Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2010 “Tutto è silenzio intorno” di Valentina Tozzi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010

Neuropsichiatria Infantile

Questa scritta sta sulla porta dell’ambulatorio, l’ultima proprio in fondo al corridoio. Qua e là sono disposte alcune sedie colorate, e alla parete qualche disegno di bimbo.

Fuori è una grigia giornata d’inverno: forti folate di vento si intercalano a scrosci d’acqua, costringendo i passanti ad acrobazie con gli ombrelli. Sono le 9:00; il piccolo corridoio comincia a riempirsi. Giungono: Madri e padri con i loro figlioletti per la mano o in braccio.

Le 9:20…sono tutti compostamente seduti: c’è la piccola Chiara, con babbo e mamma, affetta da eritrofagia (la paura di arrossire), che le causa problemi con i coetanei. Sulla sedia accanto è seduto Maurizio soggetto diagnosticato abulico accompagnato dalla mamma, ha mille interessi, che non riesce però a portare a termine. Stefano ha il tic della balbuzie; Antonella da due anni si è accorta di essere epilettica.

Il dottor Bonfigli oggi ha un nuovo paziente, si chiama Edoardo: ha cinque anni ed è autistico. Sin da quando è entrato con la mamma Gloria lo vediamo infatti già distinguersi dagli altri bambini; si è piazzato in un angolo e non fa che guardarsi la mano destra contro luce.

Cominciano le visite.

I tempi da dedicare ai pazienti sono lunghi e i bambini, impazienti, si mettono a giocare correndo avanti e indietro per il corridoio.

Edoardo non partecipa ai loro giochi; se lo avvicinano, lui si volta verso la parete, più interessato all’intonaco che ai bambini.

Timoroso e schivo, sotto gli sguardi di tutti, afferra una penna, dimenticata su una sedia. Comincia a farla girare, simulando una trottola.

Gloria, la mamma di Edoardo, Biologa Marina, impegnata nel recupero e nella salvaguardia dei cetacei, non ha mai mostrato grande interesse per quel suo strano figlio “incapace di comunicare” anche se con lui aveva consultato un’infinità di medici.

Molte volte aveva imprecato contro la sua nascita: – Ma che razza di essere sei?(aveva gridato) Perché mi eviti? Sei peggio di un animale!

Edoardo si manteneva sempre impassibile, tanto da far credere che fosse sordo. Dopo visite su visite, passando da uno specialista a un altro, ecco che era finito lì, ad attendere l’ennesimo verdetto.

La porta a vetri si spalanca, ne esce fuori un’infermiera in camice bianco:- Palmerini!

Gloria si alza, afferra per un braccio Edoardo. Il bimbo ha un tremito, ma non oppone resistenza e si fa portar dentro.

Bonfigli è seduto dietro la scrivania, un tipo sanguigno, bene in carne, con un paio di occhialetti tondi sul naso, sorride alla signora appena entrata e con un gesto la invita a sedersi. Edoardo rimane accanto alla scrivania, i suoi occhi azzurri guardano fissi il pavimento.

dr. – Il piccolo Edoardo! Non mi saluti?…Sai, conosco bene il tuo papà.

G. – E’ inutile, dottore, che perda tempo a parlare con lui; vede, non la sta neppure ascoltando. Che rabbia, a volte sembra che me lo faccia per dispetto.

dr. – Mi lasci lavorare. Edoardo è autistico, potrebbe guarire, basta riuscire a trovare il modo giusto di entrare in contatto con lui.

G. – Io sono una buona madre, se non fosse così…chi sa dove sarebbe ora!

Il dottore da uno sguardo al bambino, poi apre un cassetto della scrivania, tira fuori un foglio prestampato e comincia a leggere, scandendo ad alta voce alcune frasi.:

         Evitamento visivo e uditivo…guardarsi una parte del corpo… mmm… bla, bla… far girare gli oggetti…OH!OH!(dà un colpo di tosse per schiarirsi la voce)… oscillazioni con l’intero corpo.(alza il capo per vedere se la donna lo sta seguendo) Vede? Riscontra gli atteggiamenti di suo figlio?

G. – Sì, sì, è la sua scheda?

dr. – Errore! E’ di B.P. che è riuscito a guarire grazie all’holding!

G. – Cosa è? Edoardo può guarire? Gli altri medici non mi hanno mai dato questa speranza… Edo, un bimbo normale!

dr. – Non si emozioni troppo, le dico di che si tratta. E’ una pratica terapeutica in cui il bambino viene tenuto stretto in braccio alla madre.

