Premio Racconti nella Rete 2021 “Incontro” di Maria Antonietta Mizzi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021La donna entrò in un negozio della stazione centrale dopo aver fatto il biglietto.
Doveva impegnare una mezz‘ora prima che arrivasse il treno per Roma.
Dalla vetrina occhieggiavano decine di bambole di celluloide vestite con gli abiti regionali italiani.
Questo piccolo mondo unificava un Italia anni ’50 dove si faticava ancora a non chiamare “terrone“ chi abitava al sud.
Ma a lei questo non importava proprio.
Con fare garbato indicò al commesso la coppietta di Renzo e Lucia di manzoniana memoria.
“La prego di confezionarmeli bene, insieme a questa penna stilografica, poiché devono affrontare un viaggio e sono un regalo per una persona a me cara”, disse.
Il commesso la rassicurò e preparò un pacchetto degno di questo nome.
Poi aiutò la donna a riporre il regalo nella valigia e salutò.
Passando nuovamente dalla biglietteria, la donna avvolta nel suo tailleur color pervinca, sentì ridacchiare e il brusio si fece quasi schiamazzo poiché uno strano personaggio aveva catturato l‘attenzione dell‘impaziente fila scomposta.
Una donna bizzarra e rotonda portava un cappello con adagiato sopra un pappagallo impagliato. Gli abiti variopinti come il volatile la avvolgevano facendola apparire come un cumulo vagante di stracci stropicciati.
Non portava una valigia ma una cesta al cui manico era appeso un imbuto di rame.
I commenti cattivi e canzonatori non tardarono.
Madame R si toccò la collana di perle, si guardò attraverso i vetri della biglietteria per vedere se aveva tutto a posto e scossa da una sensazione di disagio, si disse che la donna bizzarra apostrofata dalla gente, ignorasse molte regole del comune senso del decoro.
Lei aveva fatto delle regole il suo
modus vivendi e per ogni cosa c’era sempre in lei quella vocetta che si chiama buon senso che le suggeriva il comportamento più adeguato da tenere in casa e in società.
Tutto si calibrava non dando motivo di scandalo e abbigliandosi in modo sobrio e misurato. Anche il linguaggio era studiato, garbato e pensato in ogni situazione.
Questo modello di virtù era il suo stato perenne che la costringeva a muoversi in binari fissi che la facevano sentire protetta.
La stazione brulicava di ogni genere di persona, un vasto campionario umano in movimento.
Madam R trovò tempo per comperare una rivista femminile prima di infilarsi tra la folla ed avvicinarsi al binario di partenza.
L’aria era intrisa da una commistione di odori umani che si fondevano con quelli metallici, caldi, fumosi e oleosi dei mezzi di locomozione in arrivo alla banchina. Un via-vai annunciato da una voce agli altoparlanti.
I facchini in divisa caricavano e scaricavano velocemente le cataste di valigie.
Arrivata nel suo scompartimento, la donna salutò i presenti e sistemò il bagaglio nel comparto sopra il posto a sedere.
Con grande stupore notò pochi istanti dopo essersi accomodata, che proprio di fronte a lei era seduta la donna con il pappagallo sulla testa.
Tentò di accennare un sorriso, ma le fu molto difficile mantenere una finta indifferenza nei confronti di quel cumulo di bizzarrie.
Imbarazzata, si tuffò ben presto nelle pagine della rivista e prolungò il più possibile la lettura.
Alla prima fermata, due passeggeri scesero dal treno e lei e l’altra donna rimasero sole in quello scompartimento.
Poco dopo si sentì fare una domanda:
“Visto che dobbiamo tenerci compagnia, le chiedo dove è diretta, bella signora?
Io scendo a Napoli.”
“Io arrivo solo fino a Roma” replicò.
“Ne avrei fatto a meno poiché non amo viaggiare, ma devo raggiungere mio nipote e mia sorella che non vedo da tempo. Avevo promesso che avrei presenziato alla festa di laurea del giovanotto e per questo voglio mantenere l’impegno.”
“Fate bene allora poiché i famigliari sono importanti.
Glielo dice una che non ha nessun parente al mondo.”
“Mi dispiace per lei.”
Disse madame R.
“Non si dispiaccia poiché i miei affetti sono ovunque e se alcuni finiscono, ne ritrovo altri durante il cammino.”
Ogni cosa è in costante mutamento come il nostro corpo e i nostri pensieri.
Non si può fermare questo flusso inesorabile.
L’istinto mi ha portato a scegliere una città nuova per trovare ciò che cerco.
Come un rabdomante sento le vibrazioni della bacchetta e mi oriento. Ho scelto così di raggiungere Napoli.
Questa città è una grande madre e spero che quel ventre mi accolga come si accoglie un nuovo figlio.”
“Glielo auguro di cuore.”
Disse R.
“Certo che lei ha coraggio nell’andare incontro all’ignoto!
Io non faccio un passo senza averci pensato mille volte.
Ci ho pensato tanto anche prima di sposarmi per essere sicura di non fare un buco nell’acqua e nonostante ciò lui è scappato con un’altra.
Ora mi ritrovo sola con i miei genitori.
Mia sorella, dopo sposata si è trasferita a Roma ed ha avuto maggior fortuna nel matrimonio e il figlio le dona grandi soddisfazioni.”
La donna bizzarra chiese:
“Ma non ha mai pensato che la vita non è una cosa che si possa tenere sotto controllo?
Il destino, la fortuna, gli astri, gli Dei e quant’altro, condizionano tutto.
A noi non resta che tentare la fortuna alla roulette russa fino a che ti va bene. E poi, puff… finisce la tua vita.”
Madame R replica concitatamente:
“E no! C’è il calcolo delle probabilità, il ragionamento, lo studio applicato e le regole, le convenzioni.
Per non parlare del controllo della nostra salute con una vita morigerata priva di stravizi.
Hanno scritto manuali e libri a questo proposito, per non parlare dei tomi di sociologia, psicologia, scienza, matematica, filosofia.
E la famiglia è il cardine, il sostegno di tutto il sistema!
Non si può uscire dagli schemi o ci prendono per scemi. Scusi per il bisticcio di parole.”
Madame F, la donna bizzarra disse ridendo:
“E la libertà dove la mettiamo?
Io soffio tutte le mattine nel mio imbuto di rame per scacciare dal mio passaggio il conformismo, il pensiero pesante e limitante di chi teme la vita e il giudizio altrui.
Il mondo non è come lo vediamo, è molto di più.
Io sfido il destino e assaporo ogni cosa con la curiosità e l’ingordigia del bambino e non mi pongo limiti.”
Madame R iniziò a sentirsi accaldata. Nella sua mente stavano spuntando molti dubbi sollevati dalla donna bizzarra.
E se avesse ragione lei?”
Lo stesso pensò la donna bizzarra e, per la prima volta si sentì strana nei suoi vestiti.
Cari lettori che mi avete seguito pazientemente fino a qui, da che parte pende il vostro giudizio?
Sono il buon senso e la ragione a vincere sull’azzardo e la follia?
Io ci sto ancora pensando.
Sono certa che al termine del viaggio delle due donne entrambe abbiano avuto modo di riflettere e salutandosi si siano ripromesse che, prima di agire, si sarebbero ricordate l’una dell’altra.
I loro nomi?
Madame Ragione e Madame Follia: la collisione del pensiero.