Premio Racconti nella Rete 2021 “Caro Diario” di Erika Setzu
Categoria: Premio Racconti nella Rete 20212/03/2010
Oggi è stata una giornata bellissima. Il ragazzo che mi piace mi ha appena chiesto di uscire. Non hai idea della felicità che provo. Mi sembra che il mondo abbia nuovamente riacquistato colore. Gli ho chiesto dove mi avrebbe portata, ma ha detto che era una sorpresa. Che emozione.
5/3/2010
Mi ha portata al cinema e si è comportato da perfetto gentiluomo. Mi ha chiesto persino se il film mi è piaciuto. In più vuole rivedermi, ha passato una bella serata. Gli ho detto sì, il mio sogno si sta avverando. Un ragazzo così dolce io non l’ho mai incontrato. Sotto casa ci siamo dati il primo bacio. Sapeva di pane appena sfornato. Il mio cuore batteva talmente forte che ero convinta lo sentisse anche lui.
10/03/2010
Sono stati giorni pazzeschi. Tom è davvero un bravo ragazzo. Non mi fa mancare nulla. Mi ricopre di attenzioni che non avevo mai avuto prima. Quanto è bello. Quanto sono fortunata. Mi sto già innamorando. M’immagino già una bella casa con un grande giardino. La mia favola. Certo, è un po’ timido e parla poco di sé, ma è parte del suo carattere e io lo trovo affascinante.
2/04/2010
Il nostro primo mese. Mi ha portata in montagna. Abbiamo fatto un bel picnic e visto un capriolo. Non ci siamo avvicinati per non spaventarlo, ma eravamo pieni di gioia nel vederlo. Siamo rimasti lì per un po’. Oh, mi sta davvero rendendo felice il mio Tom. Come regalo mi ha preso una collana di perle. Erano bellissime e s’intonavano perfettamente con il mio vestito. Ha detto che dovevo indossarla tutti i giorni. In questo modo tutti avrebbero capito che ero soltanto sua. Sua e di nessun altro. Era un discorso strano, ma non ci ho dato peso. Ero felice che mi considerasse una parte fondamentale di sé.
10/04/2010
Tom continua a riservarmi sempre sorprese. Oggi mi ha portata a conoscere i suoi. Ero così in ansia che ho cambiato molti vestiti prima di sceglierne uno. Mi sono sentita subito a mio agio. I suoi sono meravigliosi, soprattutto sua madre. Sa cucinare molto bene. Sono tentata di chiederle delle ricette, soprattutto i piatti preferiti di Tom così da renderlo sempre felice.
10/08/2010
Perdonami, Sono stati mesi abbastanza frenetici. Tom mi ha chiesto di sposarlo. Sì, lo so che è passato poco tempo. Però so che è quello giusto. Mi fa stare molto bene e mi porta sempre in posti carini. Sono davvero innamorata. Mancano pochi giorni alle nozze e già tremo al pensiero di essere sua moglie. Suo padre però mi ha presa in disparte e mi ha detto di stare attenta e se ero sicura di volermi sposare. Mi sono irritata. Come può anche solo pensarlo? Certo che voglio diventare sua moglie. Non ho mai desiderato altro da quando l’ho conosciuto. Ho persino aggiunto che se non voleva vedermi felice con suo figlio poteva anche non venire al matrimonio.
20/08/2010
La cerimonia è stata bellissima. Avevo un bellissimo vestito bianco con un lungo strascico. Mio padre ha persino pianto mentre mi accompagnava all’altare. So che è un grande passo, ma so di aver compiuto la scelta giusta. Tom mi tratta come una principessa. Non vedo l’ora di godermi questo matrimonio fino alla fine dei miei giorni.
15/09/2010
Ehi. Non so che dire. Il matrimonio me lo immaginavo un po’ diverso. Non che non sia felice, è solo che Tom ha iniziato a comportarsi in modo strano. Si chiude in sè stesso. A volte perde la pazienza e mi sequestra il cellulare. Non so, è così diverso da come credevo all’inizio.