G. – Edoardo detesta essere abbracciato, c’è il rischio di prendere da lui calci e botte.

dr. – Sì, mi rendo conto, ma il suo dovrà essere un abbraccio forzato fino a che, il piccolo, esausto, non si abbandoni al suo abbraccio, al contatto fisico. L’obbiettivo è quello di stabilire una relazione diretta. Riuscire a rispondere adeguatamente alle sue risposte emotive. Se poi lei acconsente, le spiegherò meglio durante le sedute.

G. – Certo, sì.

dr. – Dovrebbe firmare questo foglio, e naturalmente dovrà partecipare attivamente anche suo marito.

Edoardo vaga nella stanza un po’ barcollando, si ferma a fissare un pupazzo sulla scrivania, ora la finestra, dondola la testa e poi, come è solito fare, alza la sua manina e si mette ad ammirarla contro luce, compiendo piccoli gesti rotatori.

G. – Vede dottore? Anche adesso, quella mano se la sarà vista milioni di volte!

dr. – Abbia pazienza, con l’holding riusciremo presto a capire cosa c’è in quella testolina.

G. – Grazie dottore. Per quando fissiamo il prossimo incontro?

dr. – Lunedì della prossima settimana.

G. – No, per quella data ho due appuntamenti e non posso spostarli assolutamente.

dr. – Allora facciamo tra due lunedì, ma intanto cerchi di passare più tempo possibile con il piccolo. I bambini affetti da autismo hanno bisogno più degli altri di contatti fisici.

G. – Senz’altro, appuntamento per il 14 alle 10:00, va benissimo! Grazie, arrivederci.

dr. – A presto…ciao Edoardo!

 

 

Giunta con la macchina davanti casa, gloria si mette a suonare il clacson fino a quando Ada (madre di Giulia e nonna di Edoardo) non viene ad aprire.

G. – Prendi il bimbo, mentre scarico la spesa.

A.     – Che ti anno detto?

G. – Dopo, mamma, ora portalo dentro e manda qualcuno ad aiutarmi.

La villa dei Palmerini, è ricca di decorazioni. L’ingresso: una pacchiana imitazione della casa di Olbrich (uno dei maestri dell’art noveau).

In compenso il giardino che circonda la villa è molto bello, caratterizzato da un labirinto di siepi.

A.     – Adesso che hai messo nel frigo quello che ti occorreva, vuoi dirmi che ti ha detto il medico?

G. – Ha detto che il bimbo andrà sottoposto a terapia holding e si può sperare in qualcosa.

A.     – E lo dici con un tono così tranquillo?- Sollevando edoardo da terra- Angioletto mio, puoi guarire! Senti quello che ti dico?

G. – Non sarei così entusiasta, chi sa quanto tempo ci vorrà. Dobbiamo essere realistici, ha già cinque anni.

A.     – Fin che c’è vita c’è speranza, ricordalo Gloria.

G. – Sì, devo mangiare velocemente. Alle 14:30 ho un appuntamento con quelli del delfinario.

A.     – Non aspetti tuo marito? Ha telefonato. Alle 15:00 arriva alla stazione di Pisa.

G. – No! Devo proprio scappare, se richiama digli di prendere un taxi, ci vediamo stasera!

E senza neanche cambiarsi, con un panino in bocca, chiude dietro di se la porta. Ada, cercando faticosamente di abbracciare Edoardo: – Che mamma birbona, è sempre impegnata! – Il bambino, comincia ad agitare mani e braccia, vuole essere lasciato in pace. Appena la nonna lo mette a terra lui corre nel salotto, dove in una cesta ha i suoi giocattoli, ne prende uno senza badare alla forma e cerca di farlo girare, come fa di consueto, ma ha afferrato un cubo di plastica e l’impresa è più ardua del solito.

 

 

Gloria intanto è arrivata al porto di Livorno, affollato dai pescherecci, dove è giunta una nave con a bordo tre delfini destinati al delfinario di Genova. Il mare è inquieto, le onde infrangendosi sugli scogli mandano spruzzi sui passanti. In sottofondo si sentono i colpi che le barche fanno urtandosi insieme. Gli animali hanno bisogno di analisi, per questo Gloria è stata chiamata. Dopo un breve colloquio con l’equip le propongono un lavoro di cinque mesi al delfinario per seguire ed assistere gli animali: tre esemplari di tursiops turcatus (tursiope), due giovani maschi e una femmina.

