Premio Racconti nella Rete 2021 “Il Mistero della Locanda” di Riccardo Salvi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021I Druidi della fortezza credevano che le creature provenissero da luoghi dove secoli prima cresceva l’odio per i popoli di Eterea e dopo lunghe ricerche scoprirono che qualcos’altro si celasse nei regni stessi. Per anni i druidi mandarono infiltrati ed esploratori in quelle terre, ma di queste orribili creature non era stata trovata alcuna traccia.
Il Grande Druido, Adrew Dreiner decise di mandare uno di loro per scoprire il mistero che si celava nella Città di Tarus dove spesso erano scomparse persone . Tra tutti i druidi scelse Antar Calendill.
Egli era molto giovane e come per gli altri si era fatto crescere i suoi capelli neri che sbucavano dal cappuccio del mantello, e la barba non troppo lunga che gli circondava il viso. I suoi occhi erano azzurri, forse ereditati da membri della sua famiglia. La sua età era ancora imprecisa, ma nel mondo di Eterea uno come lui non poteva avere più di centoventi anni.
Un giorno il Grande Druido, parlando con gli altri saggi del consiglio, decise di mandare Antar nella Città di Tarus, perché negli ultimi tempi era la più colpita dalle creature che scomparivano dopo i loro attacchi senza lasciare traccia.
Senza sapere quale fosse la natura del suo incarico, Antar cose nella stanza dove si riuniva il Consiglio dei Druidi per aspettare che Adrew Dreiner gli riferisse il da farsi. Appena aprì la porta della stanza, una voce sarcastica lo fece trasalire dicendogli: “Hai avuto molta fretta di raggiungermi vedo!”
Il giovane druido girò la testa da una parte e dall’altra e appena i suoi occhi si abituarono alla poca luce della stanza, riuscì a vedere il Grande Druido vicino al Tavolo del Tempo con le mani su di esso e il volto girato verso la finestra dalla quale entrava la luce fioca della luna.
I suoi capelli grigi gli scendevano sulle spalle e la sua barba che gli arrivava fino al petto in un primo momento lo faceva sembrare una belva. I suoi occhi chiari tendenti al grigio. risplendevano il riflesso della luna.
“Ti stavo aspettando, ma non avrei mai pensato che arrivassi così in fretta. In ogni caso ero sicuro che saresti venuto, quindi ho deciso di aspettarti in questa stanza.” La sua voce era calma e dava quasi un senso di protezione, molto diverso da quella che il giovane druido aveva sentito pochi istanti prima quando era arrivato nella stanza.
“Ho cercato di raggiungerti il prima possibile.” La voce di Antar era ancora affannata per la corsa che aveva appena fatto, e allo stesso tempo intimorito nel sapere che il Grande Druido gli avrebbe parlato.
Mentre il giovane prendeva fiato egli disse: “Bene! Dovresti compiere una missione molto più pericolosa delle altre. Se sei disposto a partire, ti spiegherò dove andare e cosa fare. Però se hai qualche timore di non riuscire, cercherò qualcun altro da mandare al tuo posto.”
La voce di Adrew Dreiner colpì al cuore Antar che rimase qualche attimo a pensare se sarebbe stato il caso di accettare oppure no. Dentro di lui però c’era la voglia di misurarsi per dimostrare a tutti che era capace di cavarsela in qualsiasi situazione.
Iniziò a guardare con attenzione quella stanza, che non aveva mai visto da quando era arrivato alla fortezza.
Notò che le pareti di roccia erano spoglie e che solo la grande finestra in quel momento illuminav/èpòioa a malapena. Le torce erano spente, ma si riusciva a vedere il Tavolo del Tempo, nel quale qualsiasi druido che avesse ricevuto una particolare istruzione, avrebbe potuto osservare immagini dell’impresa che doveva compiere.
Il pavimento era di roccia grigia, ma sembrava che splendesse alla luce della luna. Il suo sguardo incontrò ancora quello del Grande Druido, il quale aspettava una sua risposta.