3/10/2010
Non ho parole. Non so se esistono. Non riesco nemmeno a scriverlo. Credevo fosse una favola. Ci sono delle volte in cui mi tornano in mente le parole del padre, ma sono quasi sempre un eco in sottofondo. Le ignoro in parte. No, è solo un brutto sogno. So che ci sono alti e bassi in un matrimonio. Sì, so che Tom mi vuole bene e lo fa per il mio bene, anche quando mi controlla i messaggi o le chiamate. Ci tiene, è un bellissimo gesto d’amore.
30/10/2010
Mi ha chiusa a chiave in camera. Mi ha detto che così avrei capito la delusione che gli ho dato. La considera una punizione. Io non capisco. Sono solo rientrata più tardi a casa. Avevo incontrato una mia vecchia amica. Tom però credeva avessi un altro e, per quanto gli dicessi di no, non ha sentito ragioni. Voleva comprendessi che non potevo appartenere ad altri, che dovevo essere semplicemente sua moglie. Che mi dovevo adattare alle regole da lui imposte e che per nessuna ragione sarei dovuta uscire senza di lui. Io non capivo. Era davvero questo ciò che desideravo? Aveva ragione? Eppure continuo ad amarlo.
6/11/2010
Mi manca. Non credo sia necessario scrivere altro. Mi manca da impazzire. Sta però diventando sempre più cupo. Mi parla solo lo stretto necessario, a volte alza la voce. Quando non cucino bene mi guarda con disgusto. Sì, credevo che sarei stata felice. La mia favola si sta disintegrando sotto ai miei piedi, ma sono ferma qui. Non ho altro posto in cui andare. Gli unici amici che avevo non mi hanno cercata più. Certo, dopo aver sempre detto che non potevo uscire, che dovevo stare a casa con Tom, hanno smesso di scrivermi. Probabilmente pensavano fossero tutte scuse. Mi sentivo così isolata. Non avevo più nessuno a parte lui.
8/12/2010
No, non era così che pensavo finisse. Non era così che volevo andasse. Non era questo il sogno della mia vita. Mi sto lentamente frantumando. Non ho più le forze per lottare. Volevo un amore come quello dei romanzi. Un amore così perfetto da far invidia a chiunque. Questo però è diverso. No, non sono più felice. Non credo lo sarò mai. Eppure non me ne vado. Non ho un lavoro, non posso mantenermi, non conosco nessuno. Sopporto e nel frattempo inghiottisco le lacrime. Tom non le sopporta. Dice che su di me non stanno bene. Per questo devo continuare a sorridere. Uno dei pochi modi che ho per non crollare.
6/01/2011
Non posso uscire di casa. Dice che devo occuparmi solo della casa. Che non ho bisogno di amici e che lui è il solo che posso vedere. Ho paura. Ho molta paura, ma non riesco ad andarmene. Lui è tutto ciò che ho. L’unico a cui posso dedicare ogni briciola del mio essere. Sono in trappola e lui lo sa bene. Ha un certo potere su di me e io non riesco a liberarmene.
15/01/2011
Mi guardo allo specchio. Non mi riconosco più. Sotto all’occhio c’è un livido. Sta diventando viola. Non credevo arrivasse a tanto. Non avevo fatto niente di male. Solo un filino di trucco per fargli piacere. Per dargli il bentornato a casa. Lui però mi ha fatto del male. Quel segno sul mio viso ne è la prova. Un’ora dopo è tornato con una rosa. Mi ha chiesto scusa. Gli ho creduto. Non voleva farlo davvero. Gli è scappato.
22/01/2011
Non so mai come prenderlo. Se è di cattivo umore uno schiaffo, se non cucino come vuole un pugno nello stomaco, se cammino un po’ sensuale mi prende per il collo e stringe. Ho rischiato di soffocare. Ho anche pianto. Eppure io sono qui. Ancora e ancora. L’ho sempre perdonato. Mi diceva che era l’ultima volta, che era cambiato, che voleva rendermi nuovamente la sua principessa.