Gloria si accorda con loro e acconsente, li raggiungerà tra tre giorni a Genova. Dimenticandosi completamente dell’appuntamento preso con il medico, torna verso casa…

Sono le 21:00, quando Gloria arriva a casa. Carica di entusiasmo per il suo nuovo lavoro.

G. – Buonasera a tutti! Luigi (accostandosi al marito), caro, sei tornato, è andata bene a Roma? SMACK!

Luigi è un uomo alto e magro, con i capelli castani, gli occhi scuri dietro gli occhiali che gli danno un aria da intellettuale ed un paio di baffi a mascherare le sue labbra strette.

L. – Amore, hai fatto tardi, dove sei stata? Contavo di trovarti alla stazione.

G. – Scusami tesoro, mi hanno chiamato d’urgenza e sono dovuta andare fino a Livorno. Mi hanno offerto un lavoro di cinque mesi al delfinario di Genova, parto fra tre giorni.

L. – Ma cara, sono arrivato adesso dalla presentazione del mio libro, sono stato via una settimana, non lasciarmi solo.

Ada che aveva portato a letto Edoardo, sentendo parlottare al piano di sotto, scende e raggiunge i due nella sala.

Luigi, appena la vede: – E’ riuscita a farlo dormire?

A.     – Sì! – risponde Ada, lisciando il grembiule che indossa.

G. – C’è qualcosa per una povera affamata? (dica portandosi verso il frigorifero)

A.     – Hai già detto a tuo marito quello che ha detto il medico?

Luigi, passando l’indice e il pollice sopra i baffi: – Che cosa? Hai portato Edo dal Bonfigli. Ti sei ricordata di salutarlo da parte mia?

Gloria ha un attimo di titubanza, poi portando una mano alla fronte: – Accidenti, l’appuntamento!…Era per lunedì 14 ed io non sarò a casa per quella data! Che cavolo, come si fa?

L. – Tesoro, non sto capendo un accidente. Che dici?

Gloria ha cominciato a camminare nervosamente su e giù per la stanza dicendo: – Devi andarci tu! (indica il marito) Per forza, il 14 c’è l’holding!

L. – L’holding? Che è?

Interrompe Ada: – Il dottor Bonfigli ha detto che se Edoardo fa l’Holding potrebbe guarire.

A quelle parole il volto di Luigi si illumina, ha lo stesso sguardo di un bambino di fronte a una sorpresa. Eccitato va verso la moglie, ma Gloria gli fa cenno di arrestarsi : – Calmo (dice), non è così semplice, poi…non ci sarò. Andrai tu!

L. – Un attimo, hai detto il14. Oggi ne abbiamo 3, tu parti fra tre giorni cioè il 6 e starai via cinque mesi. Questa terapia non si farà mica in poco tempo?

G. – Sì, ci vogliono mesi…Quello è solo il primo appuntamento. Ma come facciamo, se non ci sarò?

         Edoardo non significa niente per te? Luigi alzano il tono di voce.

G. – Senti da che pulpito viene la predica…Tu! Tu! Sempre immerso fra i tuoi libri polverosi!

L. – Te preferisci di delfini!

G. – E’ vero, almeno comunicano!…Zitto vai, ti sei sempre vergognato di portarlo in giro, me ne accorgo sai.

Ada che fino ad allora si era tenuta in disparte, si sente rabbrividire a quelle parole e decide di intervenire: – Non parlate così, State dicendo solo cattiverie. Sono io che mi occupo del piccolo!

G. – Ma stai zitta! Non sai neppure guidare la macchina, se era per te stamani come ci andava dal dottore?

L. – Piantiamola, sono le undici, se ne riparla domani.

G. – Va bene, va bene, il solito che rimanda.

 

 

Il cielo mattutino è terso, di un azzurro color zaffiro. In giardino sono giunti come di consueto: pettirossi, passeri e merli; beccano le sementa che Ada lascia loro ogni sera.

Gloria sta già preparando le sue valige con entusiasmo, pensando al nuovo lavoro.

Luigi sotto la doccia canta…

Ada in camera con Edoardo lo aiuta a vestirsi. Prova per un momento a fissarlo negli occhi, ma lui con uno scatto si volta dall’altra parte.

Quando scendono in cucina per la colazione, la decisione è ormai presa: partiranno per Genova, la terapia è rimandata.

La mamma di Gloria: – Perché partite? Perché rimandate?