Il silenzio che si era creato, faceva venire i brividi a Antar, che con voce tremante disse: “Va bene! Porterò a termine quest’incarico, però voglio sapere se qualcuno prima di me ha tentato e purtroppo ha fallito.”
Il grande Druido si avvicinò a lui e posandogli una mano sulla spalla gli disse: “A nessuno ho mai affidato quest’incarico, ho provato a chiederlo a te perché qui nella fortezza tutti mi dicono che stai diventando molto bravo usando solo il tuo intuito. In un primo momento ero incerto, tu sei molto giovane, e dopo aver pensato e ripensato ho deciso di affidare a te quest’incarico.”
Antar fu felice di sentire quelle parole proprio dal più saggio dei druidi e con un sorriso che evidenziava la sua felicità disse: “Bene! Adesso dimmi in quale luogo di Eterea c’è bisogno di me. Accetto l’incarico.
All’improvviso tutte le torce della sala si accesero magicamente e anche sul volto di Adrew apparve un sorriso.
Così mentre si attorcigliava la barba tra le dita, disse al giovane druido di guardare la superficie del Tavolo del Tempo.
Un vortice di nuvole iniziò a roteare, finché non apparvero le immagini del castello della Città di Tarus.
Antar fino a quel momento non aveva mai visto né il tavolo del tempo, né cosa potesse mostrare. Dopo aver visto le immagini, il Tavolo del Tempo tornò ad essere come prima con vari simboli scolpiti e al centro il simbolo dei druidi, una mano che stringeva una pietra.
Tutto ormai era stato deciso, alle prime luci dell’alba Antar sarebbe partito per l’incarico datogli dal Grande Druido.
Il mattino dopo il giovane andò a sellare il cavallo e si apprestò ad uscire dalla fortezza. Il grande Druido gli dette un sacchetto di pelle contenente una strana polvere dicendogli di usarla solamente quando sarebbe stato in serio pericolo.
Il viaggio fu veloce come aveva previsto, e al calar della notte riuscì ad arrivare a destinazione. Chiese in giro dove poteva dormire, finché trovò il gestore di una taverna che lo stava guardando e che gli disse: “Druido nella mia locanda puoi trovare di tutto, belle donne birra e letti comodissimi ah, ah, ah. Io mi chiamo Astar e sei il benvenuto.”
Antar portò il suo cavallo nella stalla che gli aveva indicato l’uomo e poi entrò nella locanda. Sentì subito l’odore pungente della birra e quello della carne cotta. Intorno le risate smaccate degli avventore e delle donne che cinguettavano tra i tavoli, ma era troppo stanco e andò a dormire.
Era ancora notte quando Antar si svegliò si soprassalto nel sentire il rumore di spade che cozzavano contro altre. Uscì dalla sua stanza e vide un incrocio tra uomo e bestia che aveva già ucciso l’oste della locanda e lo stava divorando.
Allargò le braccia pronto a scagliare la sua magia, ma la creatura si voltò verso di lui e lo afferrò con i suoi artigli. Una magia sottoforma di fiamme azzurre colpì quella bestia provocando un odore nauseabondo di carne che si decomponeva.
La creatura si rimise in piedi barcollando e disse: “ Sei giunto alla tua fine druido. I miei simili arriveranno e mi vendicheranno.” Poi stramazzò a terra.
“E io sarò qui per distruggervi.” Disse calmo Antar.
“Belle parole druido, ma senza di me saresti già morto!”
Antar si guardò intorno finché vide una donna, notando che il suo seno risaltava sul vestito nero e attillato che indossava. Le scrutò il viso notando i suoi capelli corvini che gli scendevano dietro le spalle e gli occhi verdi che brillavano alla luce delle torce.
“Come ti chiami?” Domandò la donna.
“Il mio nome è Antar, ma non capisco cosa possa interessarti.”
“Voglio sapere il nome di chi viene in questa locanda, poiché ogni sera qualcuno muore.”
