Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2021 “La Signora Giraffa” di Chiara Rocco

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021

Interno portineria di un civico qualsiasi nella Milano assolata dal caldo.
Il portinaio ultra sessantenne indossa il sua solito grembiule grigio tipico invece del collaboratore scolastico, il bidello di una volta insomma.
I baffi mal curati. Il cappello che ricorda più un capitano d’aereo che un capitano di guardiola e un viso stanco dovuto alle notti insonni per la canicola e alla pulizia a mano di quattro interni di scale tirati a lucido tutti i santi giorni, domenica e Natale esclusi.

“Ma almeno potresti lavarle con lo scopettone” gli suggerisce ancora una volta il figlio che approfittando dei compiti estivi fa un po’ di compagnia al padre, cogliendo anche l’occasione per aiutarlo col citofono, con i corrieri e con i telefoni interni. Fa fatica l’anziano uomo, ci vede poco. Ma se lo confessasse ai condomini coglierebbero la palla al balzo per farlo cacciare, per risparmiare un po’. Maledetti cinici milanesi.

Suona il telefono. “Papà la prendo io” – “Ma va, continua con i compiti che Dante è tosto”.

“Portineria buongiorno”

“Buongiorno sono la signora Giraffa”

“La signora Giraffa? La moglie di Leandro Giraffa del quarto piano?”

“Sì”

Il figlio chiede a gesti chi sia e il padre, indossando la sua migliore faccia sospettosa, gli dice di avvicinarsi per condividere la cornetta nera, quella di una volta, con il filo a spirale.

“Ah, quindi si è finalmente sposato?

“No, perché?”

Il figlio guarda il padre con sguardo perso mentre lui picchietta l’indice destro sulla tempia facendogli capire che è una fuori di testa.

“Mi dica signora Giraffa”

“Sa, è da stamattina che mio marito non fa visualizzare l’ultimo accesso su WhatsApp”

“Guardi io non so neanche che cosa sia WhatsApp, magari me lo farò spiegare da suo … marito” intanto il figlio gli dice di passargli il telefono visto che conosce l’argomento, ma il padre si batte al petto come il gorilla nella savana sussurrando un “ghe pensi mi”.

” Ma almeno saprà cosa sono le spunte blu”

“No signora, dovrei saperlo?”

” Guardi è da stamattina che non risponde ai miei messaggi, insistenti, ma comunque messaggi, lo ha visto?”

“È uscito stamattina verso mezzogiorno, mi pare”

“E le ha detto dove andava?”

“Secondo lei signora i condomini sono tenuti a dirmi dove vanno?”

“Ah, ma io pensavo…”

“No guardi, non pensi e, se non ha altro, andrei a pulire le scale”

“Ma mi scusi, lei non gli ha chiesto dove andasse?”

“Signora, anzi signorina visto che non è sposata”

“Ma come si permette!”

“Mi permetto, mi permetto”

Intanto si è affacciata anche la signora Teresa dalla cucina, la moglie del portinaio, che sta cercando di capire perché suo marito alzi così tanto la voce. In quattro e quattr’otto, i tre si accalcano nella piccola guardiola dove ci starebbe a malapena una persona. Tre padiglioni auricolari appiccicati al telefono nero, quello di una volta, quello ancora con il filo a spirale.

“Comunque le dicevo, signorina, che prima di tutto io non sono tenuto a sapere e chiedere niente. Non sono ne un barista, che conosce vita morte e miracoli del cliente, ne il titolare di un rifugio alpino al quale bisogna comunicare dove si va nel caso arrivasse un temporale mentre si fa un’ascesa sui monti”.

“Lei prima di tutto è bel maleducato, se lo faccia dire. Mi stupisco che nessuno la abbia ancora cacciata visto che non solo non sa fare il suo lavoro alla guardiola ma, in aggiunta, pulisce in modo orrendo le scale”

“Deduco che allora lei abiti qui, per poter dire queste cose”

“Nell’immediato no, ma a breve”

“Strano, perché nessuno mi ha avvisato che a breve, a medio o a lungo termine ci sarebbe stata una nuova inquilina. Quindi si sta trasferendo a casa del Signor Giraffa a sua insaputa? Comunque non ho tempo da perdere, ha altre domande o posso riagganciare?”

“Aspetti. Mio marito ha ricevuto qualche pacco in questi giorni?”

“Sì, uno venerdì.”

“Strano perché non mi aveva detto di aver comperato qualcosa”

” Perché, il signor Giraffa, che in questo caso potremmo chiamare signorino visto che non è fortunatamente sposato, specie con lei, dovrebbe avvisarla di tutti i pacchi che riceve?”

“No, però pensavo…”

“Guardi, non pensi che è meglio”

“Sa cosa conteneva?”

“Secondo lei sono un indovino?”

” Ma avrà almeno capito dal tatto, insomma!”

Il portinaio oramai è paonazzo. Il figlio non si capacita di tanta follia racchiusa in un’unica persona. La moglie urla dalla cucina, perché nel frattempo era rientrata visto che il sugo si era attaccato alla pentola (maledetta telefonata), che la prossima volta che quella donna sarebbe rientrata da quel portone, il civico otto, per essere precisi, gliele avrebbe cantate e suonate come solo lei sai fare.

“Ha ricevuto delle visite in questo periodo?” chiede ancora senza un attimo di tregua “almeno questa cosa me la potrebbe dire visto che fa parte del suo lavoro”.

“È venuta una cugina”

“Era secca secca?”

“Scusi???”

“Era una settantenne secca secca, sfatta, che indossa solo abiti bianchi?” Il portinaio a questo punto capisce che la follia è solo la punta dell’iceberg della gelosia di quella donna.

“No, da qui è passata solo un urlo di trentenne bionda, che si è qualificata come cugina, con delle gambe mozzafiato che anche mio figlio quindicenne si è girato che invece dovrebbe solo studiare. Sa che io gli dato uno sberlotto sul coppino per questo? Non si fa”

“Ma cosa vuole che me ne freghi di suo figlio, qui c’è in ballo una storia d’amore. Come una bionda???”

” E poi se non ricordo male è passata anche la moglie di suo fratello, una rossa da brividi, che anche lì mio figlio…”

“Ma lui non ha un fratello, ha solo una sorella”

“Ma cosa ne so io signora… pronto signora … pronto signora c’è ancora?”

Intanto dall’altra parte dello stivale parte una telefonata concitata al numero verde dell’Alitalia, “Pronto, pronto?  Vorrei prenotare subito un volo per Milano a qualsiasi costo in qualsiasi orario. Pronto mi sentite? Pronto???

Il sugo comunque era ottimo. Peccato il vago odore di bruciato che si è insinuato nella tromba delle scale. Ma anche questo lo pagherà, “Signora” Giraffa.

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4 commenti »

  1. Ma sarebbe un corto delizioso!!! Molto carino e divertente!

  2. Grazie mille! Chissà… ottima idea!

  3. Troppo simpatico questo racconto!!

  4. Grazie mille Romina!!

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