Premio Racconti nella Rete 2021 “Il Mago” (sezione racconti per bambini) di Vanessa Policicchio Rizzoli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021
“La musica è una vera magia, non a caso i direttori d’orchestra hanno la bacchetta come i maghi”
Ezio Bosso
Mago Bosso viveva in un grazioso ma chiassosissimo paesino ai confini delle Lande Armonia. Era la “Terra dei Rumori e Dove Tutti Parlano”.
Di giorno si sentivano le oche starnazzare, gli elefanti battere il terreno con passi pesanti, le fattucchiere ciarlare ininterrottamente e i nani martellare incessantemente. Di notte invece si udivano le lucciole bisbigliare, i gufi bubulare e le civette civettare striduli vocalizzi.
I suoni si sovrapponevano, si mescolavano e si confondevano l’un l’altro creando solo rumore.
Tutti amavano parlare, vociare e fare baccano.
Tutti tranne lui! Mago Bosso!
A lui piaceva ASCOLTARE.
Adorava ascoltare il fluttuare delle nuvole, il suono di due battiti di cuore all’unisono o lo scintillante mormorio delle stelle cadenti.
Ma il chiasso e la confusione che abitavano la “Terra dei Rumori e Dove Tutti Parlano”, lo distraevano e gli impedivano di sentire.
Per fortuna era un mago e, come tutti i maghi, aveva una potente bacchetta con cui lanciare incantesimi!
Decise così di far tacere ogni cosa e di catturare quei fastidiosi ed ingarbugliati rumori.
Al primo sorgere del sole Mago Bosso uscì con la sua bacchetta e con un sacco di iuta dietro le spalle per acciuffare i rumori.
Imprigionò il picchiare del picchio, il fruscio delle foglie mosse dal vento e il borbottio della nonnina che viveva nella casetta in riva al fiume.
Grazie al suo udito sopraffino riuscì a catturare i suoni forti e quelli deboli, quelli alti e quelli bassi, quelli familiari e quelli nuovi.
Anche se, come tutti sanno, i suoni sono invisibili agli occhi, il suo cuore li percepiva perfettamente.
Li prese e li sistemò tutti nello zaino, richiudendolo scrupolosamente con un fermaglio incantato per evitare che qualche rumore più irrequieto o dispettoso potesse fuggire.
Rientrò a casa soltanto la mattina successiva, dopo aver fatto suoi tutti i rumori, anche quelli più lievi ed impercettibili.
Svuotò lo zaino e stese i rumori su un tappeto, liberando e districando quelli che si erano intrecciati tra loro.
Li dispose ordinatamente in una grande cesta di vimini ed estrasse l’essenza di ogni suono, trasformandola in piccoli semi.
Una volta rastrellato e preparato per bene il suo orto di righe, Mago Bosso piantò accuratamente ogni singola gemma.
Le coltivò una ad una con dedizione, annaffiandole tutti i giorni e nutrendole d’amore.
Dopo molti tramonti e nuove albe, una mattina, nell’orto ancora brillante per la rugiada della notte, il primo raggio di sole illuminò fiori mai visti prima.
Dai semi erano sbocciati coloratissimi fiori di note: azzurro cielo, giallo oro, blu cobalto, bianco neve e verde insetto.
Alcuni erano striati, alcuni a pois, alcuni avevano petali fini e raffinati, altri boccioli tondi e carnosi.
Tutti emanavano un meraviglioso suono profumato.
Dal delicato scivolare del miele si produssero dolci note adagio, dal verso del leone originò un concerto di note ruggenti e dal battito d’ali delle libellule si librarono note andanti e veloci.
Il mago aveva trasformato i rumori confusi, il frastuono e gli starnazzi in melodiose armonie!
Ogni voce, verso o suono era finalmente al suo posto.
Le parole inutili non si sentivano più.
Nell’orto di Mago Bosso si respirava un’atmosfera magica dove era solo la musica a parlare.
C’era un unico problema, grande e profondo come un pozzo nero: ad ogni nuovo fiore musicale che sbocciava, Mago Bosso diventava un pó più piccolo.
Dapprima si stupì della cosa, poi si preoccupò e si rattristò, infine capì che quella era la sua opportunità. L’opportunità di condividere la sua magica musica con gli altri.
Il Mago era in ogni fiore di nota che aveva curato, LUI esisteva in ogni nota. Si sentiva come rinascere nota dopo nota.
Mago Bosso liberò tutte le sue note, armoniosamente ordinate in musica, nella “Terra dei Rumori e Dove Tutti Parlano”.
Gli abitanti misero le loro orecchie e i loro cuori in ascolto ed iniziarono a camminare sereni, ascoltando senza dire nulla.
Mago Bosso anche seduto nella sua stanza era in tutti i luoghi, grazie alla musica che aveva creato e liberato.
Il tempo passava inesorabile e lui rimpiccioliva sempre di più finchè, un giorno, sparì!
Di lui rimase unicamente la sua bacchetta: sola e abbandonata.
Nella “Terra dei Rumori e Dove Tutti Parlano” l’aria si rabbuió, qualsiasi cosa, persona o animale ammutolì.
La musica cessò, lasciando soltanto un silenzio assordante.
(solo illustrazione)
Poi un giorno, semplicemente, accadde.
Accadde che passò di lì una bambina dai lunghi capelli castani e ondulati di nome Beatrice.
Raccolse da terra quello che le sembrava semplicemente un bastoncino, lo rigirò tra le mani, lo studiò e, sorridente, lo agitò.
Un scintillio si sprigionò dall’apice della bacchetta..
e fu così che la magia ricominciò!
Davvero magico! Forse ci vorrebbe qua e là un mago Bosso…
Grazie davvero per il bellissimo commento!
Una deliziosa storia ricca di magia e con una bella morale. Proprio un bel racconto da leggere e raccontare. Complimenti.
Grazie gentile Monica. Le sue parole mi scaldano il cuore.
Molto lirico; il potere della musica e della musicalità è davvero enorme, e mago Bosso ci ha donato tutto se stesso!
Brava
Grazie per il suo bel commento, Gioia. Sono davvero felice di essere riuscita a trasmettere tutte queste sensazioni!
Trovo che sia un fantastico omaggio al grande e indimenticabile Ezio Bosso. Brava Vanessa.
Grazie di cuore Pasqualina! Il grande musicista e direttore d’orchestra Ezio Bosso diceva sempre: “la musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare”
Da questa frase ho tratto ispirazione per scrivere questo racconto su un uomo che ha lottato fino alla fine con il sorriso sulle labbra e con la magia della musica nel cuore.
Racconto gentile e magico sulla magia della musica e dell’ascolto! Bello, ben scritto!
Grazie per le sue belle parole Silvana. Gentilissima davvero
Bellissimo racconto per bambini e, mi permetto, splendido omaggio a una persona speciale, che di fatto è sempre qui con noi tramite la musica. Complimenti per l’originalità, non facile da ottenere quando si scrive per bambini, ma anche la fluidità del linguaggio! Vittoria meritatissima!
Davvero gentile Silvia! Grazie per le tue parole!