Antar capì che quello era il luogo dove si annidavano le creature delle tenebre, quindi era arrivato il momento di fare il possibile per trascinarle fuori.
“Io sono Morgana Bradfor, una maga in cerca di avventure.”
Mentre parlavano una creatura simile a quella di prima, spuntò alle spalle della maga facendola cadere a terra. Il giovane druido alzò le braccia e lanciò delle fiamme contro il nemico, che tentò invano di resistere ma cadde a terra privo di vita e gocciolante di sangue.
Morgana che era svenuta e Antar la aveva portata nella sua camera e distesa sul letto.
Al mattino dopo Il padrone della locanda bussando alla porta del druido gli disse se aveva dormito bene.
“Come hai potuto notare ho fatto ripulire tutto e ora dovrò cercare un’altro oste per la mia birreria.”
“Dove hai fatto portare i corpi?” Domandò il druido.
A quella domanda Astar non sapeva cosa rispondere e pochi attimi dopo, Antar fu prigioniero di una stretta, che lo teneva bloccato.
“Povero stupido, credevi di poter sfuggire alla morte? Adesso che non puoi usare la tua magia, come farai a difenderti?”
Antar con tutta la forza che aveva si liberò della stretta che lo imprigionava e dal suo mantello tirò fuori la sacchetta di polvere magica che gli aveva dato il Grande Druido. Evocò la magia e gli lanciò contro la polvere magica.
Un grido di dolore attraversò i corridoi della locanda e sulla pelle dell’uomo ormai tramutato in demone, si formavano piaghe dove il sangue trovava il suo straziante sfogo. Altri demoni arrivarono e iniziarono a circondarlo.
Antar tentò di lanciare nuovamente la sua magia contro quella creatura, ma fu fermato da una voce che gli diceva: Fermo druido, se lancerai ancora la tua magia provocherai la tua stessa morte.”
Era la voce di Morgana. Antar la riconobbe senza esitazioni.
Dalle mani della donna uscirono lampi magici che strapparono le braccia dei demoni che li avevano ormai accerchiati che caddero in pozze di sangue, e solo uno ad Astar, che rimase in piedi.
“Ti ucciderò.” Disse la creatura sogghignando.
Morgana lanciò ancora dei lampi contro il demone, che come gli altri si accasciò a terra privo di vita anche lui in una pozza di sangue nero.
La donna guardò il giovane druido dicendogli: Se non mi fossi svegliata a quest’ora saresti morto.”
“E’ la verità ma non ero certo se eri con me o contro di me. L’importante e che tutto sia finito bene e che possa fare ritorno alla Fortezza dei Druidi.”
“Si adesso anch’io me ne posso andare.” Disse la donna.
Antar l’afferrò per un braccio, guardò negli occhi Morgana e gli disse: “Senza di te non avrei mai vinto questa battaglia! Ti ringrazio e spero di incontrarti ancora.”
“Adesso alzati, prendi il tuo cavallo e sparisci da qui. Quando arrivi alla fortezza gli puoi dire che la magia druidica non è abbastanza potente per sconfiggere alcune creature.”
Antar fece quello che aveva detto la donna e qualche attimo dopo passò davanti la locanda con il suo cavallo, salutandola con un braccio alzato.
“Corri, corri, giovane druido un giorno ci incontreremo di nuovo.”
Il sole era ormai alto sulle montagne, quando in lontananza Antar vide l’imponente Fortezza dei druidi.
Leggendo queste righe posso immaginare che tu sia uno scrittore molto giovane. Hai una gran fantasia e si vede, hai scritto una bella storia fantasy.
Se posso darti un consiglio, cerca di non scrivere frasi eccessivamente lunghe e presta sempre attenzione all’uso della punteggiatura. Rileggere ad alta voce quello che scrivi è molto utile per capire dove mancano le pause (le virgole) e dove le frasi sembrano forzate.
Buona fortuna per il concorso!