Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2010 “Double-face” di Giacomo Ricciotti

Categoria: Premio Racconti per Corti 2010

La luce del mattino filtra da una finestra aperta, rumore di vita di città.

Foto in primo piano; volto sorridente di una donna, poi la scrivania vuota: il computer, fiori, cartoline e ritagli di riviste sulla parete, colori, vivacità.

L’immagine si allarga, il resto della stanza è bianco, asettico. Tre postazioni; due uomini e una donna, colleghi, abiti scuri. Sguardi. Tre bicchieri di plastica macchiati di caffè su un ripiano, un computer appena acceso; mani trepidanti poggiate su agende ancora chiuse.

Squilla un telefono, il dottor Martini chiama la donna da dietro la grande porta chiusa che divide i due ambienti. Lei risponde: “La signorina Alviani non è qui…” stacco sulla scrivania vuota “…non ha lasciato nessun messaggio.” Dalla cornetta vociare confuso, la donna s’irrigidisce “…mi dispiace, non me ne sono occupata. Deve chiederlo a lei…” pausa. Poi con tono sostenuto: “Le porto i documenti”. Riaggancia.

Rivolta verso la stanza del capo: “Eccoti servito. Luisa ti pianta in asso proprio il giorno del grande incontro.”

Primo uomo, le sorride con complicità: “Non te la prendere. Vedrai, si aggiusta tutto.”

Donna, guardandolo: “La Nomura ci compra, ci mandano a casa tutti, non hai capito? Siamo inutili, tu per primo, sei inutile! Lui non ha mosso un dito per noi.”

Secondo uomo, a bassa voce, fissando il computer ancora spento: “Ti secca perché con Alviani ci ha provato. Con te invece no…” Il primo uomo lo guarda.

La donna raccoglie freneticamente delle carte sul tavolo. Primi piani dei volti tirati. Dettagli su bocche, occhi. Agitazione.

Donna: “Mi ritengo fortunata per questo. Me ne andrò via a testa alta, non avrò nulla da rimproverarmi. Tu invece sei un essere abietto, per la carriera fai qualsiasi cosa. Luisa poi, povera… è donna, una vittima finita in un brutto ingranaggio, tra le grinfie di quel mostro senza scrupoli!”

I computer si animano e coprono la tensione; email, instant messaging, power point… flash luminosi, segnali sonori. Le dita cominciano a battere nervosamente sulle tastiere. Rumore.

 

La stanza del dottor Martini è grande, ben arredata, colori caldi, lui è in poltrona, di spalle. La donna bussa alla porta ed entra. Posa i documenti sulla scrivania. Rumore di traffico dalla finestra spalancata. Raggi di sole fendono l’aria. Si guardano per un istante. Un’eternità.

“Non vuole partecipare all’incontro al posto dell’Alviani?” lui accenna.

“No. Preferisco non assistere alla fine di questa azienda…”

“L’acquisto della Nomura ci salverà dal fallimento, abbia fiducia. Lei ha grandi opportunità…”

“E’ inutile fingere con me. L’Alviani ci è cascata, con me non funziona…”

“Deve aver fiducia, tutti voi qui dovete aver fiducia.” L’uomo si alza. Prende il faldone dei documenti e apre la porta. “Ora devo andare, i giapponesi mi aspettano”. Lascia la stanza. Passa tra le due postazioni, i due uomini lo guardano in silenzio, esce dall’ufficio.

La luce è accecante. Una brezza proveniente dall’esterno ora soffia sui volti, i computer, le carte. La donna riappare dalla stanza del capo. Ferma sulla porta, cerca comprensione negli occhi dei due. I capelli ora sono mossi dal vento. “E’ finita. Tra mezz’ora l’accordo sarà firmato. Perderemo il lavoro…”

Sguardi, vento.

Il primo uomo fissa il computer, poi alza lo sguardo verso il ritaglio di cielo incorniciato dalla finestra. Blu e bianco delle nuvole. Il suo pensiero fuori campo:

“Cara Luisa, fra un po’ finalmente potrò riabbracciarti. Grazie alla tua audacia l’incontro salterà. I giapponesi non vorranno più acquistare un’azienda macchiata di presunti reati contro il fisco. Fra non molto consegnerai alla guardia di finanza i documenti che ho ritoccato con cura. Saranno guai per il povero Martini, additato da tutti come truffatore! Per giunta sospettato di mobbing! Avrò la strada spianata per una nuova carriera… Non mi resta che aspettare che questa mattina passi presto.”

Il cielo è in primo piano, lo si può toccare…

 

Si ode in lontananza una sirena. Dissolvenza.

 

Strada. Fumo. Confusione, un’ambulanza. Gente che si accalca per vedere. Un incidente, un’auto bruciata. Un agente della polizia municipale cerca di allontanare i curiosi.

Un altro agente parla con una volontaria della Croce Rossa: “E’ bruciato tutto. Siamo riusciti a risalire al nome della vittima tramite la targa, Luisa Alviani… “ brusio, voci e rumori di esterno. Dissolvenza.

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2 commenti »

  1. Mi piace! Argomento molto attuale, forse un pò scontato. Relativamente facile da realizzare.
    In bocca al lupo ………

  2. Mi piace ritrovarmi a respirare sensazioni che possono scaturire già dalle parole. Ma qui siamo anche in presenza di immagini, complimenti. Bella gara 🙂
    “La scatola di cartone” la puoi aprire qui di seguito se hai qualche minuto prezioso a disposizione:
    http://www.raccontinellarete.it/?p=4010

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