Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2020 “Il trasloco” di Raoul Vandenbulcke

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020

La nostra casa si è trasformata in un magazzino, siamo circondati da scatoloni aperti. Gli armadi sono spalancati e i cassetti poggiati a terra in attesa di controllarne il contenuto. Le librerie sono semivuote e i libri giacciono impilati sul pavimento. Io credo che dovremmo opporci, mettere di mezzo gli avvocati. La memoria e i ricordi sono diritti inalienabili dell’individuo! L’ho detto ripetutamente a Franca. Ma lei mi critica, dice che dopo l’arrivo della lettera di disdetta del contratto d’affitto, ho lasciato passare le settimane senza fare nulla. È diventata così insistente che, per farla contenta, ho dovuto iniziare a preparare gli scatoloni per il trasloco.  Franca non fa che ripetermi sempre le stesse cose: “Prendi l’aspetto positivo della cosa. Potrai liberarti di tutto quello che non ti serve più, buttarti il passato alle spalle e iniziare una nuova vita”. Invece, come immaginavo, ora siamo a pochi giorni dal trasloco e non riesco a decidere cosa buttare e cosa portar via. Mi siedo sul divano e, anziché mettere i libri nei cartoni, inizio a sfogliarli uno per uno. Cerco le pagine con gli angoli piegati. Quando ne trovo una, mi fermo e chiamo Franca: “Ti ricordi? Questo libro lo leggemmo insieme un’estate, durante una vacanza in montagna. È di quell’autore scandinavo famosissimo, che all’epoca era un esordiente.” Spesso leggevamo i libri insieme o meglio uno di noi leggeva e, quando trovava un passaggio bello o importante, piegava l’angolo della pagina per poterlo rileggere insieme più e più volte. “Ascolta ti voglio rileggere questo passaggio” le dico.

“All’inizio dell’inverno aspettavo con ansia l’arrivo della prima neve. Ho sempre amato camminarci sopra per primo e so di non essere l’unico. Ma, a differenza degli altri, non lo faccio per guardare soddisfatto le mie impronte stampate in perfetta sequenza, ma per ascoltare il rumore che la neve fa sotto le scarpe. Da quel rumore infatti riesco a capire qual è la temperatura, con un minimo margine d’errore.”

“Franca ti ricordi quale fu il mio commento? Dissi che, girando un cucchiaio di legno nella pentola, dove cuociono i rigatoni, io riuscivo a capire se fossero cotti a secondo di come andavano a sbattere contro il cucchiaio”, che risate ci facemmo! “E tu mi rispondesti: con questa battutaccia hai distrutto la splendida atmosfera scandinava del romanzo”. Gli angoli piegati nei libri sono una raccolta dei nostri momenti più belli, ciascuno di essi rappresenta un attimo di particolare intimità e intesa, rimasto scolpito nella nostra memoria. “Giorgio, i libri te li puoi portare tutti, stai tranquillo”, mi rassicura Franca.

La data si avvicina, non riesco a pensare ad altro, ho smesso di uscire e il cibo scarseggia, sono avanzati solo qualche scatoletta di tonno e un paio di pacchi di pasta. Oggi ho tirato giù dal ripiano alto dell’armadio quella cassetta di legno con le vecchie foto e le cartoline. Le sfoglio una ad una e ogni tanto, quando ne trovo una particolarmente bella che non ricordavo più, la chiamo: “Franca, guarda cosa ho trovato!” Per me è bello rivedere quelle vecchie immagini ma è anche uno strazio perché so che quei bei momenti non potranno più tornare. “Franca questa foto ce la fece tua sorella, ma le ho dovuto spiegare tutto, perché non era capace di usare la macchinetta fotografica. Muovi li, premi li, stai attenta alla luce Oh Dio che fatica! Avrei fatto prima a fermare uno sconosciuto per la strada. Guarda, guarda che bel vestito avevi in questa foto! Quando era Franca? Saranno 15 anni fa, giusto?” Era proprio un bel vestito, quanto se lo è goduto, in quella foto le stava proprio bene, metteva in risalto le sue belle forme. Le altre foto, dove si vede già il suo dimagrimento, preferisco non fargliele vedere perché si potrebbe dispiacere e, senza farmi accorgere, silenziosamente le lascio scivolare in una busta.

Mi è andato via l’appetito e mi sento sempre più debole, dimentico di prendere le medicine per il cuore. Ogni tanto riesco a mettere qualcosa negli scatoloni ma poi mi viene un dubbio e tiro fuori di nuovo tutto. Oggi ho aperto l’armadio con l’intenzione di buttare i vestiti vecchi, gli abiti che non mi entrano più da anni e forse persino qualcuno di quelli di Franca. I suoi li ho tirati fuori tutti e li ho messi sul letto. Ma come posso buttarli? Ogni vestito è per me il ricordo di una vacanza insieme o di una bella festa con gli amici. Chiedo a Franca di provarne qualcuno, anche se non le stanno più come una volta e lei per tutta risposta si indispettisce: “Che sciocchezza!” dice: “Non voglio assistere un minuto di più a questa scena patetica … Mi domando, a che serve conservare tutta questa roba?” e se ne va in salotto. Domani verrà la ditta dei traslochi, e i cartoni sono ancora tutti spalancati.  Non m’importa niente, che vengano pure, troveranno tutto all’aria, pazienza. Non siamo pronti, non possiamo lasciare questa casa.

Ho passato tutta la notte a rimirare quegli abiti, pensando alle occasioni nelle quali li indossava. Li ho abbracciati tutti immaginando di poter abbracciare Franca. Con l’abito di organza fiorita siamo usciti in passeggiata e poi abbiamo preso un tè con gli amici, in quel bel bar inglese del centro. Con l’abito di velluto blu abbiamo ballato il valzer, io e lei stretti stretti ruotando veloci su noi stessi, avvolti dalla musica che suonava nella mia testa. Sono andato avanti fino a che ho potuto, fino a quando una vertigine si è impadronita di me, una stanchezza improvvisa, una stanchezza mai sentita. Ho stretto al petto il suo vestito blu fino a crollare sul letto. Ora la sento vicina come mai da quando mi ha lasciato. Sento Franca stretta a me prendere forma nel suo vestito, sento il suo peso su di me, il suo profumo che mi avvolge, il suo abbraccio che mi stringe, finalmente per l’eternità.

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2 commenti »

  1. Commovente si riescono a vivere tutti i momenti dei suoi ricordi come a viverli personalmente e soprattutto il finale molto dolce

  2. Grazie Alessandra solo felice di leggere il tuo commento.

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