L. – E’ deciso, partiamo. Da una mano a tua figlia a preparare le valige.

A.     – Che faccio, quando voi siete via?

G. – Ho appuntato sulla lavagna le cose. Ricorda che ha la precedenza il dottore. Va avvertito che l’holding è rimandato, lì c’è il numero, l’hai visto?

Ada torna di sopra a preparare i bagagli.

Il bimbo seduto sul divano, comincia a dondolare il busto: LO porta in avanti fin quasi a toccare le ginocchia, poi con uno slancio si riporta in posizione eretta. Dondola, dondola, avanti e indietro ritmicamente…; adesso fa una variazione ai suoi movimenti: quando porta il busto in avanti poggia i piedi a terra e stacca il sedere dal divano. Dondola, dondola, dondola, senza stancarsi…

Il padre, osservando la scena: – Gloria…Ehi Gloria…guarda là! – Indicando con un gesto della testa il bambino – Che dice Bonfigli…può guarire? Ma…non vedi…è un piccolo pazzo.

Gloria a quel commento fa seguire una lunga e rumorosa risata.

L. – Dove si trova il delfinario al quale siamo diretti?

G. – E’ sulla costa, fra Genova e Bogliasco. Non dobbiamo preoccuparci di prenotare un albergo perché ci danno loro un appartamento, all’interno dello stabile. Vedrai tesoro, avremo molte comodità, non ci dovremmo spostare.

L. – Anche perché, come sempre, non potrai lasciare il lavoro un attimo.

G. – Non cominciamo, non voglio discutere. La stessa cosa è per me quando debbo seguirti.

L. – Non mi hai ancora detto che ne pensi del mio libro?

G. – Quello che sei andato a presentare a Roma? Se devo essere sincera, questa volta sei stato un po’ troppo critico nei confronti di quelli che lo hanno portato sulle scene del teatro. E’ poesia e va comunicata. Non sono d’accordo sul fatto che ognuno debba leggerla e interpretarla singolarmente.

L. – Capito…

Entra nella stanza Ada gesticolando, con ancora in dosso il grembiule macchiato della sera prima, vuole farsi aiutare a caricare le valige nella macchina. Luigi allora va a prendere la station vagon e la moglie dietro per aiutarlo.

Quando i due rientrano in casa, ad accoglierli c’è una succulenta cenetta a base di pesce preparata da Ada.

Luigi inspirando il buon profumo proveniente dalle scodelle: – E brava mamma!

A quelle parole Ada si imbarazza: – Forza, niente complimenti, mangiate (sventolando le mani). Domani vi aspetta un lungo viaggio.

 

 

Sono le 7:00 e casa Palmerini è già in agitazione…

G. – Mamma, mamma…sveglia Edo!

Luigi, seduto a gambe larghe sul letto: – I miei calzini? G.L.O.R.I.A! Erano sul comodino ieri sera!

Il trambusto tra bagno, camera e cucina, prosegue ancora… ma…eccoli…Tutti pronti fuori dalla porta.

Mamma Ada, apprensiva come sempre, finisce di dare gli ultimi ammonimenti.

La station vagon parte…destinazione: “delfinario”.

Il tragitto non è problematico, qualche fermata agli auto gril per rifocillarsi e mettere il pieno e poi tutto tranquillo.

Edoardo, quasi inesistente nel suo mutismo.

Il delfinario è proprio sulla costa, per facilitare il ricambio idrico delle vasche.

Ve ne sono tre, molto ampie, di cui una a forma di fagiolo, circondata da gradinate. Comunicanti con questa altre due vasche entrambe ovali di dimensioni più ridotte nelle quali vengono tenuti i delfini.

L’arrivo di Gloria è accolto da tutti con entusiasmo.

La portano subito a vedere l’appartamento così può scaricare le valige. Entrati trovano  un salotto con due divani e un tavolo da fumo; una bassa paretina divide il cucinotto in marmo bianco. Sulla destra le porte delle camere, a destra un piccolo corridoio arriva alla porta del bagno.

Disfano le valige dando uno sguardo alle reazioni di Edoardo.

 

 

E’ già trascorso un mese da quando la famiglia Palmerini si è stabilita al delfinario .

Edoardo è diventato la mascot di tutti.

C’è chi gli porta dolci, chi lo imita nei suoi strani giochi, Silvia la veterinaria, si è proprio affezionata a lui, due giorni fa gli ha regalato una trottola, che sembra esser diventato il suo giocattolo preferito.

