Premio Racconti nella Rete 2021″Piuttosto suora” di Alessio Iezzi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021Ettore Catarra ha un problema: le donne, quelle belle. Quando vede una bella donna, perde il controllo del corpo. La testa inizia a piegarsi a scatti sulla spalla sinistra. La punta del naso s’infiamma di prurito e lo costringe a grattarsi peggio di un ossesso. La palpebra sinistra prende a chiudersi e aprirsi in continuazione. Infine il piede destro: il tallone parte di colpo e comincia a battere per terra come se qualcuno avesse attaccato a suonare Cuore matto di Little Tony e il suo tallone dovesse inseguirne il ritmo.
Ettore Catarra ha due problemi: le belle donne e i tic. Per sua fortuna mentre lavora non gli capita spesso di vederne, di belle donne. Eppure, anche se a ogni morte di papa, anzi a ogni morte di marito in giovane età, capita pure a lui che una bella donna gli si presenti sul posto di lavoro.
Ettore Catarra, per vivere, fa il camposantaro. Si sveglia ogni mattina alle cinque, una veloce toilette, caffè e crostatina del Mulino Bianco e monta sulla sua Ape Piaggio verde bottiglia.
Guida e fischietta. Parcheggia e fischietta. Apre il cancello d’ingresso del cimitero e fischietta. Si arma di ramazza o di pala e fischietta. Insomma, fischietta sempre. Tranne stamattina.
Ettore Catarra stamattina tiene le labbra serrate. Ha smesso di fischiettare il preciso istante in cui l’ha intravista. Giovane, elegante, florida di seno e di fianchi, Donatella Filiani risale il viale di cipressi fino alla cappella dove riposa suo marito Domenico, detto Mimì.
Ettore Catarra, l’orecchio appoggiato sul muro della cappella di famiglia dei Filiani, non può fare a meno di origliare. Un singhiozzo. ‹‹Oh Mimì-mio-caro-adorato…›› Altro singhiozzo. ‹‹Un anno… oggi fa già un anno da quando te ne sei andato. E come promesso è un anno che penso solo a te. Ma tu, Mimì-mio-caro-adorato, lo sai: io senza il calore di un uomo non so stare…›› Singhiozzo e soffiata di naso. ‹‹Perciò ho deciso: farò scegliere a te, andrò con il primo uomo che mi manderai, il primo che mi fermerà per strada, e quello sarà il tuo volere.›› Altra soffiata di naso. ‹‹Però Mimì-mio-caro-adorato, mi raccomando, scegli bene: è un anno che non… e vorrei un uomo… come dire… gentile, ecco sì, gentile e dolce nei modi, mi raccomando.›› Lo schiocco di un bacio. ‹‹Adesso vado. Torno domani, così ti racconto.››
Ettore Catarra sente un fremito all’altezza del cavallo dei pantaloni. È la sua occasione. Appena la vedova Filiani esce dalla cappella, le si piazza davanti. La poveretta, alla vista di quell’essere convulso, emette un grido soffocato e per poco non sviene. La testa a scatti. Il grattarsi continuo. L’occhio impazzito. Il piede che batte frenetico. ‹‹No, Mimì, questo no›› protesta a gran voce la vedova Filiani, rivolta al cielo. ‹‹Piuttosto mi faccio suora!›› Ettore Catarra resta lì impalato, da solo con i suoi tic, perché la vedova Filiani scappa via. E mentre discende di corsa il viale di cipressi, va urlando: ‹‹No, Mimì! Piuttosto suora! Piuttosto suora!››
Delizioso! Ti candido al premio Buduar… I personaggi sono ben caratterizzati e la scenetta è davvero gustosa. Forse ideale anche per un corto cinematografico.
Bravo, mi sono divertita a leggerti.
Cara Monica,
grazie per le belle e attente parole: hai colto il senso del mio scrivere.
Un cordiale saluto.