4/02/2011
Per qualche giorno è stato l’uomo perfetto. Mi portava a cena fuori, mi regalava fiori, andavamo al cinema. Ridevamo insieme. Ero così felice che credevo sarebbe durata. Poi un giorno mi ha vista parlare con un mio vecchio amico. Era da anni che non lo vedevo. Mi stava raccontando dei suoi viaggi intorno al mondo, delle foto che voleva mostrarmi e che stava per chiedere in sposa la sua ragazza. L’ho abbracciato per la gioia. Nel rientro a casa mio marito ha iniziato a farmi domande, a chiedermi da quanto andava avanti, ma quando ho detto che era solo un amico il suo sguardo mi ha fatto salire un brivido sulla schiena. Era come se fosse tornato il marito che era prima. Ho iniziato ad avere paura. Eppure non credevo che mi avrebbe causato altro dolore. Mi ha dato un calcio dritto nella bocca dello stomaco. Ho annaspato e sono caduta a terra. Il mondo intorno a me ha iniziato a girare quando un altro mi è arrivato sulla tempia. Ero incredula e confusa. Ero rassegnata. Sono scoppiata a piangere e mi sono rannicchiata su me stessa. Mio marito invece è uscito di casa.
5/02/2011
Il giorno dopo ho chiamato mia madre. Volevo raccontarle tutto. Dirle che voleva tornare da lei, che lì stavo male. Tom però era lì. Controllava le mie reazioni e le mie parole. Ho detto così che andava tutto bene e – nonostante la mia voce fosse flebile – mia madre non si è accorta di nulla. O non le è importato. Dopotutto lei non voleva mi sposassi così presto. Non è nemmeno venuta al matrimonio.
10/02/2011
Ho provato ad andarmene. A fuggire da un matrimonio che non era più mio. Ho provato a dire no. A ribellarmi. Ho provato. Non ci sono riuscita. Nemmeno una volta. Mi fermavo prima di aprire quella porta, prima di protestare. Ero sua. Il dolore però era insopportabile. Non c’era giorno che non trascorresse senza un suo pugno o un suo calcio. Sputavo sangue a volte. Volevo andare in ospedale, ma Tom non ne voleva sentir ragioni. Anzi mi ha persino nascosto le chiavi di casa. Ero prigioniera di un posto che non portava più l’amore.
20/02/2011
Quel giorno splendeva il sole. Era così bello vedere i primi boccioli far capolino nel giardino. Mi sono sentita protetta in qualche modo. Era una bella sensazione. Ero convinta che quel giorno sarebbe stato diverso, che io e Tom avremmo ricominciato a parlare come i primi giorni di matrimonio. Che mi avrebbe portato a ballare. Che mi diceva parole dolci e che quella primavera saremmo andati in un bel posto esotico. Sì, sarebbe stato bello. Spinta da un così forte entusiasmo ho deciso di preparare la colazione. Uova con bacon e pancakes alla marmellata. Canticchiavo. Quando però mi sono girata Tom era lì. Mi guardava con un’espressione che non riuscivo a comprendere. Non era felice. Di questo ero certa. Si è avvicinato per assaggiare il bacon. Ho deglutito. Ero tesa come la corda di un violino. Non riuscivo a muovermi ed è stato a quel punto che ho notato il suo sguardo. Gelido. Cupo. Un’oscurità di cui non sapevo nulla. Iniziai a tremare e lentamente mi allontanai. Il mio istinto mi stava dicendo di andare via, ma sono inciampata sul gradino dell’ingresso. Il mio ultimo ricordo è di Tom con un coltello in mano.
– Quella notte si sono sentita delle urla provenire dalla casa. Urla così strazianti che hanno spinto la vicina di casa a chiamare la polizia. Arrivata sul posto hanno trovato il corpo senza vita di una ragazza. Sul suo corpo erano presenti ferite da arma da taglio. Il colpevole è risultato essere suo marito, trovato in stato di choc sulle scale con l’arma in mano. Era in uno stato confusionario e continuava a ripetere frasi sconnesse. Dopo qualche giorno d’interrogatorio ha ammesso di aver ucciso la moglie, convinto che lei lo tradisse. Venne arrestato a condannato a 10 anni. Il diario della vittima fu ritrovato sotto al materasso e consegnato alla famiglia che lo rese pubblico –
da brividi, un diario verso l’abisso… Molto intenso, brava.
Grazie mille, era quello che volevo trasmettere =D
Siamo come assuefatti da notizie di questo tipo, ci sembrano quasi scontate ormai per il numero elevato di casi.
Scrivere di queste tragedie e di conseguenza poterle leggere, attribuisce loro il giusto peso. La giusta
riflessione che meritano.
Brava!