Silvia passa molto tempo con Edoardo, sembra che la interessi più del lavoro. Le viene un’idea, va ad indossare la muta e fa mettere al bambino il costume, poi lo fa scendere con lei nella vasca dei delfini.

I tursiope conoscono bene Silvia e quando vedono il piccolo incuriositi gli si avvicinano emettendo fischi.

Edoardo è tutto in tensione, sgambetta nell’acqua tenuto da Silvia, sembra interessato ai delfini, Silvia vede che li segue con lo sguardo.

 

 

I giorni passano ed ormai è Silvia che si occupa di Edoardo. Ogni giorno si immergono insieme.

Il bambino piano piano sembra trasformarsi: sorride divertito ai giochi dei tursiope, allunga le mani per accarezzarli. Ha imparato al lanciare loro una palla e sembra divertirsi molto quando se la vede restituire. Edoardo ha un tremito di gioia quando vede Silvia, sa che andrà nella vasca dei delfini.

Gloria è stupita nel vederlo è non c’è occasione che dimostri la sua gratitudine alla collega.

I lavori al delfinario sono ripetitivi, analisi del sangue, dei tessuti, esperimenti sui riflessi ecc…e intanto le giornate si susseguono. Sono trascorsi circa due mesi e mezzo quando incominciano le registrazioni delle emissioni vocali. Nei nuovi esemplari poi è stato notato che la femmina per procurarsi il cibo utilizza il sonar, a qualcuno è venuto il dubbio che sia ceca.

Silvia adesso è molto più occupata nel lavoro ed ha poco tempo da dedicare al suo compagno di giochi.

 

 

 

Le giornate si susseguono ed Edoardo torna ai suoi “strani” giochi, ma ogni pomeriggio giunta l’ora nella quale Silvia era solita venire, lui si fissa davanti alla porta in attesa.

Un pomeriggio Luigi si dimentica di chiudere…lasciando solo il bambino addormentato…perché ha dovuto portare Gloria di fretta in spiaggia per il ritrovamento di una stenella insabbiata.

Alla solita ora Edoardo si presenta davanti alla porta e trovandola aperta, comincia a vagare attorno alle vasche. I delfini accortisi di lui cominciano a fare salti fuori dall’acqua. Lui sorridendo emette un grido di gioia.

Si avvicina ad una vasca e in prossimità del bordo mette una mano in acqua. I delfini alzano il rostro per farsi accarezzare, poi muovendo il muso mandano sprizzi d’acqua qua e là.

Anche Edoardo dondola la testa, sembra volerli imitare, riesce a balbettare qualcosa:- Tttta…tta…ooh…ta!

Ecco tornato Luigi che vedendolo in prossimità della vasca corre ad afferrarlo. Edoardo sentendosi afferrare emette un grido di protesta.

I due si guardano profondamente negli occhi, poi il bimbo indica i delfini.

L. – Vuoi entrare nella vasca con loro?

Edoardo per la prima volta riesce a farsi capire, a comunicare con gesti di tutto il corpo, che vuole giocare con gli animali.

Nel tempo che restano al delfinario Edoardo va sempre più progredendo, comincia a dire qualche parola.

Gloria comunica subito le novità alla madre Ada che accoglie le notizie con gioia.

Ma ecco che i cinque mesi sono terminati e con essi anche il contratto di Gloria è così che la famiglia Palmerini fa i bagagli e torna a casa, con una nuova speranza nel cuore.

E’ sera quando l’auto si ferma davanti casa.

PE!…PEE!…PPEEEE!

Ada si fa sulla porta.

Edoardo appena la vede schizza fuori dall’auto ferma sul lato destro della strada, uscendo dalla portiera di sinistra.

Attraversa senza guardare…

Non si accorge del sopraggiungere di un camion. Il camionista ormai a pochi metri tenta di frenare, suona ripetutamente il claxson, ma è ormai troppo vicino…

Ada si mette le mani nei capelli. Gloria che si è voltata, non fa in tempo a gridare…in un attimo il camion travolge Edoardo che viene scaraventato a molti metri di distanza. Luigi, Gloria, Ada si avvicinano al corpicino disteso sull’asfalto. I vicini escono dalle proprie case incuriositi, qualcuno manda a chiamare un’ambulanza.

Si forma un cerchio di persone a nascondere il corpo senza vita di Edoardo.

Tutto è silenzio intorno…

 

 

 

 

 

 

 

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1 commento »

  1. grazie per l’Emozione……

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