Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2021 “Il tubetto, un miracolo ordinario” di Jose Toye

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021

L’album di fotografie è aperto sul tavolino basso. Sulla pagina destra una foto bianca e nera mostra una ragazzina seduta su un dondolo nel giardino. Ci si vede anche un uomo di mezz’età in piedi alle sue spalle. Entrambi sorridono al fotografo.

“Sei tu lì a dondolarti?” chiedo alla mia amica.

“Sì, sono io. Sì. Guarda, il mio nonno paterno sta in piedi dietro di me. Si chiamava Paolo, purtroppo è morto quattro anni fa. Era tanto gentile, ti sarebbe piaciuto”.   

Sulla pagina destra, c’è un’altra foto, un ritratto. Ci si vede Paolo tenendo in mano di fronte al suo viso un oggetto che assomiglia ad un tubetto.  

“Cose è questo, dentifricio? “

“Sì”. Risponde la mia amica.

“Una foto strana, no?”. “Dimmi di più su quel tubetto”.

“Mi prendi in giro se te lo dico”.

“Dai, dai! non ti prenderò in giro, te lo giuro”.

L’amica rimane silenziosa per un po’ ma si decide a parlare.

“sta, attento, questo è un segreto”.

Poi sottovoce, essa incomincia a parlare.

Circa dieci anni fa, andavo a vedere i miei nonni paterni una volta per settimana. Andarci il sabato mi piaceva di più perchéquel giorno nonna Lucia mandava suo marito a fare la spesa al mercato. Lo accompagnavo sempre.  Nonna mi affidava l’elenco, lui portava le borse della spesa. Di solito prima di tornare a casa, ci fermavamo per un po’ al bar, nonno ci incontrava qualche amico. Poi facevamo un giro alla pasticceria per comprarci i miei dolci preferiti.

Quel sabato prima di Natale, lasciando il bar, ci siamo fermati davanti a una piccolissima bancarella. Il sedicente commerciante assomigliava piuttosto ad un mendicante. Vendeva alcune cose tra cui tubetti di dentifricio sparsi su una tela di plastica, un po’ alla rinfusa. L’uomo sembrava triste. La sua barba grigia arruffata, il suo abito rosso logoro gli dava l’aspetto di Babbo Natale. Impietosito, nonno gli comprò un tubetto e mi disse di sceglierne uno mentre dava una banconota di venti Euro al poveraccio dicendogli di tenere il resto per sé.

L’uomo alzando il suo sguardo dalla banconota lo ringraziò e poi si mise a frugare in un vecchio cesto di vimini, ne tirò fuori un tubo di colore verde e mi disse “Ragazzina prendi quel tubetto, gli sarà più utile.

Poi rivolgendosi di nuovo a nonno aggiunse “Sappia che ormai quel tubetto non si vuoterà finché lo usa Lei stesso”.

Nonno fece spallucce e scoppiò a ridere, lo ringraziò di turno e poi andammoalla pasticceria e tornammo a casa.  

Sono sicuro chenon l’avevamo mai visto prima e non l’avremmo mai più visto di seguito.

“Di nuovo ci sei cascato Paolo”. Naturalmente, come previsto nonna Lucia fece una smorfia appena capi che nonno avesse pagato venti Euro per un tubetto di dentifricio. Nonno non disse niente della predizione del Babbo Natale e prestamente rimise in tasca l’oggetto polemico.

Il sabato seguente, io, che non avevo dimenticato le parole del Babbo Natale, non poté fare a meno di chiedergli del tubetto, nonno mi prese in disparte e mi sussurrò “Ti ricordi la battuta del mendicante, mi pare che sia vera, per cinque giorni di seguito ho usato il dentifricio e il tubetto non si vuol vuotare. L’altro Ieri sera lo svuotato a metà e di prima mattina appena toccato, si è riempito di nuovo. Quando l’ho detto alla Nonna essa l’ha preso per uno scherzo. Nonna sé stessa l’ha quasi svuotato ieri però stamattina era di nuovo pieno”. Infine pian piano tutta la famiglia l’ha saputo, papa, mamma. “Figurati che tutti volevano provare a vuotare quel tubetto ma appena nonno lo toccava, il tubo si riempiva”.

Cauta, la famiglia prese la decisione di tacere quello strano fenomeno. Sfortunatamente una volta, una sola volta, io ho rotto il patto. In classe, ho dimenticato per quale motivo, la maestra ci aveva improvvisamente chiesto se sapessimo cosa fosse un miracolo, e io non potetti fare a meno di dire di sì e dunque di rivelare il segreto. Fortunatamente, benché ne fossi un po’ frustrata, fui sollevata vedere che nessuno mi avesse creduta, entrambe la classe e la maestra mi presero in giro. Purtroppo la storia non finisce qui, toccò a me fare una punizione a casa e dovetti scrivere due pagine “Non si scherza in classe”. Non ti dico quanto mia madre fosse arrabbiata.

Cosi per anni nonno ha usato solo quel dentifricio fino alla sua morte. Nonna ha svuotato il tubo e poi l’ha messo dentro la bara sicché ce ne resta solo il ricordo.

Io invece sono rimasto zitto a bocca aperta.

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3 commenti »

  1. Caro Jose questo racconto ha una bellissima atmosfera e tiene incollati al testo fino alla fine. Sfogliare l’album delle foto d’infanzia, mantenere vivo il ricordo dei nostri cari attraverso storie così particolari e magiche. Adorabile davvero. Per quanto riguarda il testo, c’è bisogno di una buona revisione ortografica, ma il racconto funziona ed è piacevolissimo.
    Complimenti!

  2. Io credo nei miracoli! Soprattutto quelli stregonici , buoni però. Se metti a posto qualche errorino, il tuo racconto diventa un’ magico ‘gioiellino! Bravissimo.
    P.s. acc…ho finito il dentifricio!

  3. Una bella revisione ed è pronto un racconto delizioso, una favola per tutti, piccoli e grandi.

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