Premio Racconti nella Rete 2021 “I tre draghi” di Valentina Zinzula (sezione racconti per bambini)
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021In un paese molto, molto, mooooolto lontano, vivevano tre draghi.
Voi ora mi direte: che storia noiosa, che barba! La conosciamo già! I soliti draghi!!!
Beh, vi dimostrerò che vi sbagliate, perché questa favola nessuno l’ha mai narrata.
I draghi delle altre fiabe, quelli che conoscete voi intendo, sono mostruosamente cattivi, sputano fuoco, sbuffano fumo e odorano di zolfo. Ma questi tre, invece, sono draghi buonissimi.
Ora vi racconterò cosa accadde in una tiepida primavera.
Ai piedi del Monte Incantato sorgeva Valledoro, un piccolo villaggio di contadini che vivevano in perfetta armonia. I bambini correvano spensierati sui prati, i giardini erano sempre fioriti e il sole splendeva nel cielo azzurro. Sarebbe stato tutto perfetto, se quei tre brutti draghi che abitavano nella Montagna Incantata, avessero preferito vivere altrove.
I contadini non li volevano perché erano brutti, sporchi e puzzolenti; dicevano che avrebbero potuto rovinare la bellezza del loro tranquillo paesino.
– Mandiamoli via!
– Cacciamoli dal villaggio!
– Rovineranno la valle!
Ogni giorno un folto gruppo di persone si riuniva davanti alla casa del capo villaggio, per protestare affinché prendesse una decisione.
– Amici miei, manteniamo la calma! Una soluzione si troverà, ma non dobbiamo dimenticarci che i draghi non ci hanno mai attaccato. E tu, Gertrude, ti ricordi quando ti sei smarrita nel bosco? Ti ha trovato uno di loro. Tu, Adelmo, ricordi quando la tua casa prese fuoco? Un drago ha soffiato via le fiamme.
Ma a nulla valsero le sue parole. Il capo villaggio non riuscì a placare il malumore della folla, che lo obbligò a cacciare i tre intrusi dalla valle.
I draghi erano in effetti bruttini e puzzolenti, ma avevano tutti un grande cuore buono.
Uno si chiamava Smilzo. Era alto alto e magro, come uno stecchino. Gli puzzavano le ascelle e aveva l’alito così orripilante che provocava svenimenti. Il secondo era piccolo piccolo e svelto. Il suo nome era Mignolo. Faceva di quelle puzzette, che i fiori appassivano al suo passaggio. Ed infine l’ultimo, era grasso grasso e basso e i suoi piedi odoravano di formaggio marcio. Il suo nome non poteva che essere Cacio.
Erano evitati da tutti, e di questo i draghi ne soffrivano perché a loro le persone piacevano moltissimo. Soprattutto i bambini, che con le loro risate felici rallegravano le giornate.
Mentre tutto il villaggio era riunito per la festa del paese, nuvoloni neri e minacciosi offuscarono la luce. Si alzò un vento freddo che sbuffava rabbiosamente, e dietro a un grosso polverone comparve un mostro orrendo, gigantesco, con tre occhi e due corna lunghissime, la pelle verde cosparsa di bolle. Dalla lingua ruvida colava una melma viola. Grandi denti aguzzi spuntavano dalla bocca enorme.
– Ahahahaha!
La sua risata pareva un ruggito, echeggiando per l’intera vallata.
– Bene, bene, basteran per cinque cene! – disse scrutandosi intorno, contando le persone intorno a lui – Questi li mangio in un boccone, questi li tengo per colazione! Ahahaha!
Gli abitanti del villaggio scapparono spaventati. Corsero a nascondersi nelle loro case rintanandosi sotto i letti e dentro gli armadi, ma il mostro scoperchiava ogni tetto per cercarli e mangiarli.
Alcuni bambini coraggiosi decisero di andare a chiedere aiuto ai tre draghi.
I bambini, che è risaputo hanno il cuore puro, pensarono che i draghi avrebbero potuto perdonare la cattiveria e l’egoismo degli adulti, così corsero in vetta alla montagna senza indugiare. Quando furono al cospetto dei draghi, piansero implorando il loro aiuto.
– Per favore Signori Draghi, dimenticate le cattiverie che vi hanno detto i nostri genitori! Abbiamo bisogno di voi!
Smilzo, Mignolo e Cacio, commossi da quelle lacrime impaurite, non esitarono un’istante e scesero a valle alla velocità della luce. Il mostro bavoso aveva già distrutto la metà delle case, nulla poteva placare la sua furia. Spalancò la bocca ed emise un ruggito spaventoso. Tra le mani stringeva il capo villaggio, il suo prossimo spuntino.
Prima che accadesse l’irreparabile, i Draghi decisero di usare le loro armi segrete.
State immaginando le loro zampe possenti dimenarsi in una mossa di karate? Beh, devo informarvi che accadde qualcosa di molto più divertente.
Smilzo alzò le braccia e iniziò ad agitarle come un uccello pronto al decollo. L’aria divenne irrespirabile, una fortissima puzza di cipolla si sparse ovunque. Poi spalancò la bocca e ne uscì un micidiale tanfo di spazzatura. Mignolo invece, si accucciò a terra e spinse forte, come quando si fa la cacca. Fece una puzzetta così grossa e potente da seccare perfino l’erba. Cacio, infine, agitò velocemente i suoi piedoni, diffondendo un nauseante fetore di formaggio marcio.
Forse queste vi sembrano cose da niente, come quando voi fate una piccola puzzetta… Vi scappa da ridere, ma i vostri genitori o i vostri fratelli non svengono mica! O riuscite anche voi a seccare le piante? Non ci credo!
Ma non distraiamoci e torniamo alla nostra storia.
Stordito dalla puzza, il mostro iniziò a vacillare. Dapprima sentì girargli la testa, poi gli venne la nausea e alla fine, per non svenire, decise di scappare il più lontano possibile. Corse via senza voltarsi e non tornò mai più indietro.
Smilzo, Mignolo e Cacio furono assaliti da una folla esultante che a gran voce li proclamava eroi! I festeggiamenti proseguirono per tutto il giorno e per tutta la notte, accompagnati da canti, balli, applausi e tante risate.
Da quel giorno, gli abitanti di Valledoro impararono a non giudicare più dalle apparenze e invitarono i tre draghi a trascorrere più tempo nel villaggio, senza essere mai più cacciati né offesi.
E finalmente vissero tutti, ma proprio tutti, felici, contenti e… un po’ puzzolenti!
Simpatico! di sicuro un racconto che può strappare più di una risata ai bambini 🙂
Grazie Davide!
Divertente! 😀 😀
Grazie Barbara!??
Grazie Barbara!!!
Racconto divertente e simpatico. Complimenti!
Grazie mille Licia!