a casa di Maurizio non sia una rinuncia ma una scelta nuova della “vecchia” vita.

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